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Tre libri per trenta giorni. L’offerta editoriale CSC ottobre 2024
Centro Sperimentale di Cinematografia
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01 Ottobre 2024

Ogni mese proponiamo un'offerta su tre titoli del nostro catalogo editoriale.

Mariangela Melato
«Bianco e nero: rivista quadrimestrale del Centro sperimentale di cinematografia»,
a. 62, n. 599, gen-apr 2021
autore: Maurizio Porro (a cura di)
anno: 2021
pagine: 192
editore: Centro Sperimentale di Cinematografia; Edizioni Sabinae
ISBN: 9791280023148                                                                                                         

prezzo ordinario di vendita: € 18,00                                                               
prezzo scontato (20%): € 14,40

Il numero di «Bianco e nero», curato da Maurizio Porro, ricostruisce tutta la carriera di Mariangela Melato fra cinema, teatro e tv, anche attraverso testimonianze degli artisti che hanno lavorato con lei: da Toni Servillo a Gabriele Lavia, da Pupi Avati a Giancarlo Giannini, dalla sorella Anna a Renzo Arbore. Arrivata al grande cinema nei primissimi anni Settanta (con i film di Lina Wertmüller, Elio Petri, Mario Monicelli, Vittorio De Sica, Steno, Luciano Salce e tanti altri) si è imposta subito come un nuovo modello di attrice, sia comica sia drammatica. Nel frattempo, già negli anni Sessanta con l’Orlando Furioso di Ronconi e tanti altri spettacoli, cominciava un percorso teatrale che l’avrebbe portata a diventare un’autentica primadonna, la vera “diva” del teatro italiano del secondo dopoguerra. Bravissima nei ruoli più drammatici, ma dotata di un umorismo e di una versatilità che l’hanno resa perfetta anche nel musical, Mariangela Melato è stata un’attrice/autrice totale, una donna capace di imporre la propria personalità in tutti i suoi lavori.

Nota curatore: Maurizio Porro ha lavorato con diverse funzioni al Piccolo Teatro dal ’64 al ’70, alla Ferrania 3M, dal ’69 al ’70, iniziando poi a collaborare dal 1974 con il «Corriere della Sera», dopo due anni al «Giorno». Professore di Storia della Critica dello Spettacolo all’Università Statale di Milano dal 2002, ha pubblicato tra gli altri un Quaderno del Piccolo Teatro (1967), Joseph Losey (1977), Il cinema vuol dire (1979), Alberto Sordi (1980), La cineteca di Babele (1981), Alida Valli (1996), Dizionario dello spettacolo del ’900 (1998), Fine del primo tempo (1999), Il Melò (2008). È stato curatore dei fascicoli della collana dei DVD Garinei e Giovannini e ha collaborato con la Fabbri per la collana I Grandi sceneggiati.


Vittorio De Sica. L’arte della scena
autore: Flavio De Bernardinis
anno: 2018
pagine: 287
editore: Centro sperimentale di cinematografia; Luce Cinecittà; Edizioni Sabina
ISBN: 9788898623853

prezzo ordinario di vendita: € 28,00
prezzo scontato (20%): € 22,40

Vittorio De Sica (1901-1974) è un artista cinematografico unico. Mentre Rossellini e Visconti nascono con il neorealismo, De Sica cresce attraverso il neorealismo. Quando è già un artista affermato, mette in gioco tutto se stesso e rischia, rivoluzionando il cinema italiano e mondiale. A partire dal 1923, anno in cui esordisce come “generico” nella compagnia teatrale di Tatiana Pavlova, e nei vent’anni successivi di carriera nel teatro e nel cinema italiani, getta il seme del neorealismo che nel 1943 conduce a I bambini ci guardano. Qui si intende raccontare la sua storia completa, prima, durante e dopo il neorealismo: nel percorso dalla formazione teatrale di attore al passaggio dietro la macchina da presa, De Sica attraversa la storia dello spettacolo italiano nel suo periodo cruciale, gli anni che vanno dal declino del teatro del grande attore di matrice ottocentesca alla nascita del teatro di regia, al cinema sonoro, alla canzone e ai dischi, fino ad arrivare alla formidabile stagione di Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948). Questo è il carattere unico della figura di De Sica. Essere stato attore, cantante, regista. Aver frequentato sia il repertorio serio sia quello leggero e brillante. E infine, aver toccato le vette dell’opera d’arte cinematografica. Raccontare De Sica è anche narrare come la giovane Italia, regno unito da cinquant’anni appena, abbia inteso rappresentare se stessa sulle scene del teatro e del cinema. Come il carattere degli italiani sia stato mostrato, in quale luce, con quali tinte e colori. In che modo la borghesia italiana abbia tentato di assumere l’egemonia culturale del Paese attraverso il genere della commedia. Un genere che va molto al di là dello svago e del divertimento e tocca invece le corde della riflessione critica e dell’analisi del tessuto morale e sociale della nazione. De Sica è stato protagonista unico di tale rappresentazione dell’ethos italiano, degli usi e costumi, dei pregi e dei difetti, delle glorie e delle miserie. Attraverso un’arte della scena, sia teatrale sia cinematografica, in cui a emergere sono i sogni e le frustrazioni della piccola e media borghesia italiana, e anche le battaglie e la resistenza delle classi popolari. Dapprima, durante la cultura e il regime del fascismo, in seguito, alla nascita dell’Italia repubblicana e democratica. De Sica raffigura tutte le contraddizioni di un simile passaggio, rappresentandole con indole di vero artista e profondità di impegno morale ma soprattutto intellettuale. Perché tale è in fondo lo scopo di questo libro.

Note Autore: Flavio De Bernardinis si occupa di storia ed estetica del cinema e dello spettacolo. Ha scritto, per l’editore Lindau, L’arte secondo Kubrick (2003) e Arte cinematografica: il ciclo storico del cinema da Argan a Scorsese (2017) e ha curato il volume XII di Storia del cinema italiano 1970-1976 (Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, 2008). Insegna Storia del cinema e Analisi del linguaggio cinematografico al Centro Sperimentale di Cinematografia. È autore di film-documentari come Il gioco degli specchi (con Carlo di Carlo, 2012) e Maschere crude (2014), entrambi prodotti dall’Istituto Luce, e di testi teatrali in società con Stefano Betti, tra i quali Emma e i cattivi compagni (Teatro Vascello, Roma, 2009), Edema/Medea (Teatro Vascello, Roma, 2009, di cui ha curato anche la regia), Filo di voce (Teatro dell’Orologio, Roma, 2011). Dal 1990 scrive su «Segnocinema».

ll mio cuore è un gatto spezzato il mio sguardo è frantumato. Cinema, arti e mestieri di Raffaele Andreassi
autore: Fulvio Baglivi (a cura di)
anno: 2015
pagine: 268
editore: Centro Sperimentale di Cinematografia

prezzo ordinario di vendita: € 16,00                                                               
prezzo scontato (20%): € 12,80

Il libro ripercorre la carriera del giornalista, fotografo, artista e poeta Raffaele Andreassi (L’Aquila 1924 – Roma 2008). Nella sua filmografia si contano centinaia fra cortometraggi e documentari molti dei quali sull’arte e pochi lungometraggi a soggetto. Per la televisione, oltre ad alcuni “caroselli”, ha diretto una trentina di servizi a carattere giornalistico e documentaristico. Tra i suoi lavori più significativi ricordiamo, il documentario Antonio Ligabue pittore (1965) e il film Flashback (1969). La Cineteca Nazionale dal 2000 custodisce il fondo del regista. L’archivio cartaceo è stato donato alla Biblioteca nel 2018.

Nota autore: Fulvio Baglivi ha lavorato nel 2005 e 2006 per il Torino Film Festival, curando anche la prima retrospettiva completa dedicata al cineasta sperimentale Piero Bargellini. Dal 2005 è collaboratore del Festival “Il vento del cinema” e dal 2007 lavora presso l'archivio film della Cineteca Nazionale e per la trasmissione di RAI3 Fuori Orario.

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