La retrospettiva vuole rendere omaggio a Tullio Kezich ricordandolo giovane, nel pieno della sua straordinaria e multiforme esistenza dedicata al cinema e alla cultura, protagonista vicino agli altri protagonisti del grande cinema italiano dell’epoca. La sua “22 Dicembre”, casa di produzione da lui fondata, insieme a Ermanno Olmi, e diretta fu attiva fino al 1965. Produsse le opere prime di Eriprando Visconti, “Una storia milanese” (1962, presentato alla 23. Mostra) e di Lina Wertmüller “I basilischi” (1963), oltre a “I fidanzati di Olmi” (1963),” La rimpatriata” di Damiano Damiani e “L’età del ferro”, primo televisivo di Roberto Rossellini.
Il percorso di Tullio Kezich nel promuovere opere prime, si intrecciava in quegli anni ai frequenti significativi esordi alla Mostra di Venezia: da “Gli sbandati” di Maselli (16. Mostra, 1955) a “La sfida” di Rosi (19. Mostra, 1958), da “Accattone” di Pasolini (22. Mostra, 1961) a “La lunga notte” del ’43 di Vancini (21. Mostra, 1960), da “Tiro al piccione” di Montaldo (22. Mostra, 1961) a “Banditi a Orgosolo” di De Seta (22. Mostra, 1961), da “Un uomo da bruciare” di Orsini (23. Mostra, 1962) a “La commare secca” di Bernardo Bertolucci (23. Mostra, 1962) e a “Chi lavora è perduto” di Brass (24. Mostra, 1963).