Strane storie. Uno sguardo sul cinema italiano degli anni 90 (Seconda parte)
12 Febbraio 2019 - 17 Febbraio 2019
«A distanza di un paio d’anni dalla rassegna Strane storie, lo schermo del Cinema Trevi tornerà a essere dominato dal cinema italiano degli anni Novanta. Un decennio rimosso con fin troppa facilità dalla memoria collettiva, quasi rappresentasse un’onta o comunque un passaggio storico superficiale e trascurabile. In questa seconda parte abbiamo ritenuto opportuno continuare a riscoprire titoli sperduti, forse troppo presto accantonati. Certo, non mancano nomi oramai noti sul proscenio nazionale e internazionale, ma il tentativo è in ogni caso quello di mostrarne il volto meno conosciuto, con la speranza che si possa tornare a ragionare a trecentosessanta gradi su una produzione ricca e ben più stratificata di quanto si supponga nella vulgata comune. Perché titoli come Confortorio di Paolo Benvenuti, Girotondo, giro intorno al mondo di Davide Manuli, Lo zio di Brooklyn di Ciprì-Maresco e L’odore della notte del compianto Claudio Caligari, solo per portare alcuni esempi, meritano di occupare un posto di prim’ordine nella storia del cinema italiano. Con l’obiettivo una volta di più di ricordare da quale e quanta vitalità è stata attraversata la produzione nazionale venti anni fa. Buona visione» (Meale).
Programma a cura di Raffaele Meale in collaborazione con la Cineteca Nazionale
martedì 12
ore 16.30 La stazione di Sergio Rubini (1990, 92′)
In una piccola stazione ferroviaria in Puglia, il giovane Domenico si reca ogni sera al suo lavoro di capostazione compiendo sempre gli stessi gesti e le medesime azioni, cronometrando meticolosamente ogni cosa. Una sera, irrompa nella questa solita routine una ragazza, Flavia, che gli chiede di farla partire al più presto con il primo treno, che, purtroppo, partirà solo alle prime luci dell’alba. Alla ragazza non resta che aspettare pazientemente e fra i due si instaura un rapporto di amicizia e di solidarietà. Ma Flavia sta fuggendo dal fidanzato, determinato a recuperarla con sé, anche con la forza…
ore 18.15 Ladri di cinema di Piero Natoli (1994, 95′)
Mercurio è un regista indipendente. Può contare su di un cast tecnico di amici che lo seguirebbero pur di creare i loro sogni di celluloide. Ma purtroppo per lui, Mantide Film, che distribuisca il suo film, è praticamente interessata solo alle pellicole americane. Il dottor Aristide, assistente del presidente della Mantide, consiglia a Mercurio di recarsi al Festival di Cannes, senza rimborsi, per proiettare il film. Mercurio parte e organizza tutto, ma la sola spettatrice è una francese, Josephine, che sembra comunque affascinata dal giovane regista. Mercurio, deluso, torna a Roma e Josephine lo segue. Una volta in città Mercurio ha un’idea: riunisce gli elementi più fidati della sua piccola troupe e organizza con loro un piano per vendicarsi su Mantide.
ore 20.00 Dall’altra parte del mondo di Arnaldo Catinari (1992, 88′)
«Negli anni della sua giovinezza, Aureliano ha vissuto e lavorato in Africa. Ora che è anziano e vive da solo in un villino situato tra il mare e la ferrovia, l’uomo ricordo quei giorni con nostalgia. Nel frattempo Teresa la sua amante di allora, cerca di convincerlo ad andare lontano, a tornare in Africa e trascorre gli ultimi anni insieme. Poi, l’incontro con due giovani africani in cerca di aiuto metterà a soqquadro l’esistenza di Aureliano, facendogli ritrovare uno scopo nella vita» (cinematografo.it).
mercoledì 13
ore 17.00 Confortorio di Paolo Benvenuti (1992, 85′)
Storia vera di due ragazzi ebrei condannati a morte per furto nella Roma del 1736, sotto il Pontificato di Clemente XII. La notte prima dell’esecuzione, i condannati devono ricevere l’assistenza spirituale dei padri confessori dell’Arciconfraternita di San Giovanni Decollato. I due popolani, ladri e analfabeti, devono lottare per non accettare la conversione in extremis che gli vorrebbero imporre. «Alla straordinaria inspirazione fotografica corrispondono un’attenzione e un equilibrio particolare con in quali si muove l’autore toscano sul delicato tema dell’eterno conflitto fra potere e coscienza che Confortorio inevitabilmente in scena» (Paolo Magini).
ore 19.00 Compagna di viaggio di Peter Del Monte (1996, 104′)
«Un vecchio professore e una ragazza, un’esistenza conclusa e una vita sconnessa, un viaggio senza itinerario e senza scopo lungo le vie della memoria perduta e dell’esperienza mancante, attraverso persone e paesaggi di una Italia mai vista (non tragica né ridicola, non devastata né intatta, squallida per una povertà diversa dalla carenza di soldi) fotografata benissimo da Beppe Lanci. L’incontro di due diversi smarrimenti, il contrasto tra indifferenza e impazienza, approda a una specie di affetto. Dopo oltre cinque anni di silenzio, Peter Del Monte […] torna con un film che conferma la sua integrità d’artista e mostra l’evoluzione delle sue qualità di narratore di psicologie, di regista denso e delicato, di ottimo direttore d’attori» (Tornabuoni).
ore 21.00 Barocco di Claudio Sestieri (1991, 99′)
In un appartamento della vecchia Roma, la giovane studentessa straniera Valeria fa precipitosamente le valigie: è decisa a lasciare il suo compagno Luca, un dj radiofonico. È un addio per sempre e Valeria trova rifugio da una coppia gay, David e Marco, che abitano nei paraggi. Inizia così una nuova vita che la porta a nuovi incontri, anche amorosi, sempre però nel ricordo di Luca, che nel frattempo non ha smesso di cercarla.
giovedì 14
ore 17.30 Vito e gli altri di Antonio Capuano (1991, 83′)
Napoli, la notte di Capodanno. Vito, un ragazzo di 12 anni, vede il padre uccidere la madre e il fratello, risparmiando lui come per miracolo. Vito viene affidato alla cura della zia Rosetta, che non sa amarlo né parlagli, in una zona della città degradata e abitata per la maggior parte da delinquenti e camorristi. Il ragazzo entra gradualmente nel mondo del crimine e finisce in carcere, dove subisce violenze e affina il suo carattere criminale confrontandosi con i suoi compagni di pena. Una volta tornato in libertà, l’esperienza lo trasforma in un giovanissimo e spietato killer.
ore 19.00 Dove comincia la notte di Maurizio Zaccaro (1991, 94′)
Il giovane Irving torna dopo tanti anni a Davenport, nello stato americano di Iowa per firmare la cessione della casa del padre, appena deceduto, alla famiglia di Glenda Mallory, una studentessa che si è suicidata molti anni prima e che era l’amante di suo padre. Lo scandalo aveva costretto Irving e sua madre ad andarsene della città, ma ormai, molti anni più tardi, molti nel quartiere sono certi che lo spirito della ragazza viva ancora in quella casa, e altri ancora pensano che Glenda non sia morta. Questi dubbi convincono Irving a indagare sul fatto, giungendo a una verità straziante.
ore 20.45 Incontro moderato da Raffaele Meale con Arnaldo Catinari, Guido Chiesa, Luca Manfredi, Davide Manuli, Claudio Sestieri, Mario Sesti
a seguire Terra di mezzo di Matteo Garrone (1996, 78′)
Tre episodi sulla vita quotidiana di alcuni stranieri a Roma. Il primo episodio è un viaggio nella giornata di alcune prostitute nigeriane nella periferia di Roma, il secondo segue due giovani albanesi che si vedono costretti ad accettare lavoro nero come muratori sul ciglio delle strade fuori città, nel terzo episodi, un uomo di origine egiziana di notte aiuta gli automobilisti a un distributore di benzina. «In parte finzione, in parte “teatro di vita”, che fonde realtà e ricostruzione, i settantotto minuti di Terra di mezzo sono un viaggio in una realtà che sfioriamo ogni giorno. Molto pudico, molto bello, molto toccante: una provocazione tutta cose e senza lagne alla serena cecità dei “garantiti”» (Bignardi).
venerdì 15
ore 17.00 17, ovvero: l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino di Enrico Caria (1992, 93′)
2057: il mondo è stato messo in ginocchio dalla terza guerra mondiale. L’unica città scampata alla guerra batteriologica è Napoli. La città è divisa in due zone: in una la popolazione è angariata da un “presidente”, quasi dittatore, e nell’altra il suo nemico, il camorrista Don Gaetano Carone, detto ‘O Turco, in perenne lotta con il “presidente” per il controllo della regione. Per scampare agli attentati del criminale, da tempo, il “presidente” si è circondato di sosia, ma adesso si trova esposto ad ogni pericolo: i suoi “cloni” sono stati tutti eliminati, ad eccezione dell’ultimo che è prigioniero di ‘O Turco. L’agente Rudy Caino assume l’incarico di liberarlo.
ore 19.00 80 Mq – Ottantametriquadri di Ignazio Agosta, Cecilia Calvi, Dido Castelli, Luca D’Ascanio, Luca Manfredi (1993, 100′)
«Cinque episodi, cinque esordienti, un’unica idea in comune: l’ambientazione. Cinque case, cinque storie in qualche modo “di coppia”, cinque piccoli inferni quotidiani entro i quali si dibattono mariti e mogli, madri e figli, amanti e fidanzati. […] Ogni episodio isola un segmento preciso dei rapporti fra i sessi (è il vantaggio della breve durata). Ogni episodio, si potrebbe dire, ha un suo caratteristico odore di sesso, di sangue, di fritto, di chiuso. A guardarli insieme verrebbe voglia di inventare gesti, oggetti, situazioni, e i non pochi elementi comuni parlano di un mondo dove la comunicazione è sempre una sfida. Ci sono due monologhi, molte segreterie telefoniche, diverse madri diversamente apprensive; e quasi tutti prima o poi si buttano sul letto aspirando avidi una sigaretta. Più delle somiglianze esteriori contano però la varietà dei toni, le strategie narrative, il modo ora obliquo ora diretto di arrivare a quel “momento della verità” che è il nucleo di ogni episodio» (Ferzetti). Presentato nella sezione “Finestra sulle immagini” della Mostra del Cinema di Venezia, il film è diventato nel corso degli anni – grazie all’idea e al titolo! -un manifesto utile a definire il minimalismo di tanto cinema italiano anni Novanta.
ore 20.45 Girotondo, giro intorno al mondo di Davide Manuli (1998, 78′)
«Luciano Curreli è Angelo, il protagonista, un personaggio bellissimo, fragile, aperto, che lascia la droga dopo aver perso il suo migliore amico e aver incontrato la prostituta Serena (Sarah Boberg), straordinaria nella sua bellezza di angelo ferito, luminosa e tagliente. Due attori, due volti capaci di bucare lo schermo e conficcarsi dritti nell’occhio della cinepresa e di riflesso nel cuore e nella testa di chi guarda.
Manuli racconta un mondo sfatto e ai margini, intriso di morte, dolore, vita, gioia, amore, droga, favola, comprensione, umanità, senza la benché minima ombra di retorica, affidandosi al linguaggio di una cinepresa che aderisce alla naturale fotogenia degli attori. Senza compiacimento, ma solo spinto da un’urgenza e una necessità palpabili. Così, lontano dalle edulcorazioni della fiction, tutto sembra vero, sentito, sofferto, vissuto» (De Sanctis).
Manuli racconta un mondo sfatto e ai margini, intriso di morte, dolore, vita, gioia, amore, droga, favola, comprensione, umanità, senza la benché minima ombra di retorica, affidandosi al linguaggio di una cinepresa che aderisce alla naturale fotogenia degli attori. Senza compiacimento, ma solo spinto da un’urgenza e una necessità palpabili. Così, lontano dalle edulcorazioni della fiction, tutto sembra vero, sentito, sofferto, vissuto» (De Sanctis).
sabato 16
ore 17.00 Tano da morire di Roberta Torre (1997, 74′)
«A Palermo Don Tano Guarrasi, boss mafioso, viene ucciso per mano di un killer mandato dai corleonesi durante la sanguinosa guerra di mafia del 1988. Una della sua sorelle, Franca, donna prosperosa e coraggiosa, decide finalmente di sposarsi. Ma Tano, intenzionato a tutelare ancora la sorella, il giorno delle nozze si fa sentire dall’aldilà. Intorno tutto il quartiere partecipa agli eventi: le donne dal parrucchiere, i lavoratori ai banchi del mercato, le ipotesi giornalistiche e televisive. La storia di Tano viene fuori a poco a poco in flashback, raccontata da amici, parenti, conoscenti». (cinematografo.it)
ore 18.30 Lo zio di Brooklyn di Daniele Ciprì, Franco Maresco (1995, 98′)
«Nella periferia palermitana, nell’atmosfera da dopo bomba, è arrivato un misterioso “mammasantissima” americano, che la famiglia Gemelli dovrà ospitare e nascondere. Intorno all’uomo, che non parla mai, non dorme mai, non mangia mai, si muovono una serie di personaggi strani ed inquietanti: maghi, boss mafiosi, nani che intrecciano le loro vite in una commedia cinica» (cinematografo.it).
ore 20.30 L’odore della notte di Claudio Caligari (1998, 100′)
«Remo Guerra, un giovane ancora in forza alla polizia, è il capo di un gruppo di rapinatori dell’estrema periferia romana specializzati nell’assalto ai quartieri alti. Ormai totalmente preso dalla sua dimensione illegale, Remo riesce a sviluppare una efficacissima tecnica criminale. La banda aggancia le vittime per strada, le segue in macchina ed entra in casa in un crescendo di modi sempre più duri e violenti» (cinematografo.it). «Un po’ diluito e ripetitivo nella seconda parte, il film di Caligari è più insolito e coraggioso di quanto si potesse aspettare. E Mastandrea, che in chiusura spara al pubblico come il pistolero della Grande rapina al treno di Porter, interpreta bene l’anarchismo e le vaghe motivazioni politiche del suo eroe negativo».
domenica 17
ore 17.00 Lacapagira di Alessandro Piva (1999, 70′)
«Bari, belgi ultimi giorni di un inverno molto freddo una banda della piccola malavita in periferia si aggira alla ricerca di un prezioso pacchetto spedito dai Balcani e mai arrivato a destinazione. Cosa contiene il pacchetto? Scoprirlo è un modo per esplorare un sorprendente sottobosco cittadino» (cinematografo.it). «Il film di Alessandro e Andrea (soggettista e sceneggiatore) Piva fa venire in mente il primo cinema di Pasolini, quello dei tempi di ‘Accattone’. Senza l’epica delle borgate e la tragedia finale, ma con un’attenzione pasoliniana per l’esattezza dei gesti, i rituali della marginalità, la ruvida e aggressiva affettuosità tra uomini che denotano capacità di osservazione come non è dato trovarne a ogni angolo di strada» (Nepoti).
ore 18.30 Il caso Martello di Guido Chiesa (1992, 95′)
Nella notte del 27 agosto 1950, Antonio Martello finisce con l’automobile in uno scavo mal segnalato e sua moglie muore sul colpo. Trentacinque anni dopo, un agente delle assicurazioni ritrova per caso la pratica relativa alla donna e si accorge che Martello non ha mai incassato i 300 milioni che gli spettavano. Ma rintracciare Marcello non sarà facile…
ore 20.30 L’ultimo Capodanno di Marco Risi (1998, 100′)
A Roma, al numero civico 1043 della via Cassia, c’è il complesso residenziale “Le isole”. Gli abitanti del comprensorio si organizzano per vivere al meglio il capodanno. Ci sono due ragazzi in cerco dello sballo, tre ladri che tentano di svaligiare l’appartamento di un avvocato intento in pratiche sadomaso, una famigliola felice e apparentemente tranquilla, una moglie che scopre per caso il tradimento del marito con una sua amica, un’anziana contessa che organizza un veglione nel proprio appartamento con tanto di giovane gigolò e una donna che decide di togliersi la vita, ingerendo diverse pastiglie. E l’apocalisse finale, purtroppo, travolgerà tutti.