“Théo Angelopoulos incontra gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia “
"
Molte le domande degli allievi della scuola e molti i suggerimenti che Angelopoulos ha dato soprattutto ai futuri registi e direttori della fotografia. Una bella lezione di regia quella del maestro che ha parlato anche della difficoltà per un autore di raccontare la realtà di oggi, una difficoltà che nasce dalla mancanza di un ideale da condividere, un sogno collettivo. "Se in passato i giovani credevano di poter cambiare il mondo, oggi si ha l'amara consapevolezza del contrario e la disillusione porta all'isolamento. E' necessario ritrovare quelle parole-chiave in grado di aprire le porte dietro le quali ci siamo nascosti per paura di scoprire cosa c'è dietro".
In conclusione, "quello che conta nella poliformità di voci e di possibilità è la personalità, il proprio modo di scrivere con la macchina da presa" - ha detto il maestro - "è importante saper usare tutti i mezzi che oggi la tecnologia ci mette a disposizione non considerandoli semplicemente come un modo per facilitare il lavoro bensì come una grande possibilità, è questo che fa la differenza". "
Martedì 8 febbraio 2011 gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia hanno incontrato il regista greco Théo Angelopoulos, con lui era presente anche Amedeo Pagani produttore di alcuni film del maestro. Hanno moderato l'incontro il Prof. Flavio De Bernardinis e il Preside della Scuola Nazionale di Cinema Andrea Crisanti.
Dopo la proiezione del film "L'eternità e un giorno" del 1998, Angelopoulos ha raccontato della sua giovinezza quando ha iniziato a studiare all'IDHEC di Parigi dove, per un conflitto con l'insegnante di regia, è stato allontanato già dopo il primo anno. Ha ricordato il suo passato di cinefilo alla Cinémathèque Francaise di Henri Langlois quando, preso dalla sete di cinema, assisteva a tutte le proiezioni, comprese quelle dei film di Mizoguchi senza sottotitoli.
Molte le domande degli allievi della scuola e molti i suggerimenti che Angelopoulos ha dato soprattutto ai futuri registi e direttori della fotografia. Una bella lezione di regia quella del maestro che ha parlato anche della difficoltà per un autore di raccontare la realtà di oggi, una difficoltà che nasce dalla mancanza di un ideale da condividere, un sogno collettivo. "Se in passato i giovani credevano di poter cambiare il mondo, oggi si ha l'amara consapevolezza del contrario e la disillusione porta all'isolamento. E' necessario ritrovare quelle parole-chiave in grado di aprire le porte dietro le quali ci siamo nascosti per paura di scoprire cosa c'è dietro".
In conclusione, "quello che conta nella poliformità di voci e di possibilità è la personalità, il proprio modo di scrivere con la macchina da presa" - ha detto il maestro - "è importante saper usare tutti i mezzi che oggi la tecnologia ci mette a disposizione non considerandoli semplicemente come un modo per facilitare il lavoro bensì come una grande possibilità, è questo che fa la differenza".
Condividi