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Cinema Trevi: Per “La figura del padre tra Cinema e Psicoanalisi” giornata dedicata al tema “In assenza del padre”.
04 Aprile 2009 - 04 Aprile 2009

La rassegna La figura del padre tra Cinema e Psicoanalisi si svolge per tutto il 2009.

sabato 4 aprile
ore 16.30
Bellissima (1951)
Regia: Luchino Visconti; soggetto: Cesare Zavattini; sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Francesco Rosi, L. Visconti; fotografia: Piero Portalupi, Paul Ronald; musica: Franco Mannino; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Anna Magnani, Walter Chiari, Tina Apicella, Gastone Renzelli, Tecla Scarano, Lola Braccini; origine: Italia; produzione: Società Film Bellissima; durata: 115′
«Dopo il mirabile incontro con la “diva” Calamai […] Visconti scopre in Bellissima una Magnani inedita, che oltrepassa, e di non poco, quella rosselliniana di Roma, città aperta. Egli la spoglia dei suoi “vizi”, del suo preoccupante gigionismo, riscontrabile in particolar modo in opere come L’amore dello stesso Rossellini e Vulcano di Dieterle […]. Bellissima è film su un personaggio proprio perché è storia di una crisi (non delle consuete crisi più o meno da casi clinici); e appunto perché storia di una crisi, e di una crisi risolta, è anche film di ambiente» (Aristarco).
 
ore 18.30
I pugni in tasca (1965)
Regia: Marco Bellocchio; soggetto e sceneggiatura: M. Bellocchio; fotografia: Alberto Marrama; musica: Ennio Morricone; montaggio: Aurelio Mangiarotti [Silvano Agosti]; interpreti: Lou Castel, Paola Pitagora, Marino Masè, Pierluigi Troglio, Jennie Mac Neil, Irene Agnelli; origine: Italia; produzione: Doria Cinematografica; durata: 107′
Alessandro, un giovane epilettico, vive rapporti conflittuali con la realtà che lo circonda, in particolare con la sua famiglia. Folgorante esordio del ventiseienne Marco Bellocchio, Vela d’argento per la miglior regia al Festival di Locarno: «Appena il racconto parte, non c’è più niente che lo ferma: come una lucida, inflessibile macchina, la carica demoniaco porta il folle protagonista, attraverso la distruzione degli altri, alla propria distruzione. È un impressionante personaggio che Bellocchio ha estrinsecato, per mezzo di un inedito e intelligente tipo di interprete, Lou Castel, con rara potenza registica. E, nella figura succube, pervertita e patetica della sorella, particolarmente brava e sensibile Paola Pitagora» (Sacchi).
Vietato ai minori di anni 14
 
ore 20.45
Al lupo al lupo (1992)
Regia: Carlo Verdone; soggetto e sceneggiatura: Gianfilippo Ascione, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, C. Verdone; fotografia: Danilo Desideri; musica: Manuel De Sica; montaggio: Antonio Siciliano; interpreti: Carlo Verdone, Sergio Rubini, Francesca Neri, Barry Morse, Cecilia Luci, Gillian McCuthceon; origine: Italia; produzione: C.G.G. Tiger Cinematografica, Giulia Vittoria Audiovisivi; durata: 112′
«Il tema della famiglia è centrale in buona parte del cinema contemporaneo, quasi che soltanto rifugiandosi nel nido domestico si riescano a esorcizzare i disagi della vita collettiva. Il valore dei legami di sangue e delle comuni memorie d’infanzia è la struttura portante anche del nuovo film di Carlo Verdone, Al lupo al lupo, venuto ad appena dieci mesi di distanza da Maledetto il giorno che t’ho incontrato. Dove, usciti dalla fertile mente dello stesso Verdone, di Filippo Ascione, di Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, due fratelli e una sorella sono alla ricerca del padre scomparso, uno scultore famoso al quale i figli sono ovviamente affezionati, ma forse più per obbligo sociale che per convinzione. E ciascuno secondo la propria indole. […] Al lupo al lupoè un film ben riuscito. Non tutto è sempre a fuoco, ma intelligente e gradevole, nella sua mutevolezza, è il rapporto fra i tre protagonisti, ciascuno portatore d’un modo diverso di sentire e comportarsi, rappresentato dalla regia con uguale rispetto della verità psicologica. C’è dell’altro: la splendida resa dei paesaggi (il Senese, la Maremma, le Apuane), che anche per merito della fotografia limpida di Danilo Desideri si traducono talvolta in soavi pitture. E c’è, in quell’impasto felice di malinconico e di ilare, la riprova della forza espressiva di tre attori: lo stesso Carlo Verdone, che sagacemente alterna la buffoneria alle note intimiste, l’ineccepibile Sergio Rubini, la Francesca Neri che cresce a vista d’occhio» (Grazzini).
Ingresso gratuito
 
a seguire
Relazione della psicanalista Carla Dugo Visco e incontro moderato da Fabio Castriota 
Date di programmazione