Cinema Trevi: Don Giovanni dissol(u)to – Presentazione del dvd Don Giovanni di Carmelo Bene (ore 20.45)
14 Ottobre 2010 - 14 Ottobre 2010
«Se io auspico un autore in Don Giovanni, è quello che in Don Giovanni già c’è. “Aspetti un’ora e è già venuta”, diceva il figlio mio. L’autore non è da venire, è già venuto, non deve venire mai, non ci interessa che venga. Ci interessa questo giocare col fuoco. Scientificamente. Ma quell’altro autore lì ti ha fatto un film a cui non puoi togliere un minuto. Rigorosissimo. Perché barocco. È il barocco che ha cominciato a fare della metodologia del fuoco e non una messa a fuoco» (Carmelo Bene).
«Un altro aspetto in comune fra il tuo lavoro e il barocco storico (io mi limito a questa angolazione, non ignorando, ma volontariamente accantonando gli aspetti moderni di esso, come l’ironia, il cinismo assoluto in contrasto col decorato barocco felliniano che ipotizza sia pure in modo ironico qualche notizia del trascendente) è il tipico rapporto esistente nella poesia barocca tra tema e linguaggio poetico: rapporto basato sulla più assoluta libertà della seconda rispetto alla prima, con una possibilità di invenzione che non ha limiti, e si esprime in metafore e ellissi provocatorie e brillanti, i sontuosi mosaici sensoriali delle Soledades e del Polifemo, poniamo, a cui fanno pensare le colorate metafore in movimento dei tuoi film: segnatamente Nostra Signora dei Turchi e il Don Giovanni, che però si comportano in modo distinto poiché nel primo il mondo della metafora cinematografica agisce con una così criptica allusività che pare voglia affermare la sua totale indipendenza dal tema, il quale però si evince dalla coerenza nella irridente (e tragica) denunzia del nulla; nell’altro, nel Don Giovanni, il vincolo si fa più evidente, senza tuttavia limitare l’autonomia del discorso poetico, cosicché il rapporto tra Ordo e Invenzione mi pare sia sostanzialmente dello stesso tipo che possiamo osservare nel Calderón della Vida es sueno» (Vittorio Bodini, Lettera a Carmelo Bene sul Barocco).
ore 20.45
Incontro con enrico ghezzi e Fulvio Baglivi, curatori del cofanetto edito da Rarovideo, Gianluca e Stefano Curti (Rarovideo)
a seguire
Don Giovanni (1970)
Regia: Carmelo Bene; soggetto: dal racconto Il più bell’amore di Don Giovanni di Jules-Amédée Barbey d’Aurevilly; sceneggiatura: C. Bene; fotografia: Mario Masini; scenografia: Salvatore Vendittelli; montaggio: Mauro Contini; interpreti: C. Bene, Lydia Mancinelli, Vittorio Bodini, Gea Marotta, Salvatore Vendittelli; origine: Italia; produzione: C. Bene; origine: Italia; durata: 75′
«Col tramite di una madre, già sua amante, Don Giovanni cerca – per placare l’angoscia e la smania dell’impossibile successo – di sedurre una brutta bambina di tendenze mistiche per aumentare il numero delle sue 1003 conquiste. Nell’aggiustare liberamente il mito di Don Giovanni, secondo il cattolico Barbey D’Aurevilly (Il più bell’amore di Don Giovanni), C. Bene fa un film allucinato e furiosamente barocco in cui – tra marionette, bambole, specchi, immaginette sacre – mette in caricatura sé stesso, la propria caotica cultura, il delirante esibizionismo istrionico con aggressiva ironia. Sulla scia del misantropo Borges (“… gli specchi, e la copula, sono abominevoli, poiché moltiplicano il numero degli uomini”) approda a una morale sdegnosamente precisa e angosciata. Fotografia di Mario Masini, montaggio di Mauro Contini, musiche di Mozart, Verdi, Donizetti, Prokofiev, Mussorgskij, Bizet, Bartok» (Morandini).
Ingresso gratuito