Visconti vs. Visconti
27 Settembre 2018 - 30 Settembre 2018
Cogliendo la nobile occasione della pubblicazione di un libro davvero importante sul cinema di Eriprando Visconti, si è deciso di accettare una sfida un po’ folle e tutta cinefila di mettere a confronto alcuni film del Maestro Luchino Visconti con quelli di suo nipote Eriprando, per gli amici Prandino. Il guanto di sfida l’ha lanciato per primo Corrado Colombo, il curatore insieme a Mario Gerosa del volume in questione, Prandino. L’altro Visconti, che scrive: «Luchino Visconti resta uno dei più grandi registi del cinema italiano […], protagonista indiscusso di una stagione del nostro cinema unico ed irripetibile, i suoi film sono opere d’arte. I film di Eriprando, per contro e nonostante gli anni, sono film ancora vivi e carichi di energia e non c’è come mettere a confronto Gruppo di famiglia in un interno con Una spirale di nebbia, L’innocente con La orca, per apprezzarne la spiazzante diversità in un confronto contrapposto, ma al tempo stesso anche complementare, nel raccontare il Novecento». E allora perché non accoppiare, in un duello affettuoso e amichevole, l’esordio di Prandino, Una storia milanese,con Il lavoro, l’episodio viscontiano del film Boccaccio 70, due riletture ancora attualissime perché disincantate sul cosiddetto boom? E che dire dello straniamento identitario con varianti diversissime (che parte da Camus per Luchino con Lo straniero e arriva a Verne per Prandino con Strogoff)? O gli amour fou e decadenti, dove Thanatos prevale su Eros (rispettivamente Morte a Venezia e Malamore)? O la decadenza di una famiglia con mille sfaccettature morbose e malate (La caduta degli dei e Oedipus Orca)? Visconti vs. Visconti tenta di rispondere a questi quesiti con un incontro in cui arbitro è Orio Caldiron e i due “duellanti” sono Corrado Colombo, che parteggia per il suo maestro Prandino, e Mario Gerosa, per Luchino Visconti. Guest stars: Caterina e Masolino d’Amico.
giovedì 27
ore 16.30 Una storia milanese di Eriprando Visconti (1962, 95′)
Una storia milanese racconta la storia d’amore di due giovani belli e ricchi (Giampiero e Valeria). Sullo sfondo di un inverno milanese i due s’innamorano forse per noia o per convenzione, ma poi la ragazza rimane incinta e le cose cambiano…. Magnifica opera d’esordio di Visconti che, oltre ai consensi di critica, ottiene una serie di premi, fra i quali la segnalazione di merito della giuria internazionale al festival di Venezia e il Nastro d’argento 1962 a Romolo Valli quale miglior attore non protagonista. «Le doti del regista sono notevoli. Nel film vi sono sequenze che con grande efficacia rappresentano lo scollamento generale delle coscienze, belle immagini del grigio lombardo, gustosissime note di costume, e una buona recitazione da parte di Daniele Gaubert, Enrico Thibaut e soprattutto Romolo Valli» (Grazzini).
ore 18.15 Il lavoro di Luchino Visconti (episodio di Boccaccio70, 1962, 54′)
Il conte Ottavio rimane coinvolto in uno scandalo di “squillo” e la moglie Pupe, per vendicarsi, chiede di essere pagata per ogni prestazione sessuale. Il denaro muove i fili delle relazioni sociali e anche familiari. Romy Schneider, al massimo del suo fulgore, duetta con il giovane e lanciatissimo Milian. Una curiosità: fra le lettura di Pupe figura una copia (in tedesco) de IlGattopardo, degno preludio al successivo capolavoro di Visconti.
ore 19.15 Strogoff di Eriprando Visconti (1970, 106′)
«Strogoff di Eriprando Visconti è virtualmente un film in bianco e nero. Se la versione di Carmine Gallone del romanzo di Verne era tutta incentrata sui colori squillanti del coraggio e della fedeltà, quest’altra è invece giocata sulle mille sfumature dei grigi e delle tinte livide del colore della menzogna e della falsità, gli stessi riflessi cromatici sporchi e annebbiati che si insinuano nei romanzi di spionaggio di John Le Carré. E comunque tutto è ineluttabilmente riconducibile al bianco e nero assoluti, il bianco candido della neve e il nero del buio in cui sprofonda momentaneamente l’esistenza del protagonista. Al punto che Strogoff può essere considerato un film noir di spionaggio ambientato nel XIX secolo» (Gerosa).
ore 21.15 Lo straniero di Luchino Visconti (1967, 104′)
Mersault, un impiegato francese che vive ad Algeri, uccide un arabo e durante il processo rinuncia a difendersi. Una serie di rinvii e i veti imposti dalla vedova di Albert Camus impediscono a Visconti di adattare il romanzo agli avvenimenti più recenti della guerra di liberazione algerina. Ne risulta un film imperfetto: l’indifferenza e l’apatia del protagonista non riescono a riflettere l’anelito a una possibile rivolta contro le convenzioni sociali.
venerdì 28
ore 17.00 La Orca di Eriprando Visconti (1976, 105′)
Interessante analisi sul sequestro di persona e sui risvolti psicologici, Laorca generò un certo clamore nella seconda metà degli anni Settanta a causa dell’attualità del tema e per l’audacia di certe scene (il film ebbe gravi problemi censori tra cui anche un sequestro). Alice è una giovane figlia di un industriale che viene rapita e rinchiusa in un casolare, ma uno dei malviventi viene a poco a poco sedotto dalla ragazza.
ore 19.00 L’innocente di Luchino Visconti (1976, 128′)
Tullio Hermil tradisce la moglie, ma quando scopre che lei ha una relazione con uno scrittore, ne è di nuovo attratto. Ultimo film di Visconti, che morì pochi giorni dopo aver portato a termine il primo montaggio del film.Dal realismo di Verga al decadentismo di D’Annunzio si completa la parabola viscontiana. Come ricorda Pasqualino De Santis, «la mano che sfoglia il libro è quella di Visconti», il quale «ci teneva moltissimo a essere lui a sfogliare il libro».
ore 21.15 Oedipus Orca di Eriprando Visconti (1977, 97′)
Dopo il sequestro, Alice, restituita alla vita normale, non riesce a raggiungere una stabilità emotiva. Troppi ricordi la legano ai giorni di prigionia. E, inoltre, un nuovo turbamento erotico si insinua in lei. «L’erotismo dei corpi alla ricerca di un piacere fine a sé stesso che rappresenti un barlume effimero di vita nelle tenebre della reclusione forzata, in Oedipus Orca è il veicolo per l’autodeterminazione e, in ultimo, anche uno strumento di vendetta per un amore paterno negato per rincorrere egoisticamente chimere e sogni» (Sansone).
sabato 29
ore 17.00 La caduta degli dei (Götterdämmerung) di Luchino Visconti (1969, 157′)
La saga dei von Essenbeck, una famiglia di industriali, negli anni dell’ascesa del nazismo. Crolla l’ordine familiare e la ferocia dei forti si scatena sui deboli. La lotta spietata per il dominio si carica di violenza fisica e morale (su tutti la sequenza della notte dei lunghi coltelli), ma anche di forti suggestioni autobiografiche e culturali (Wagner, Thomas Mann, Macbeth).
ore 20.00 Incontro moderato Orio Caldiron con Corrado Colombo, Caterina d’Amico, Masolino d’Amico, Mario Gerosa
Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro a cura di Corrado Colombo e Mario Gerosa Prandino. L’altro Visconti. Vita e film di Eriprando Visconti, regista milanese (Edizioni Il Foglio, 2018).
a seguire Sul set di Malamore di Corrado Colombo (1982, 22′)
Il documentario è stato girato durante la lavorazione del film di Eriprando Visconti, Malamore nel 1982. La voce del regista, le musiche originali, le interviste agli attori protagonisti (Nathalie Nell, Jimmy Briscoe e Antonio Marsina) fanno da guida alle immagini che colgono il lavoro sul set nei momenti salienti di preparazione e realizzazione di alcune scene. Eriprando Visconti ci introduce nel suo mondo poetico, spiega il suo lavoro di regia. Il documentario è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1982, insieme al film.
a seguire Malamore di Eriprando Visconti (1982, 98′)
1915. Imperversa la Grande Guerra. In un paese del Veneto vive l’avvocato Giammarco, che ha un figlio nano, di nome Marcello. La villa in cui abitano i due è stata adibita a ospedale militare e Marcello ha modo così di fare amicizia con alcuni soldati che lo iniziano alla frequentazione delle prostitute. In un bordello conosce Maria, di cui si innamora. Uno dei militari, intanto, decide di sfruttare la donna per spogliare Marcello di tutte le sue ricchezze.
domenica 30
ore 16.30 Morte a Venezia di Luchino Visconti (1971, 133′)
Il musicista Gustav von Aschenbach si reca al Lido di Venezia per una vacanza e nell’albergo dove soggiorna incontra il giovane Tadzio, del quale si invaghisce. Raffinato film avvolto in un’atmosfera lugubre e decadente, dove si compie il declino della società cosmopolita riunita all’Hôtel des Bains, minacciata dalla peste che ha colpito Venezia e dai sintomi del primo conflitto mondiale. Nel racconto di Mann il protagonista era uno scrittore, nel film un musicista, per il quale Visconti si ispirò a Gustav Mahler, le cui musiche rappresentano il commento ideale alla vicenda portata sullo schermo.
ore 18.45 Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti (1974, 122′)
Un anziano professore vive nel palazzo di famiglia circondato dai suoi libri e dai suoi ricordi, un equilibrio spezzato dall’arrivo, nell’appartamento sopra il suo, di una donna e della sua “strana” famiglia, l’amante, il figlio e la fidanzata del figlio, della quale alla fine, volente e nolente, entra a far parte. «La malinconia dell’età e della vecchiaia, con l’attesa della morte è […] presente in […] Gruppo di famiglia in un interno, ispirato ad un racconto di Thomas Mann, L’inganno. Una matura signora, non più fertile, s’innamora d’un giovane: il sentimento, fortissimo, le provoca poco tempo dopo il ritorno del ciclo mestruale. Così lei crede, felice. È invece un’emorragia. Un cancro, che la porterà presto alla morte. Si tratta di una drammatica allegoria sul rapporto amore-morte, giovani-vecchi: l’amore per i giovani come preludio della morte» (Medioli).
ore 21.00 Una spirale di nebbia di Eriprando Visconti (1977, 107′)
«Unaspiraledinebbia è il film cardine di Eriprando Visconti, il più personale […] e summa di tutto il suo percorso tecnico/stilistico e contenutistico. Parte come un giallo, con la morte di Valeria assassinata forse dal marito e l’indagine del giudice Marinoni, ma si trasforma subito in qualcosa di diverso. Un’indagine che non è più poliziesca ma antropologica. […] Unaspirale di nebbia è un film che mette a nudo il mal di vivere dell’uomo, soprattutto all’interno della vita di coppia» (Gomarasca). Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Michele Prisco.