Omaggio ad Alberto Sordi
18 Novembre 2012 - 18 Novembre 2012
Nella sua vasta filmografia si è scelto sia il film più famoso del primo periodo, Un americano a Roma di Steno, da rileggere a posteriori come un sentito omaggio alla Capitale, sia un titolo della fase più matura, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola, e uno dei più celebri episodi, Guglielmo il dentone di Luigi Filippo D’Amico, tratto da I complessi.
Un americano a Roma uscì in “prima” a Roma, al cinema Corso, il 17 dicembre 1954, come “un film di Natale” e quindi un prodotto di sicuro successo, proprio perché Sordi era diventato talmente popolare che bastava il suo nome a rassicurare produttori, stampa e pubblico. Giacomo Gambetti ha scritto che «i quotidiani pubblicavano un’ampia locandina, di circa 10 centimetri per 20, senza fotografie, in cui il nome di Sordi era grande più di quello del cinematografo, molto di più di quello del regista, quasi quanto tutto il titolo del film».
Il personaggio dell’americano a Roma era già noto al grande pubblico perché presente in un episodio del film Un giorno in pretura diretto sempre da Steno. Curiosamente il personaggio è diventato famoso come Nando Moriconi, con la o, quando all’inizio del film lo speaker pronuncia chiaramente Mericoni, con la e, e durante il film viene ripetuto Mericoni. Complessa è anche l’attribuzione del personaggio. Per Sordi il personaggio è suo, mentre Lucio Fulci, uno degli sceneggiatori del film, sostiene di averlo inventato lui, ispirandosi ai racconti dell’artista Mimmo Rotella, che in Kansas c’era stato veramente, nel dopoguerra. Libero Grandi, noto affettuosamente fra i bolognesi con il soprannome di Bill Balena, dichiarò di aver raccontato e addirittura mimato a Sordi un personaggio simile a Moriconi. Qualunque versione sia, il film a distanza di molti anni è diventato un autentico oggetto di culto. Forse perché Nando-Alberto non è un italiano che sogna l’America, è il primo americano-trasteverino emigrato al contrario. Le uniche persone che Nando non è riuscito ad americanizzare sono i suoi genitori. Il sogno di una generazione ai margini di un mondo in trasformazione.
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968)è un ottimo esempio di film corale e anche una divertita presa in giro della provinciale e odiosa arroganza dell’italiano arricchito nel terzo mondo interpretato magistralmente da Alberto Sordi in compagnia di altri due grandissimi attori: Bernard Blier e Nino Manfredi. Le abbondanti e gustose trovate comiche e satiriche piacquero molto al pubblico, che trasformò il film in un vero campione d’incassi (quasi due miliardi ai botteghini). «Incentrato sulle peregrinazioni di un “fratello Fabbri” a tutto tondo […] che si vanta […] più volte di avere le idee chiare […] ma che tornerà alla scrivania romana confusissimo […] e su Titino, il cognato che definitivamente conquistato dall’Africa rinuncerà per sempre all’Europa del Grandi Editori […]. Parecchi personaggi buchwaldiani e insieme attendibili vi entrano e vi escono con disinvoltura […]. Ciò di cui non c’è dubbio, è che il pubblico ha certamente capito ciò che c’era da capire. E non è poco» (L. Sambinet, «Film Mese», 25 febbraio 1969).
ore 18.45
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968)
Regia: Ettore Scola; soggetto e sceneggiatura: Age & Scarpelli, E. Scola; fotografia: Claudio Cirillo; scenografia: Gianni Polidori; costumi: Bruno Parmesan; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Franco Arcalli; interpreti: Alberto Sordi, Bernard Blier, Nino Manfredi, Franca Bettola, Giuliana Lojodice, Manuel Zarzo; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 127′
Con un titolo che ricorda quelli coevi di Lina Wertmüller, il film di Scola è una commedia il cui obiettivo primario è il provincialismo italiano, presuntuoso e un po’ ignorante, a contatto con i popoli dell’Africa, in quegli anni alla ribalta per le lotte indipendentiste e anticoloniali. Un ricco editore parte con un fidato collaboratore alla volta dell’Africa alla ricerca del cognato scomparso qualche tempo prima. La ricerca è lunga e complicata da numerosi incontri e vicissitudini e il risultato e le conseguenze non sono quelle previste. «Un film come Riusciranno i nostri eroi…, pur senza affrontare il “tema del giorno”, acutizza la rappresentazione di una società in crisi che vedendo sgonfiarsi i miti in cui è cresciuta, cerca soluzioni altrove, in qualche rasserenante vacanza (o impossibile fuga)» (Ellero). «Scola mi aveva interpellato per la parte del protagonista e pensava di far fare lo stregone a Sordi; in effetti era più facile quel ruolo per Sordi, il suo è un personaggio più esasperato, era più naturale immaginarlo con le penne. Io comunque non potevo fare il protagonista, per gli altri impegni di lavoro; così i ruoli vennero invertiti, dato che Scola non voleva rinunciare alla mia partecipazione. Fu per me un personaggio molto difficile: soprattutto perché quello che lo trovava alla fine era Sordi. Era un personaggio più difficile del normale, perché non poteva essere nemmeno il “ragionier Palletti” a farlo, doveva risultare uno che si crede davvero che possa fare cose del genere, come mollare tutto per diventare stregone in Africa. Dentro il personaggio doveva esserci una vena di follia, e anche di ambiguità. Quella caratterizzazione mi riuscì bene: ricordo che, mentre doppiavamo alla Safa Palatino, Blasetti vide quella sequenza e venne ad abbracciarmi entusiasta: “te la sei cavata anche con le penne al culo!”» (Manfredi).
ore 21.00
Un americano a Roma (1954)
Regia: Steno [Stefano Vanzina]; soggetto e sceneggiatura: Alessandro Continenza, Lucio Fulci, Ettore Scola, Alberto Sordi, Steno; fotografia: Carlo Montuori; scenografia: Piero Filippone; costumi: Giorgio Vecce; musica: Angelo Francesco Lavagnino; montaggio: Giuliana Attenni; interpreti: A. Sordi, Maria Pia Casilio, Ilsa Petersen, Anita Durante, Giulio Calì, Galeazzo Benti; origine: Italia; produzione: Excelsa Film, Ponti-De Laurentiis, Carlo Ponti Cinematografica; durata: 88′
È il titolo più famoso del primo tempo della carriera di Sordi, che qui offre uno dei suoi protagonisti più gustosi, quel Nando Mericoni, maniaco dell’America quanto può esserlo un poveraccio romano senza arte né parte. Innamorato dei miti d’Oltreoceano, è alle prese con i più strani e sfortunati mestieri. Ma, sempre sedotto e abbandonato, minaccia anche di gettarsi dal Colosseo. È l’exploit di un mattatore che disegna con grande abilità e malinconica simpatia un giovanotto transfuga dagli spaghetti, con dati di improvvisazione e un sottofondo di sincero affetto. Da una locandina del film: «Romani!!! Il Gene Kelly della Garbatella, il Bing Crosby del Testaccio, vi attende al Cinema Corso».
ingresso gratuito
a seguire
Guglielmo il dentone di Luigi Filippo D’Amico (ep. de I complessi, 1965, 10′)
ingresso gratuito
lunedì 19
chiuso