Ogni mese proponiamo un'offerta su tre titoli del nostro catalogo editoriale.
Il cinema di papà. Quarantuno classici restaurati scelti da registi di oggi
Autore: Alberto Crespi (a cura di)
Anno: 2012
Pagine: 207
Editore: Centro Sperimentale di Cinematografia
prezzo ordinario di vendita: € 22,00
prezzo scontato (20%): € 17,60
Il libro raccoglie le interviste curate da Alberto Crespi a quarantadue registi (per un totale di quarantuno interviste: quello con Cristina e Francesca Comencini è un dialogo a tre voci), che hanno dovuto scegliere tra i titoli restaurati dalla Cineteca Nazionale quello da loro considerato “il film della vita”. Vengono così tracciate confessioni, dichiarazioni d’amore, debiti virtuali, colpi di fulmine dei nostri cineasti – giovani e meno giovani – che, interpellati, ragionano e si concentrano sui film degli altri e parlano, talvolta per assonanza, anche del loro cinema e della loro vita. Ne risulta un quadro ampio dei gusti da cui trarre considerazioni interessanti: nelle scelte infatti c’è molto neorealismo, molta commedia all’italiana ma anche molta attenzione per i film che mescolano narrazione e documentario.
Note autore: Alberto Crespi è uno dei critici più apprezzati e competenti del nostro cinema. Conduttore radiofonico della trasmissione di culto di Radio3 “Hollywood Party”, è stato selezionatore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, direttore di Festival, insegnante di critica cinematografica. Primo conduttore della trasmissione “La valigia dei sogni”, è stato anche una delle firme prestigiose de «L'Unità», quotidiano con il quale ha collaborato per molti anni. Attualmente è responsabile dell’Area Progetti editoriali del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il cinema di Folco Quilici
Autore: Ilaria Caputi
Anno: 2000
Pagine: 252
Editore: Centro Sperimentale di Cinematografia
Collana: I quaderni di Bianco & Nero
ISBN: 9788831774437
prezzo ordinario di vendita: € 23,25
prezzo scontato (20%): € 18,80
Questo libro esplora le correnti e i sentieri di un’opera interdisciplinare di rara vastità. “Molti hanno visto i film di Quilici tutti d’un fiato” – scrive l’autrice – “ricevendone delle impressioni generali. Io ho voluto associare alla macro-analisi una micro-analisi al ralenti, sedendomi idealmente col regista in sala di montaggio. Ho così cercato di individuare tutti i “trucchi” che egli usa al servizio di un’estetica di agile gioco comparativo e fluidità. Le sue immagini-leitmotiv, le molte manifestazioni della sua “bipolarità” e gli ingegnosi accorgimenti seguiti per infondere vita nei materiali iconografici”.
Note autore: Ilaria Caputi, napoletana e cosmopolita, ha trascorso la sua vita per metà in Italia e per metà all'estero. E'stata insegnante di lingua e letteratura italiana in varie università americane. Nel corso degli ultimi anni ha lavorato come traduttrice alla National Geographic Society e ha studiato regia televisiva all'UCLA. Sulla sua tesi di Ph.D per Harvard, "Folco Quilici's Documentaries and Feature Film: Voyages across Cultures and Oceans, through History and the Imagination", si è basato in gran parte il suo libro Il cinema di Folco Quilici.
Vittorio De Sica. L’arte della scena
Autore: Flavio De Bernardinis
Anno: 2018
Pagine: 287
Editore: Centro sperimentale di cinematografia; Luce Cinecittà; Edizioni Sabinae
ISBN: 9788898623853
prezzo ordinario di vendita: € 28,00
prezzo scontato (20%): € 22,40
Vittorio De Sica (1901-1974) è un artista cinematografico unico, cresce attraverso il neorealismo. Quando è già un artista affermato, mette in gioco tutto se stesso e rischia, rivoluzionando il cinema italiano e mondiale. A partire dal 1923, anno in cui esordisce come “generico” nella compagnia teatrale di Tatiana Pavlova, e nei vent’anni successivi di carriera nel teatro e nel cinema italiani, getta il seme del neorealismo che nel 1943 conduce a I bambini ci guardano. Qui si intende raccontare la sua storia completa, prima, durante e dopo il neorealismo: nel percorso dalla formazione teatrale di attore al passaggio dietro la macchina da presa, De Sica attraversa la storia dello spettacolo italiano nel suo periodo cruciale, gli anni che vanno dal declino del teatro del grande attore di matrice ottocentesca alla nascita del teatro di regia, al cinema sonoro, alla canzone e ai dischi, fino ad arrivare alla formidabile stagione di “Sciuscià” (1946) e Ladri di biciclette (1948).
Questo è il carattere unico della figura di De Sica. Essere stato attore, cantante, regista. Aver frequentato sia il repertorio serio sia quello leggero e brillante. E infine, aver toccato le vette dell’opera d’arte cinematografica.
Note autore: Flavio De Bernardinis si occupa di storia ed estetica del cinema e dello spettacolo. Ha scritto, per l’editore Lindau, L’arte secondo Kubrick (2003) e Arte cinematografica: il ciclo storico del cinema da Argan a Scorsese (2017) e ha curato il volume XII di Storia del cinema italiano 1970-1976 (Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, 2008). Insegna Storia del cinema e Analisi del linguaggio cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia. È autore di film-documentari come Il gioco degli specchi (con Carlo di Carlo, 2012) e Maschere crude (2014), entrambi prodotti dall’Istituto Luce, e di testi teatrali in società con Stefano Betti, tra i quali Emma e i cattivi compagni (Teatro Vascello, Roma, 2009), Edema/Medea (Teatro Vascello, Roma, 2009, di cui ha curato anche la regia), Filo di voce (Teatro dell’Orologio, Roma, 2011). Dal 1990 scrive su «Segnocinema».
Condividi