Home > “Prosegue al cinema Trevi la retrospettiva “Il tempo si è fermato. Il cinema di Ermanno Olmi”. Mercoledì 14 gennaio, alle 21.15, il capolavoro “Il mestiere delle armi”.”
“Prosegue al cinema Trevi la retrospettiva “Il tempo si è fermato. Il cinema di Ermanno Olmi”. Mercoledì 14 gennaio, alle 21.15, il capolavoro “Il mestiere delle armi”.”
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mercoledì 14
ore 17.00
La circostanza (replica)
 
a seguire
La diga del ghiacciaio(1955)
Regia: Ermanno Olmi; commento: Silvano Rizza; fotografia: Carlo Pozzi; musica: Pier Emilio Bassi; montaggio: Carla Colombo; origine: Italia; produzione: Servizio Cinematografico della Società Edison; durata: 10'
Documentario sulla diga di Morasco, nell'alta Val Formazza, con informazioni sulla sua collocazione geografica, sul suo funzionamento e sulle sue caratteristiche tecniche. «Alcuni dirigenti [della Edison] mi danno l'incarico di fare delle riprese di una diga in costruzione come documentazione aziendale. Quindi mi assento dall'ufficio come impiegato e vado alla diga di Morasco, in alta Val Formazza. […] Così, con la mia Arri, giro tre settimane nel cantiere, era il 1954. Poi sonorizzo il montato in laboratorio con uno speaker della televisione che, finito il lavoro, porta una copia della Diga sul ghiacciaio in Rai, che decide di mandarla in onda. I dirigenti della Edison si trovano così, all'improvviso, con la TV che rappresenta la loro realtà in senso positivo e si fanno prendere anche loro dall'entusiasmo per la realizzazione di documentari aziendali» (Olmi).
 
ore 19.00
Il segreto del bosco vecchio (1993)       
Regia: Ermanno Olmi; soggetto: dal romanzo omonimo di Dino Buzzati; sceneggiatura: E. Olmi; fotografia: Dante Spinotti; musica: Franco Piersanti; montaggio: Paolo Cottignola, Fabio Olmi; interpreti: Paolo Villaggio, Giulio Brogi, Riccardo Zannantonio, Omero Antonutti, Micaela Giustiniani, Lino Pais Marden; origine: Italia; produzione: Aura Film, Pentafilm; durata: 126'
Fiaba ecologica ambientata nel 1925. Un colonnello in pensione amministra una tenuta di proprietà del nipote. La sua avidità senza scrupoli, che gli fa progettare la stessa uccisione del nipote, viene messa alla prova e vinta dalla natura incantata del bosco, che lui vorrebbe abbattere. Le piante, gli animali e finanche il vento gli parlano facendogli riscoprire i valori di fratellanza e rispetto per gli altri e per la natura. «Ermanno Olmi ha, fra molti talenti, un talento speciale, già notato nel suo bellissimo film sul Po, Lungo il fiume: sa filmare la Natura (qui le foreste, le montagne e il paesaggio delle Dolomiti) dando allo spettatore l'emozione di una scoperta; come fosse la prima volta, ogni immagine precedente sembra cancellarsi; ogni estetismo, sentimentalismo o melensaggine è spazzato via dalla sua visione forte, alta» (Tornabuoni).
 
ore 21.15
Il mestiere delle armi (2001)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto e sceneggiatura: E. Olmi; fotografia: Fabio Olmi; musica: Fabio Vacchi; montaggio: Paolo Cottignola; interpreti: Hristo Jivkov, Sergio Grammatico, Dimitar Ratchkov, Dessy Tenekedjeva, Sandra Ceccarelli, Fabio Giubbani; origine: Italia, Francia, Germania; produzione: Cinemaundici, Rai Radiotelevisione Italiana, Canal +, Kirchmedia; durata: 104'
«Joanni de Medici è un giovane capitano dell'esercito pontificio nella campagna contro i Lanzichenecchi di Carlo V, imperatore degli Alemanni. Nonostante la giovane età, è stimato e conteso da Principi e Papi per il suo valore. Ama la vita, è a sua volta baciato dalla fortuna e ambito dalle donne più belle. Ma la morte è in agguato...» (www.cinematografo.it ). «Il mestieredelle armi lascia un segno speciale e ci ricorda che c'è ancora il cinema oltre alla tv, oltre la sceneggiatura ben congegnata, oltre il blockbuster. [...] Un cinema difficile che non concede, ma nemmeno nulla sottrae, allo spettatore, fusione calda di anima e immagine. La fotografia dipinge quadri rinascimentali. La luce, i fumi, la nebbia, la neve e il freddo iniettano negli occhi la violenza di tempi bui e iniqui, mentre la bella musica di Fabio Vacchi sospinge le immagini verso la sacralità. La violenza del conflitto è fredda come quel rilucere di armature nel grigio dell'inverno» (Detassis). «La morte di un giovane è sempre un'offesa alla vita; una bestemmia contro il destino e la stupidità degli uomini. [...] Il "progresso" della scienza e della tecnica non garantisce all'uomo una rispettiva crescita morale e civile, un nuovo, adeguato sentimento di umanità» (Olmi). In concorso al Festival di Cannes. Globo d'oro (2001) della stampa estera in Italia come miglior film. Nove David di Donatello (2002): miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior produzione, miglior fotografia, miglior musica, miglior montaggio, miglior scenografia e miglior costumi.

 

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