Nero su bianco. Scrittori di cinema: Enzo Monteleone
27 Febbraio 2019 - 27 Febbraio 2019
«Enzo Monteleone, con il quale si chiude la galleria di incontri critici/autori Nero su bianco. Scrittori di cinema, oltre che uno sceneggiatore (poi regista, in senso inverso a quasi tutti i suoi colleghi registi che si sono occupati ed implacabilmente si occupano anche della scrittura dei loro film) valente e “militante”, è stato, più di altri compagni di lavoro, uno dei più significativi ed attivi campioni, tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, di quel particolare momento della nostra cultura e pratica cinematografiche, passato alle cronache come “nuovo cinema italiano”, quello che, secondo un giudizio di Lino Miccichè, senza pari come sempre, rimasto orfano dei Padri e orbo dei Fratelli, dovrà vedersela con un sistema al capolinea. Monteleone ne diventa, in quel frangente, addirittura una sorta di “ideologo”: scrive per Salvatores, Torrini, Mazzacurati, D’Alatri, Piccioni. Opere come Mediterraneo, Hotel Colonial, Il prete bello, Americano rosso, Chiedi la luna. E riesce ad imporre una propria personalissima idea di cinema, già maturata nel corso dell’apprendistato padovano come organizzatore culturale: un pizzico di Hollywood dei bei tempi, una sapiente farcitura di Nouvelle Vague, la Grande Storia alle spalle ad agire da quinta e lo spirito che ha reso grande il Paese del neorealismo nel mondo intero. Una ricetta che molti hanno poi cercato di applicare, ma che quasi nessuno è riuscito nemmeno ad imitare e che gli è valso il riconoscimento mondiale dell’Oscar. E se rimane ancora qualche vaga traccia dell’italian way of movie, è grazie proprio a questa tempra di “orfani” fattisi Padri per merito sul campo» (Claver Salizzato).
Rassegna a cura del SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani
ore 17.00 Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1991, 103′)
«Avventure, amori e tribolazioni di otto soldati del Regio Esercito Italiano che nel giugno 1941 sono mandati a presidiare un’isoletta greca dell’Egeo dove rimangono sino all’inverno del 1943. Uno degli otto non tornerà. Senza ambizioni storiche, è una favola, un racconto di formazione, un apologo sull’amicizia virile, sul desiderio di fuga (è dedicato “a tutti quelli che stanno scappando”), sulle difficoltà di crescere. Chiude un’ideale trilogia sul viaggio e su una generazione, quella del regista, formata da Marrakech Express e Turné. Un bel gioco di squadra attoriale e un’accattivante mistura di buffo e patetico con molti stereotipi e qualche leziosaggine ruffiana. Girato nell’isola di Kastellorizo (Megisti in greco). Oscar per il film straniero» (Morandini).
ore 19.00 Ormai è fatta! di Enzo Monteleone (1999, 96′)
Il 23 luglio 1973 nel carcere di Fossano il giovane Horst Fantazzini, detenuto con una condanna a 22 anni, decide che è venuto il momento di tentare la fuga. L’operazione però si rivela ben presto più difficile del previsto, e Horst si vede costretto a prendere in ostaggio due agenti di custodia. A questo punto l’evasione può dirsi in pratica fallita, ma Horst non ha certo intenzione di arrendersi. «È vero che il film e il suo autore si espongono molto a favore di una vicenda umana sulla quale la giustizia si è già pronunciata: discutibilmente, noi non sappiamo se è stato commesso un errore di cui sia opportuno invocare la riparazione. Ma non è tanto questo a interessarci quanto il pathos che la ricostruzione esprime, quanto il bel personaggio che Accorsi fa vivere in sintonia con eccellenti coprotagonisti come la guardia carceraria Solfrizzi o il sostituto procuratore Catania per dirne solo due tra molti. Un film forse non perfetto ma con molta anima» (D’Agostini).
ore 20.45 Incontro moderato da Claver Salizzato con Enzo Monteleone
a seguire El Alamein di Enzo Monteleone (2002, 119′)
A El Alamein l’armata italo-tedesca viene sbaragliata e costretta a una ritirata umiliante. Accanto ai tedeschi nella lotta contro gli inglesi ci sono anche gli italiani, un esercito di soldati male armati, ma valorosi, abbandonati a se stessi, straccioni ma pieni di orgoglio, capaci comunque di eroismi contro un nemico troppo forte e un alleato che li disprezza. «Monteleone ci trasporta all’interno della tragedia con la semplicità di Rossellini, mostrando una situazione dove la posta in gioco è la sopravvivenza» (Kezich). Con Paolo Briguglia, Pierfrancesco Favino, Silvio Orlando