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582-583 – Bianco e Nero

Il numero 582-583 chiude il 2015 con un’ampia monografia dal titolo Tracciati autobiografici tra cinema, arte e media: «L’idea di questo numero di “Bianco e Nero” è nata nel 2014 dalla visione, nel giro di pochi giorni, di due film: Le meraviglie di Alice Rohrwacher e Incompresa di Asia Argento, rappresentanti dell’Italia al festival di Cannes di quell’anno. In entrambi i film, le due giovani registe mettevano in campo una fortissima componente autobiografica, a vari livelli psicologici e di rappresentazione.
Non è certo la prima volta che succede, nel cinema italiano e mondiale. (…) È lecito forzare i termini della questione e affermare che in ogni film, anche il più alimentare e industriale, il regista e/o gli sceneggiatori e/o gli attori mettono qualcosa di se stessi, della propria vita. Abbiamo voluto declinare il tema dell’autobiografia sotto i più svariati aspetti. La curatrice Federica Villa – che lo studia da tempo – lo ha rintracciato nei media più diversi, dalla rete alla fotografia. Questo numero, straordinariamente ricco, racconta sia le “vite degli altri” che le vite di (loro) stessi. A dimostrazione che cinema e vita sono vincolati da un legame indissolubile»
I «vari apetti» della questione sono indagati da: Steve Della Casa, Giaime Alonge, Marina Pellanda, Laura Busetta, Luca Malavasi, Nico Parente, Glenda Franchin, Claudia Barolo, Martina Panelli, Gianni Amelio, Deborah Toschi, Paola Valenti, Beatrice Bruzzi, Simona Pezzano, Marta Perrotta, Maggie Cardelús, Alice Cati, Maria Francesca Piredda, Francesca Scotto Lavina, Lorenzo Donghi, Andreina Campagna, Federico Vitella, Alberto Pezzotta, Gabriella Greison, Ottavio Di Brizzi.
Per la sezione Cineteca Luca Pallanch e Domenico Monetti prestano alla rivista l’introduzione al libro, da loro curato Il caso Tretti sul «più originale le irregolare dei registi italiani». Ampio spazio è dato, nella sezione che riguarda la scuola, alla sceneggiatura (con interventi di Stefano Bises, Ivan Cotroneo, Monica Rametta e Gino Ventriglia) ma anche alla scenografia con un’intervista al docente di scenografia Francesco Frigeri. Il fascicolo si chiude come sempre con la rubrica sull’“Altra serialità”, dedicata al successo della serie britannica Black Mirror.