«Il Noir non è solamente un “genere” cinematografico, è anche e soprattutto uno stile, una dimensione psicologica, un modo di sentire la vita (oltre che il cinema): è il trionfo del chiaroscuro, dell’ambiguità, la percezione di un destino tanto crudele quanto ineluttabile. Silvio Raffo, cultore del giallo e del fantastico-visionario, prima di tutto come romanziere, propone in questo singolare libro una cronistoria “affettiva” ed estetica dell’universo noir, senza perdere mai di vista i riferimenti letterari e di costume, nella convinzione squisitamente “antimoderna” che un certo gusto e una certa Bellezza abbiano davvero e definitivamente lasciato l’Olimpo» (dalla quarta di copertina del libro di Silvio Raffo, Lo schermo oscuro. Cinema noir e dintorni, Bietti, 2014).
Si è deciso pertanto di far riemergere tre chicche cinetecarie dei nostri anni Cinquanta, dove i chiaroscuri del noir si mescolano con quelli – ben più mediterranei! – del mélo.
ore 18.30 Incontro con Silvana Pampanini e Silvio Raffo
a seguire:
Canzone appassionata di Giorgio C. Simonelli (1953, 97′)
«Mélo-noir di squisita ingenuità confezionato su misura per Nilla Pizzi, improbabile quanto simpatica interprete di se stessa nelle vesti di una donna che, forzatamente unita in matrimonio a un uomo noiosissimo e cacciata dal focolare per un’immorale relazione con un poco di buono, deve rinunciare all’amore della figlia ma in compenso diventa una famosa star nel mondo della canzone. Quando scopre che l’amante (suo manager) ha irretito anche la fanciulla e vuole portarsela via, in una scena memorabile gli scarica addosso un discreto numero di proiettili da un grazioso revolver da pochette. Echi (non si sa quanto consapevoli) da drammoni americani stile Il romanzo di Mildred fanno di questo film di Simonelli, ignorato da guide e cinephile, un piccolo irrinunciabile gioiello del kitsch made in Italy anni 50» (Raffo).
Per gentile concessione di Ripley’s Film – Proiezione a ingresso gratuito
ore 21.30 La paura di Roberto Rossellini (1954, 82′)
«Perla misconosciuta di suggestioni vagamente noir, tratta dal racconto Angst del grande Stefan Zweig (Sovvertimento dei sensi, Bruciante segreto), che narra in toni raffinati e algidi dell’incauto tradimento coniugale di Irene Slotz (felicemente sposata a un irreprensibile chimico) ricattata da un’ambigua sconosciuta che si presenta come la partner del suo amante. Ma, come spesso accade, una verità imprevedibile si nasconde dietro le apparenze. Il travaglio della protagonista è reso egregiamente da una Ingrid Bergman nel pieno della sua maturità artistica e le atmosfere nordiche, fascinosamente neorealistiche, potenziano la suspense della trama. Rossellini non è certo un regista qualunque, e anche questo suo prodotto “minore” conferma il suo genio» (Raffo).