“La collana dei Quaderni della Cineteca Nazionale si arricchisce di un nuovo, importante volume, dedicato al geniale regista Augusto Tretti”
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Cineteca Nazionale e Torino Film Festival hanno dedicato un omaggio ad Augusto Tretti (Verona, 1924-2013): la proiezione dei lungometraggi La legge della tromba e Il potere, dei frammenti del mediometraggio inedito La mala vita, depositato alla Cineteca Nazionale nel 2014, e del documentario di Maurizio Zaccaro Augusto Tretti: un ritratto. Tretti, forse il più originale e irregolare tra i registi italiani, fu protagonista di una delle più lunghe e tortuose avventure produttive della storia del cinema italiano. Autore di tre film e mezzo in venticinque anni di carriera, vede il suo talento riconosciuto dalle figure più rilevanti della cultura italiana (tra tutti Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Ennio Flaiano, Franco Fortini, Alberto Moravia, Cesare Zavattini, Tonino Guerra), ma la sua opera finirà puntualmente ostacolata da fantomatici produttori (è il caso de La legge della tromba), beffe del destino (il fallimento della Titanus che investe Il potere), silenzi reiterati del servizio pubblico televisivo (i progetti degli anni '70/'80).
In questa occasione la Cineteca Nazionale pubblica il volume Il caso Tretti a cura di Domenico Monetti e Luca Pallanch, edizioni Centro Sperimentale di Cinematografia - Rubettino. «Resterà un fenomeno isolato o, peggio, da isolare. Forse avrà, in questo paese di manieristi, degli imitatori, ma sicuramente goffi o soltanto furbi. Il dono di Tretti è una semplicità che non si copia, presuppone la superba innocenza dell'eremita. È una semplicità che riporta l'immagine fotografica alle composizioni di Nadar, di Daguerre, e anche al non-realismo, cioè agli spazi e al nitore dell'affresco. Eppure Tretti non è un esteta, né chiede all'immagine se non di sostenere un suo elementare discorso. Lo si può, volendo, liquidare con due definizioni: goliardico, naïf. Alcuni lo fanno. Ma sono definizioni sbagliate. I goliardi e i naïfs non hanno rigore, si fermano alle prime osterie, si divertono, riempiono le domeniche. Tretti non si diverte, benché sia difficile non divertirsi anche, vedendo i suoi films». (Ennio Flaiano)
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