“Il restauro digitale, in 2k, realizzato in house, ripristina il directors cut del film.”
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Si tratta del lungometraggio d'esordio di uno dei più inclassificabili registi italiani (Scavolini nasce a Fiume nel 1940), autore, tra l'altro, del Nightmare (1981) che ha ispirato la celebre saga horror lanciata da Wes Craven qualche anno dopo. Il film segue il comportamento di un giovane (interpretato da un giovanissimo e allora sconosciuto Carlo Cecchi) che trova una pistola e va in cerca di un bersaglio. A parte una citazione da Beckett in voice over, il film è silenzioso. All'epoca fu percepito come troppo radicale, amorale, troppo libero e improvvisato. Fu bandito dalla censura italiana per "pornografia" (uno sguardo sul seno di Laura Troschel) e la versione ufficiale è stata rinchiusa in una cassaforte per 50 anni.
(Donatello Fumarola, Catalogo "Cinema ritrovato" 2017)
A MOSCA CIECA (Director's Cut) di Romano Scavolini
A mosca cieca di Romano Scavolini sarà proiettato il 30 e il 31 gennaio al Film Festival di Rotterdam. Il restauro digitale, in 2k, realizzato da CSC-Cineteca Nazionale completamente in house, ripristina il director's cut del film. Le lavorazioni sono state effettuate presso il Digital Lab della Cineteca Nazionale a partire dal negativo 16mm originale del film depositato dall'autore.
Si tratta del lungometraggio d'esordio di uno dei più inclassificabili registi italiani (Scavolini nasce a Fiume nel 1940), autore, tra l'altro, del Nightmare (1981) che ha ispirato la celebre saga horror lanciata da Wes Craven qualche anno dopo. Il film segue il comportamento di un giovane (interpretato da un giovanissimo e allora sconosciuto Carlo Cecchi) che trova una pistola e va in cerca di un bersaglio. A parte una citazione da Beckett in voice over, il film è silenzioso. All'epoca fu percepito come troppo radicale, amorale, troppo libero e improvvisato. Fu bandito dalla censura italiana per "pornografia" (uno sguardo sul seno di Laura Troschel) e la versione ufficiale è stata rinchiusa in una cassaforte per 50 anni.
«Ha un che di paradossale la sorte di questo oggetto non identificato che la Commissione di censura bocciò per tre volte, con la scusa della "pornografia", forzandolo a una clandestinità durata cinquant'anni, interrotta dal recente ritrovamento del negativo 16mm della prima versione, quella voluta dal regista prima dei tagli e degli interventi chiesti da Moravia (che suggerì - da membro della Commissione - di aggiungere alcuni dialoghi che "spiegassero" l'inspiegabile gesto omicida di Carlo Cecchi che sta alla base del film. È un film letteralmente mai visto: la copia circolata occasionalmente fino a oggi, infatti, è quella rifiutata definitivamente dal Consiglio di Stato in suprema istanza, piuttosto lontana da quella originale (rimaneggiata per tre volte per ovviare ai divieti censori) che dopo mezzo secolo torna a farsi viva con tutta la sua impudente radicalità. Non c'era spazio nell'Italia del 1966 per un cinema come questo, amorale, sfacciatamente sregolato, "rubato" all'economia asfissiante dell'industria cinematografica, troppo oltre anche rispetto ai canoni nouvellevaguisti importati da noi dal giovane Bertolucci. Non mancarono tuttavia sostenitori illustri che lo difesero. Una primissima versione del film, di sei ore, spinse Ungaretti a convincere Enzo Nasso a distribuirlo (purché - su richiesta di quest'ultimo - fosse riportato a una durata 'normale'). […] Alla fine l'invisibilità ha giocato a favore di questo grande film-fantasma, favorendone una fama in assenza, per così dire. Ora che ritorna dove non è mai stato possiamo toglierci la benda davanti agli occhi e vederlo avanzare guidato unicamente dalla propria accecante libertà».
(Donatello Fumarola, Catalogo "Cinema ritrovato" 2017)
A MOSCA CIECA (Director's Cut) di Romano Scavolini
con Carlo Cecchi, Laura Troschel, Emiliano Tolve, Remo Remotti, Joseph Valdambrini, Ciro Moglioni, Cleto Ceracchini, Paola Proctor, Pippo Franco; Italia, 1966; b/n-colore, 79 minuti; Lingua: Italiano.
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