Omaggio a Virna Lisi
01 Febbraio 2015 - 01 Febbraio 2015
Si è spenta il 18 dicembre 2014 una delle ultime vere regine del cinema italiano. Viso angelico e carattere energico, «quello che più sorprende in Virna Lisi è la duttilità», scriveva Sergio Toffetti in una monografia a lei dedicata, «davvero non comune nel cinema italiano, di un’attrice capace di affrontare con identica immedesimazione commedie e melodrammi, passando dal confronto con Jack Lemmon in Come uccidere vostra moglie, dove Richard Quine la sceglie come “nuova Marilyn Monroe” per una parte da “svampita” tra il comico e il brillante; al tenero ritratto di Milena, la giovane cassiera innamorata che Pietro Germi le disegna addosso in Signore e Signori; alla Wilma Malinverni della Cicala di Alberto Lattuada, che va apparentemente contro la sua bellezza, invecchiandola, per farle meglio esprimere una disperata vitalità. Dopo mezzo secolo di indiscusso “predominio del regista”, oggi si torna a interrogarsi su chi sia l’autore di un film, sottolineandone gli aspetti di opera collettiva, cui molti talenti e molte professionalità devono contribuire per garantirne il successo».
Giovedì 27, all’interno della rassegna dedicata a Paola Pitagora, sarà possibile rivedere Virna Lisi in una delle sue più convincenti interpretazioni: la svampita protagonista della commedia Tenderly di Franco Brusati.
Le citazioni sono tratte dal volume di Sergio Toffetti, Alberto La Monica, Virna Lisi. Un’attrice per bene, Besa, 2005.
ore 17.00 Al di là del bene e del male di Liliana Cavani (1977, 127′)
Triangolo amoroso fra il filosofo Federico Nietzsche, la disinibita Lou Salomé e l’inibito Paul Rée. Incapace di optare per una vita priva di regole (com’è quella della bella Lou) e d’altra parte nauseato delle pastoie borghesi della sua educazione, Nietzsche finisce per impazzire. «Adoro i personaggi da cattiva, mi ci butto dentro come una pazza, mi è piaciuta da morire ad esempio la parte della sorella di Nietzsche in Al di là del bene e del male. Ero una nevrastenica pazza, a un certo punto mi arrabbio talmente che vomito quello che mangio… oddio se mi ricordo quella scena! Liliana Cavani mi propose poi il ruolo della protagonista nel Portiere di notte, ma non faceva per me» (Lisi). Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista a Virna Lisi.
ore 19.15 La cicala di Alberto Lattuada (1980, 101′)
Una bella donna sui quaranta, ex cantante e prostituta, ha sposato un brav’uomo, titolare di una stazione di servizio. Convinta di essere ormai sistemata, prende con sé la figlia adolescente, ma costei nell’ambiente si guasta. Rivaleggia in amore con la madre, fino a rubarle il marito. Testimone della vicenda è la “cicala”, selvatica e bellissima fantesca. «Nella Cicala sono ingrassata di sette chili per fare la protagonista. C’era Lattuada che ogni cinque minuti mi faceva portare un panino in scena, mi faceva mangiare tutto il giorno! E nella prima scena, quando scendo dalla corriera, mi mise un piccolo “coulisson” perché ancora non ero grassa abbastanza, e mi fece un po’ di sedere finto, per cui mi dovevo muovere dentro un vestito stretto stretto… Che bel personaggio. Nel finale, Alberto mi disse: “Virna, io non so da che parte cominciare”. E io: “Tu dai motore e io vedo come posso fare…”. E sono uscita di corsa urlando come una pazza con i vestiti che mi bruciavano addosso. L’abbiamo girata una volta sola. Lattuada disse che era un finale bellissimo. Molto intenso» (Lisi). David di Donatello 1980 a Virna Lisi come miglior attrice.
ore 21.15 Sapore di mare di Carlo Vanzina (1983, 99′)
Ambientato nel ’64 il film racconta la vacanza di un gruppo di ragazzi. I protagonisti sono due fratelli napoletani, Paolo e Marina, che in Versilia si uniscono ad altri loro coetanei. Diventano tutti amici, anche se sono di ceti diversi, e comincia così l’avventura estiva. Assisteremo alle immagini di quell’epoca: il bowling, il surf, le gare in pineta tra vespe e lambrette, il mondo dei primi baci, dei locali notturni, dei Beatles. Per tutti nasce l’amore e anche per Paolo e Marina l’estate si riempie di illusioni che poi svaniscono con l’arrivo dell’autunno. Ci ritroviamo ai giorni nostri, 1982. I ragazzi sono invecchiati ma ancora lì alla Capannina. La musica suona lo stesso motivo di allora… lasciando un sapore di malinconia per quegli anni che nessuno aveva capito. David di Donatello e Nastro d’Argento 1983 a Virna Lisi come miglior attrice non protagonista.