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Presentato a Roma il numero 610 della rivista “Bianco e nero” dedicato a Gian Maria Volonté
Centro Sperimentale di Cinematografia
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05 Marzo 2025

Il 3 marzo è stato presentato a Roma il numero 610 della rivista “Bianco e Nero” dedicato a Gian Maria Volonté, edita dal Centro Sperimentale di Cinematografia e da Edizioni Sabinae.

La serata, organizzata da Circuito Cinema presso il multisala Giulio Cesare, aveva in programma la presentazione del volume alla presenza di importanti ospiti quali Pierfrancesco Favino, Daniele Vicari e Francesco Zippel, autore quest'ultimo del documentario “Volonté – L’uomo dai mille volti” che è stato proiettato a seguire. L’evento è stato introdotto dal Responsabile della comunicazione del CSC Mario Sesti: «Questa serata presenta tutti i caratteri di non ordinarietà: è difficile trovare una figura simile a Volonté ed è altrettanto difficile trovare un numero monografico così ricco – ricordo che il volume è stato curato da Alberto Crespi. "Bianco e nero" è una delle riviste più prestigiose della cultura cinematografica italiana, coedita da Edizioni Sabinae e dal CSC, e a tal proposito vorrei invitare qui con noi, per il suo primo saluto pubblico, la Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia Gabriella Buontempo».

«Questo è un lavoro che ho ‘ereditato’ ma che sono felicissima di presentare. Gian Maria Volonté è una ‘stella polare’ per tutte le persone che amano il cinema. Fare una prima uscita pubblica per presentare un così bell’omaggio è per me un’enorme fortuna, e considero degli splendidi omaggi a Volonté sia il numero vero e proprio - è davvero ‘da raccolta’ - sia il documentario di Francesco Zippel – che ho molto amato quando lo vidi alla Mostra del Cinema di Venezia. Sono contenta di iniziare il percorso al CSC in questo modo» - così ha salutato il pubblico la Presidente Gabriella Buontempo.

La parola è passata quindi al curatore del numero Alberto Crespi: «Tengo molto a ringraziare due persone che hanno materialmente realizzato questo numero: la redattrice Alessandra Costa e la grafica Romana Nuzzo, le quali meritano ogni elogio per il lavoro svolto negli anni scorsi. Questo volume nasce da una chiacchierata con Francesco Zippel nel novembre del 2023 che ci ha portato a costruire un numero dedicato a Gian Maria Volonté - con uscita prevista nel 2024, trentennale della sua scomparsa - ‘condividendo’ le interviste: nel volume sono presenti per intero, nel documentario naturalmente solo alcuni estratti».

Francesco Zippel: «Mi sono reso conto che su questo grande attore, di importanza innegabile all’interno della storia del cinema e del teatro, non erano presenti progetti strutturati. Nel documentario sono presenti interviste a Daniele Vicari - Direttore artistico della scuola di cinema intitolata a Gian Maria Volonté - e a Pierfrancesco Favino - legato a Volonté dal fatto di essersi formato allAccademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico con lo stesso insegnante, Orazio Costa».

Il regista Daniele Vicari ha raccontato: «Attraverso la rivista e il documentario si evince che un personaggio storico e politico così importante come Gian Maria Volonté sia stato raccontato quasi solo tramite slogan: nella coscienza collettiva è stato trasmesso il fatto che fosse un personaggio molto impegnato, scomodo, ma non può prestarsi solo a questo perché Volonté era mosso da contraddizioni meravigliose. Ed è importante sottolineare che ha messo in campo, in questo paese, un cambiamento nell’arte della recitazione. Attraverso i personaggi che Volonté ha interpretato, in qualche modo ha interpretato il mondo; è una figura con cui bisogna confrontarsi ancora oggi, un artista pensante che attraverso le opere metteva in atto la propria libertà creativa. Gian Maria Volonté ci induce a questa riflessione: un artista grazie alla propria voce ha il diritto-dovere di intervenire nella realtà».

Ha aggiunto l’attore Pierfrancesco Favino: «La domanda fondamentale che emerge dalla rivista e dal documentario è: ‘cosa faccio io rispetto alla lezione di Volonté come attore e come cittadino?’ (…) Gian Maria Volonté è uno dei rari casi in cui si attribuisce autorialità a un attore: uno dei pochi riconosciuti per l’autorialità delle sue interpretazioni. Anche io,percepito come un ‘secchione’,mi riscopro pigro in confronto a quel tipo di adesione che è così profonda, politica. Gian Maria Volonté ci ha insegnato che il lavoro non è mai soltanto ‘lavoro e basta’ ma un impegno come essere umano, e la recitazione è anche un’espressione politica».

Ha concluso la serata Felice Laudadio, già Direttore di Bianco e Nero negli anni scorsi, il quale ha contribuito al numero con un’intervista «Gian Maria Volonté era un attore-autore (…) In tutte le sue dichiarazioni - poche per la verità, essendo stato lui molto timido - era presente il riferimento al suo maestro dell’Accademia Orazio Costa, determinante nella comprensione dell’importanza della parola, della sillaba, del suono; importanza che si riscontra sul piano attoriale ma anche sul piano dell’impegno politico».

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