“Mercoledì 8 ottobre, al cinema Trevi, incontro con Julio Bressane”
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Michelangelo Antonioni e il fazzoletto di lacrime
«Il fondo dell'occhio è concavo, ed effettivamente noi abbiamo una visione curva. Incontrai Antonioni per la prima volta al Festival di Cinema di Taormina nel 1992. L'incontro, come tutto ciò che vi è di buono, fu fortuito. Arrivai al cinema e mi imbattei in un anziano signore che se ne stava in piedi appoggiato al corrimano della scala di accesso alla sala. Mi avvicinai e lo riconobbi. Mi rivolsi a lui già abbastanza emozionato e gli chiesi nella mia maniera autistica: "Antonioni?". Egli mi rispose affermativamente con la testa. Sbalordito, domandai di nuovo: "Michelangelo Antonioni?". Di nuovo quel gesto affermativo. Non riuscii a trattenermi. Lo abbracciai con passione e, quasi soffocando, gli dissi tra le lacrime: "Mio amore, mio idolo, mio dio". Lo baciai più volte e notai che anch'egli piangeva. Furono alcuni secondi divini di passione. Poi qualcuno arrivò e lo portò fuori. Tuttavia, egli continuava a tenermi per il polso e mi trascinò via con lui. Ci sedemmo ad un bar di fronte al cinema. Purtroppo la sua accompagnatrice si sedette bruscamente dandomi le spalle in un atteggiamento poco ospitale. Così me ne andai via triste. Passarono alcuni anni e Antonioni venne in Brasile. Walter Hugo Khoury mi telefonò per avvisarmi della presenza di Antonioni a Rio e mi disse che avrei dovuto cercarlo. Si ricordava del nostro incontro. Andai a prenderlo in hotel e organizzammo per lui una cena a casa mia. Dopo cena gli mostrai un numero dei "Cahiers du Cinéma" in cui era pubblicata un'intervista di Jean-Luc Godard durante le riprese di Deserto rosso. Egli guardò la rivista, si soffermò su una bella foto che lo ritraeva accanto a Carlo di Palma, nella nebbia. Allora vidi una lacrima scorrergli dagli occhi.
Il giorno dopo riuscii a procurarmi una lancia e facemmo una gita nella Baia di Guanabara. Al ritorno, mentre ci addentravamo nella Baia, dissi ad Antonioni che, esattamente in quel punto, davanti al Pan di Zucchero, nel 1898 due italiani, i fratelli Segretto, avevano girato le prime immagini cinematografiche riprese in Brasile. Quando mi sentì dire questo si alzò e rimase in piedi con gli occhi fissi sul mare carioca, sui suoi megaliti leggendari e... il volto si cosparse di lacrime. Gli feci compagnia. Non lo rividi mai più».
Julio Bressane
Programma a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito e Donatello Fumarola
ore 17.00 Rua Aperana 52 di Julio Bressane (2012, 80')
Fotogramma, fotodramma, fototrama, tre procedimenti concettuali per una fenomenologia della luce, della luce del Cinema, della comprensione e captazione della luce nel Cinema. Il visibile scompare. La memoria, posta in allerta, restituisce ai sottili grani di luce, la sua materia vitale, sbiadita dal grattare degli anni. Memoria che si ricostruisce essa stessa in questo vai e vieni della ruota della fortuna.
ore 19.00 O batuque dos astros di Julio Bressane (2012, 74')
«Pessoa fa film, sperimenta film arguments, crea una specie di sceneggiatura-i-ching, penetra dentro il film nel suo spirito, vive il film, attua il montaggio, in cui diverse prospettive e soggetti si moltiplicano. E così, fin da subito, la forma del film, il ritmo del cinema, stilla nella sua poesia, si mescola ad essa, la abita per sempre, per tutta la vita. Trasportata nella traversata trans-atlantica da una corrente marina e da una corrente cosmica, la musica pessoana altera la propria sonorità, la propria strutturazione tettonica. Un film, una lettura extra-europea, trans-atlantica, dell'inesauribile segno Pessoa» (Julio Bressane).
ore 20.30 Incontro con Julio Bressane
Nel corso dell'incontro sarà presentata la raccolta degli scritti di Julio Bressane Dislimite (Caratteri Mobili, Bari, 2014)
a seguire Il grido di Michelangelo Antonioni (1957, 115')
Abbandonato dalla compagna, l'operaio Aldo si mette in viaggio con la figlia per cercare un lavoro che non riesce a trovare. Vivrà brevi avventure sentimentali e proverà a tornare con la compagna che lo respinge di nuovo... «In questo film, in cui pure si ritrova la tematica che mi è cara, pongo il problema dei sentimenti in modo diverso. Mentre prima i miei personaggi spesso si compiacevano dei loro dispiaceri e delle loro crisi sentimentali, nel Grido abbiamo a che fare con un uomo che reagisce, che cerca di spezzare l'infelicità. Per questo ho usato più compassione nel tratteggiare il personaggio» (Antonioni). Con Steve Cochran, Alida Valli, Betsy Blair e Dorian Gray.
Ingresso gratuito
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