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“Il 30 settembre al cinema Trevi la retrospettiva dedicata a Carlo Lizzani si conclude con un incontro con l’autore. “
Centro Sperimentale di Cinematografia
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Si conclude il 30 settembre la retrospettiva dedicata a Carlo Lizzani che la Cineteca Nazionale ha riproposto al cinema Trevi di Roma dopo il grande successo della Mostra di Pesaro. A conclusione dell'evento, il 30 settembre alle 19.00, Carlo Lizzani inconterà il pubblico del Trevi per commentare degli estratti del suo ultimo lavoro, il documentario Il mio Novecento (2010). L'incontro, moderato da Vito Zagarrio, curatore della retrospettiva pesarese, durerà due ore e avrà inizio alle ore 19.00. Seguirà il film Mamma Ebe (1985).
 
Realizzato in occasione del 24° Evento Speciale della Mostra di Pesaro, Il mio Novecento ripercorre, attraverso un montaggio di immagini dei film dell'autore, la storia politica, sociale e cinematografica del secolo scorso. Contemporaneamente testimone e protagonista dei cambiamenti che hanno segnato l'Italia dall'epoca del fascismo a quella attuale, Lizzani propone una rilettura meta-cinematografica del repertorio di temi, generi e modelli produttivi con cui ha raccontato la storia del Paese. «Il Novecento è un secolo che è stato definito breve, da Hobsbawm, che va dalla Prima Guerra Mondiale alla Caduta del Muro di Berlino. È un secolo che, essendo io nato nel '22 e attivo fin dagli anni Cinquanta, ho attraversato tutto materialmente e facendo film che via via si soffermavano su momenti che lo hanno caratterizzato: basti pensare a Fontamara, Cronache di poveri amanti, Mussolini ultimo atto e tanti altri. Senza la presunzione dello storico, montando sequenze di miei film, credo di aver colto momenti essenziali, visti in un'ottica italiana, pur ogni tanto offrendo la possibilità di uno sguardo fuori dal Paese. […] Quindi questo è il Novecento non di uno storico, ma di un regista che si è avventurato nel proprio Paese e nel mondo con quell'occhio critico che ha caratterizzato poi tutto il nostro cinema. Ci sono sequenze di film drammatici come di commedie: insomma, c'è una varietà di colori e di aspetti che penso possano essere interessanti. È la mia visione del Novecento, ma forse permetterà anche alla critica un ulteriore approfondimento» (Lizzani).
Dopo l'incontro:
Mamma Ebe (1985)
Regia: Carlo Lizzani; soggetto: Gino Capone; sceneggiatura: C. Lizzani, Gianni Capone, Iaia Fiastri; fotografia: Romano Albani; scenografia: Massimo Razzi; costumi: Rita Corradini; musica: Franco Piersanti; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Cassandra Domenica [Berta Dominguez], Stefania Sandrelli, Laura Betti, Barbara De Rossi, Luigi Pistilli, Alessandro Haber; origine: Italia; produzione: Clemi Cinematografica; durata: 98'
La giovane Laura si è barricata nella sagrestia di una chiesa e minaccia di uccidersi dopo aver saputo che Ebe Giorgini, detta Mamma Ebe, la donna a cui si è affidata totalmente, è stata arrestata insieme ai suoi più stretti collaboratori e seguaci. Da qui inizia il processo alla donna creduta da alcuni, con scetticismo, un'esaltata, esibizionista ed astuta nel carpire la buona fede della gente; e da altri, con fanatismo più che religioso, una "santa" miracolosa dalle doti eccezionali, onesta sotto tutti i punti di vista. «Il film, girato a ridosso degli avvenimenti (il film sarà presentato infatti a Venezia il 28 agosto dello stesso anno, a poco più di tre mesi dall'emanazione della sentenza), con la tecnica naturalistica dell'inchiesta processuale ma anche con il ricorso a numerosi flashback che lo costellano di ricordi e di testimonianze su una incredibile vicenda di superstizione e di aberrazione, permette a Lizzani di "tracimare" ancora una volta nell'"horror". Come sua consuetudine l'intento non è di trasformare il proprio film in un processo parallelo, di condannare o di assolvere, ma di capire, esponendo fatti e lasciando trarre allo spettatore le proprie conclusioni» (Giacci).
Vietato ai minori di anni 14
Ingresso gratuito
 

 

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