Home > Cinema Trevi: Cinicamente vostro… Dino Risi (seconda parte)
Cinema Trevi: Cinicamente vostro… Dino Risi (seconda parte)
21 Maggio 2010 - 30 Maggio 2010
Cinicamente vostro… Dino Risi (seconda parte)
«C’è un motivo ricorrente nei giudizi sul cinema di Dino Risi, un motivo ripetuto da anni nelle recensioni brevi dei quotidiani, nei saggi, nei libri: il “cinismo” di Risi. Non nego di avere anch’io seguito questo percorso, anche se ho sempre cercato di circoscriverne e di precisarne lo spazio e il significato. Cinismo quasi come compiacimento nella descrizione dei difetti e dei mali degli italiani e dell’Italia, nell’ambito dei molti film che il regista ha realizzato. Credo ora di riuscire finalmente a esprimere quello che esattamente penso e che – non ho difficoltà a precisarlo – mi si è via via chiarito col tempo e con le opere. Si tratta infatti del contrario: non di cinismo, ma di dolore, di preoccupazione per tutto ciò che, di fronte al regista, si veniva delineando, e che egli stesso osservava e vedeva passare, nella vita di tutti noi. Cinismo come presa di distanza, per allontanare qualsiasi effetto, qualsiasi sembianza di commozione e di sentimento, affinché non sembrasse che un qualsiasi giudizio negativo provenisse dal cuore e non dal cervello. Cinismo, dunque, non certo come indifferenza, o peggio: ripensando alla galleria dei personaggi e delle situazioni presenti nei film, è facile e immediato situare soggetti e figure nell’ambito di un quadro in cui Risi non soltanto castiga i costumi con apparenza gioiosa, ma li sferza profondamente e ne mostra, per così dire, le radici malate» (Giacomo Gambetti, Prefazione, in Irene Mazzetti, I film di Dino Risi, Gremese, Roma, [2008?], p. 7). Cinicamente vostro… Dino Risi vuole essere un ideale proseguimento della retrospettiva dedicata al regista nel 2003, sempre al Cinema Trevi.
 
venerdì 21
ore 17.15
Viale della speranza (1953)
Regia: Dino Risi; soggetto: D. Risi; sceneggiatura: Ettore M. Margadonna, D. Risi, Gino De Santis, Franco Cannarosso; fotografia: Mario Bava; scenografia: Flavio Mogherini; musica: Mario Nascimbene; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti: Cosetta Greco, Liliana Bonfatti, Maria Pia Casilio, Piera Simoni, Marcello Mastroianni, Nerio Bernardi; produzione: Cinematografica Mambretti; origine: Italia; durata: 84′
«Alcune ragazze tentano di sfondare nel mondo dello spettacolo: solo una vi riuscirà, affidandosi al proprio vero talento. Commedia di costume dal sapore agrodolce, realizzata in modo più che dignitoso. Il viale in questione è quello che porta a Cinecittà» (Mereghetti).
 
ore 19.00
Pane, amore e… (1955)
Regia: Dino Risi; soggetto: Ettore M. Margadonna; sceneggiatura: Marcello Girosi, E.M. Margadonna; fotografia: Giuseppe Rotunno; scenografia: Gastone Medin; costumi: Fabrizio Carafa; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Vittorio De Sica, Sophia Loren, Lea Padovani, Antonio Cifariello, Mario Carotenuto, Tina Pica; origine: Italia/Francia; produzione: Titanus,S.G.C.; durata: 97′
«Continuano le avventure del “maresciallo Carotenuto cavalier Antonio”, con De Sica che – amabilmente ironico – continua a prendere in giro l’irriducibile gallismo nazionale […]. Dopo Pane, amore e fantasia e Pane amore e gelosia, la novità è la sostituzione della “bersagliera” Lollobrigida con la Loren, sua mortale nemica nell’immaginario cinematografico nazionale. Con il suo spavaldo sex appeal e la sua fierezza popolaresca, l’attrice finisce per schiacciare ogni altro personaggio, squilibrando un po’ il film ma colpendo in maniera indelebile la fantasia del pubblico, fotografata in uno sgargiante Eastmancolor da Peppino Rotunno, è indimenticabile col vestito rosso mentre dimena i fianchi e mostra la sua generosa scollatura al ritmo di Mambo italiano» (Mereghetti).
 
ore 20.45
Poveri ma belli (1956)
Regia: Dino Risi; soggetto: D. Risi; sceneggiatura: D. Risi, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia: Piero Filippone; costumi: Beni Montresor; musica: Piero Morgan [Piero Piccioni], Giorgio Fabor; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Marisa Allasio, Maurizio Arena, Renato Salvatori, Memmo Carotenuto, Alessandra Panaro; origine: Italia; durata: 102′
Due bulli trasteverini litigano per la stessa ragazza, ma poi finiscono per interessarsi alle rispettive sorelle. Uno dei più fulgidi esempi del neorealismo rosa. La critica storse il naso, ma il pubblico affollò le sale. Caso abbastanza raro di successo al box office di un film interpretato da attori sconosciuti, Poveri ma belli è il prototipo del film dialettale, giovanile, proletario nell’estrazione, piccolo-borghese nello spirito.
 
sabato 22
ore 17.00
Una vita difficile (1961)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego; fotografia: Leonida Barboni; scenografia: Mario Scisci; costumi: Lucia Mirisola; musica: Carlo Savina; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: Alberto Sordi, Lea Massari, Franco Fabrizi, Lina Volonghi, Claudio Gora, Antonio Centa; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica; origine: Italia; durata: 119′
«La vita difficile è quella di un italiano come tanti, che l’8 settembre ha sorpreso in divisa d’ufficiale inducendolo a passare nelle file della Resistenza. Questo italiano come tanti, però, questo Silvio, non ha fino in fondo la tempra dell’eroe e quando trova una ragazza che gli dà riparo mentre i tedeschi lo inseguono, non si fa pregar troppo per prendersi una vacanza; ma poi il senso del dovere l’ha vinta un’altra volta e lo ritroviamo di nuovo in armi al momento della Liberazione. Con la pace, eccolo che scrive in un giornale modesto, a tinte sociali, ed eccolo ritrovare la ragazza da cui si era allontanato alla chetichella: la sposa, la conduce a Roma e cominciano i guai, i guai soliti delle giovani coppie in tempi difficili. […] Scritta da Rodoldo Sonego e diretta da Dino Risi, questa storia, nonostante le sue concessioni al riso e i suoi molteplici tentativi di voltare la polemica in satira, si svolge in realtà in un’atmosfera amara e dolente, carica di echi sommessamente drammatici» (Rondi).
 
ore 19.10
La marcia su Roma (1962)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: Age[nore Incrocci] & [Furio] Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Sandro Continenza, Ghigo De Chiara; fotografia: Alfio Contini; scenografia e costumi: Ugo Pericoli; musica: Marcello Giombini; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Roger Hanin, Angela Luce, Gérard Landry, Mario Brega; origine: Italia/Francia; produzione: Fair Film, Orsay Films; durata: 94′
«Reduce dalla guerra 1914-18 incontra in Emilia un commilitone, senza lavoro come lui, e con lui si aggrega agli squadristi in camicia nera, ma nell’ottobre del ’22 la loro marcia su Roma è piuttosto anomala. Commedia al vetriolo che canzona con spirito mordace e aguzzi risvolti satirici il fascismo squadrista delle origini. Il duetto tra finto-spaccone e finto-tonto Gassman-Tognazzi fa faville» (Morandini).
 
ore 21.00
In nome del popolo italiano (1971)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: Age[nore Incrocci] & [Furio] Scarpelli; fotografia: Alessandro D’Eva; scenografia: Luigi Scaccianoce; costumi: Enrico Sabbatini; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Yvonne Furneaux, Michele Cimarosa; origine: Italia; produzione: International Apollo Films; durata: 103′
L’integerrimo giudice Bonifazi sospetta che della morte di una tossicodipendente sia responsabile un industriale senza scrupoli. Il diario della ragazza gli rivelerà la verità. «Sceneggiato con acre moralismo da Age & Scarpelli e diretto da D. Risi con graffiante immediatezza, è una delle più pungenti commedie italiane dei ’70» (Morandini).
 
domenica 23
ore 17.00
Il tigre (1967)
Regia: Dino Risi; soggetto: Age [Agenore Incrocci] & [Furio] Scarpelli, D. Risi; sceneggiatura: Age & Scarpelli; fotografia: Sandro D’Eva; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Ezio Altieri; musica: Fred Bongusto; montaggio: Marcello Malvestito; interpreti: Vittorio Gassman, Ann Margret, Eleanor Parker, Fiorenzo Fiorentini, Antonella Steni, Luigi Vannucchi; origine: Italia; produzione: Fair Film; durata: 110′
L’ingegnere Francesco Vincenzini, uomo sposato e di successo, entra in crisi quando la figlia si sposa e sta per dargli un nipotino. La paura di invecchiare lo fa cedere alle attenzioni che gli rivolge una giovane studentessa Carolina. La ragazza diventa la sua amante e con lei Francesco vive una seconda giovinezza, assecondato anche dalla moglie che fa finta di niente per il quieto vivere. Ma quando però le richieste di Carolina diventano più pressanti… «Dino Risi […] si mantiene nel binario della commedia di costume pur sperimentando qualche tecnica più aggiornata che gli consente di evitare di risolvere ogni problema del film nella capacità “mattatrice” di Vittorio Gassman» (Siniscalchi).
Vietato ai minori di anni 14
 
ore 19.00
Straziami ma di baci saziami (1968)
Regia: Dino Risi; soggetto: Age [Agenore Incrocci] & [Furio] Scarpelli, D. Risi; sceneggiatura: Age & Scarpelli; fotografia: Sandro D’Eva; scenografia: Luigi Scaccianoce; costumi: Gaia Romanini Rossetti; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Antonietta Zita; interpreti: Nino Manfredi, Pamela Tiffin, Ugo Tognazzi, Moira Orfei, Livio Lorenzon, Gigi Ballista; origine: Italia/Francia; produzione: Fida Cinematografica, Productions Jacques Roitfeld; durata: 95′
Marino durante una festa paesana incontra Marisa e se ne innamora. Per starle vicino si trasferisce nel paese di lei, ma a causa dei pettegolezzi i due rompono il fidanzamento e Marisa si trasferisce a Roma. Marino la segue nella capitale ma la ritrova dopo molto tempo, già sposata con un sarto sordomuto, Umberto. «Il film, vivace e colorito, è fra i migliori di Dino Risi. Briosamente impastato di ironia e tenerezza, ribalta i luoghi comuni del fumetto in un paradosso che riceve note sarcastiche dai molti rimandi alla cronaca. […] [Il film] è un festoso trastullo carico di sorprese: campanellini e fiocchi, pruriti e sorrisi con in vetta uno spillo. Si ride e ci si punge» (Grazzini).
 
ore 20.45
La moglie del prete (1970)
Regia: Dino Risi; soggetto: Bernardino Zapponi, Ruggero Maccari, D. Risi; sceneggiatura: B. Zapponi, R. Maccari; fotografia: Alfio Contini; scenografia e costumi: Gianni Polidori; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Venantino Venantini, Pippo Starnazza, Miranda Campa, Dana Ghia; origine: Italia/Francia; produzione: Compagnia Cinematografica Champion/Productions Editions Cinematographique Françaises; durata: 106′
Valeria ha deciso di suicidarsi, ma prima chiama il servizio “Voce amica”. A risponderle è un uomo che cerca di dissuaderla senza riuscirci. La donna però fallisce e decide di cercare colui che quella sera le aveva parlato al telefono. Scopre che si tratta di un prete, don Mario. All’inizio ne è delusa, ma frequentandolo se ne innamora, ricambiata. «Nel complesso lo spettacolo è piacevole e sapido e si fa seguire volentieri, grazie anche alla vivace e notevole presenza dei due popolari protagonisti, Marcello Mastroianni e Sophia Loren, bravamente impegnati» (Orfeo).
 
lunedì 24
chiuso
 
martedì 25
ore 17.00
Primo amore (1978)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: Ruggero Maccari, D. Risi; fotografia: Tonino Delli Colli; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Vittoria Guaita, Wayne Filnkelman; musica: Riz Ortolani montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Caterina Boratto, Mario Del Monaco, Riccardo Billi, Walter Williams; origine: Italia; produzione: Dean Film; durata: 117′
Ugo, detto Picchio, ex attore di varietà in declino, è costretto a ritirarsi in una casa di riposo per vecchi artisti. Non volendosi rassegnare alla pensione e alla triste esistenza nella casa di riposo, spera di poter tornare allo spettacolo grazie ai soldi arretrati della pensione e a Renata, giovane e bella cameriera, di cui si invaghisce. Arrivati i soldi, Ugo e Renata vanno a Roma, dove lui spera di lanciarla nel mondo dello spettacolo. «L’ombra del tramonto vela, oscura sempre di più (talvolta accompagnandosi ai segnali, luttuosi o comunque recepiti come tali, dell’imbarbarimento civile e sociale) lo spirito allegro di un tempo, ha minato e spento la baldanza ipercritica ma ottimistica che aveva trovato nella stagione del boom una perfetta corrispondenza con la curva biografica dei suoi narratori» (D’Agostini).
 
ore 19.10
I seduttori della domenica (1980)
Regia: Dino Risi, Eduard Molinaro, Bryan Forbes, Gene Wilder; sceneggiatura: Leslie Bricusse, Francis Veber, G. Wilder, Age [Agenore Incrocci] & [Furio] Scarpelli; fotografia: Claude Lecomte, Claude Agostini, Gerald Hirschfeld, Tonino Delli Colli; scenografia: Terence Marsh, Lorenzo Baraldi; costumi: Orietta Nasalli Rocca; musica: Manuel De Sica; montaggio: Monique e Robert Isnardon, Alberto Gallitti; interpreti: Roger Moore, Lino Ventura, Gene Wilder, Ugo Tognazzi, Sylva Koscina, Rossana Podestà; origine: Francia/Italia; produzione: Viaduc Productions, Medusa Distribuzione; durata: 93′
Film ad episodi, ambientati a Parigi, Londra, Los Angeles e Roma e incentrati su divertenti ed ammiccanti storie di uomini alle prese con l’altro sesso. L’episodio italiano realizzato da Risi vede come protagonista Armando, uomo di mezza età, che volendo approfittare dell’assenza della moglie vorrebbe rinverdire i fasti degli anni giovanili. Riprende quindi un’agenda di vent’anni prima con i numeri delle sue vecchie amanti. Gli incontri che fa non hanno i risultati sperati e…
 
ore 21.00
Sesso e volentieri (1982)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: D. Risi, Enrico Vanzina, Bernardino Zapponi; fotografia: Alessandro D’Eva; scenografia: Giuseppe Mangano; costumi: Luca Sabatelli; musica: Fred Bongusto; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Johnny Dorelli, Laura Antonelli, Gloria Guida, Jack Basheart, Giuliana Calandra, Gastone Pescucci; origine: Italia; produzione: International Dean Film, Italian International Film; durata: 101′
«Una decina di mini-episodi con un solo denominatore comune, un erotismo divertente e sdrammatizzato, compongono questo film diretto da un Dino Risi che torna al genere leggero di sesso matto. […] L’eccessiva brevità degli episodi agli occhi di qualcuno può essere un difetto: impedisce al regista di sfruttare in pieno gli spunti comici offerti. Secondo noi tale brevità, data l’inconsistenza dell’intreccio, spesso ha invece il merito di salvare il film. In questa brillante e futile opera minore la sorpresa più piacevole è l’imprevisto. Infatti gli sketches, pur rientrando nel repertorio già consolidato della commedia all’italiana, si risolvono per lo più in gradevoli e inattesi ribaltamenti di situazioni» (Broggiato).
 
mercoledì 26
ore 17.00
Giovani e belli (1996)
Regia: Dino Risi; soggetto: Bernardino Zapponi, D. Risi; sceneggiatura: B. Zapponi, D. Risi, Cristiana Farina; fotografia: Maurizio Calvesi; scenografia: Walter Caprara; costumi: Ivan Crnojevic; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Anna Falchi, Luca Venantini, Edoardo Scatà, Ciccio Ingrassia, Carlo Croccolo, Gina Rovere; origine: Italia; produzione: California Film, Produttori Associati; durata: 94′
Aggiornamento agli anni Novanta dei Poveri ma belli degli anni Cinquanta, in cui lo sguardo sempre ottimista sulla giovinezza incontra temi di attualità come tangentopoli. Luca è un ragazzo di buona famiglia, Gino proviene invece da una famiglia operaia. Si incontrano, diventano amici condividendo anche un amore burrascoso con una bella zingara. «Ne è uscito un curioso filmetto, tutto in controtempo ai gusti cinematografici correnti e simpaticamente malandrino nel dichiarare le carte senza alcun accenno di bluff» (Caprara).
 
venerdì 28
ore 21.15
Dagobert (1984)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: Gérard Brach; adattamento: G. Brach, Ag[enore Incrocci], D. Risi; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: Dante Ferretti; costumi: Gabriella Pescucci, Raffaella Leone; musica: Guido e Maurizio De Angelis; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Coluche [Michele Colucci], Michel Serrault, Ugo Tognazzi, Carole Bouquet, Isabella Ferrari, Michel Lonsdale; origine: Francia/Italia; produzione: Gaumont, FR3, Stand’Art, Filmédis, Opera Film Produzione, Archimede International; durata: 112′
Dagobert, re dei Franchi, dopo anni di vita licenziosa decide di recarsi dal papa a Roma per ottenere l’assoluzione dai suoi peccati. Si mette quindi in viaggio con il suo fido consigliere Otarius. Nel frattempo il papa Honorius I viene rapito e al suo posto è insediato un attore che propone a Dagobert di sposare Héméré, figlia dell’imperatore di Bisanzio, per costituire un’alleanza politica. All’inizio Dagobert cade nell’inganno ma dopo poco…. «Totale disastro italo-francese pensato per la comicità volgare di Coluche, megabombolo d’oltralpe. Nessun successo in Italia, malgrado la presentazione veneziana e la coppia Serrault-Tognazzi riproposta proprio per il nostro pubblico. Colpa della concorrenza del simile Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno e della Gaumont, distributrice di entrambi i film, che ha deciso di mollare Dagobert a favore del film di Monicelli. […] Comunque le critiche sono pessime e il film viene tolto dalle sale e diventa quasi invisibile. […] In Francia, […] non ha un’accoglienza migliore. […] Per fortuna ci sono grandi presenze, come Moana Pozzi, Sabrina Siani, Claudia Cavalcanti e Salvatore Baccaro. Era proprio così brutto?» (Giusti).
 
sabato 29
ore 17.15
Teresa (1987)
Regia: Dino Risi; soggetto: D. Risi; sceneggiatura: Bernardino Zapponi, Graziano Diana, D. Risi; fotografia: Blasco Giurato; scenografia: Fabio Vitale; costumi: Silvio Laurenzi; musica: Claudio Maioli; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Serena Grandi, Luca Barbareschi, Eros Pagni, Flora Carosello, Robert Spafford Burton, Nino Vingelli; origine: Italia; produzione: Dean Film, International Dean Film, Reteitalia; durata: 95′
La forte e procace Teresa rimasta vedova, eredita dal marito un camion e molti debiti con Nabucco, che pensa di saldare il tutto sposando la donna. Teresa però cerca di resistere da sola, lavorando sodo come camionista in compagnia del suo aiutante Gino, con cui inizia una turbolenta storia d’amore. Dopo l’ennesimo litigio tra i due, Teresa cede a Nabucco ma… «Questa “storia d’amore con puzza di nafta” si rifà addirittura a Shakespeare, alle baruffe dei due litigiosi e maneschi innamorati della Bisbetica domata, di cui è anzi una sorta di moderna (e bonaria) versione “su gomma”. Il risultato non è eccelso […] ma neppure disprezzabile. E a Risi senior va senz’altro riconosciuto il merito di aver compiuto il miracolo di far recitare Serena Grandi» (Molinari).
 
ore 19.00
Scemo di guerra (1985)
Regia: Dino Risi; soggetto: dal romanzo Il deserto della Libia di Mario Tobino; sceneggiatura: Age[nore Incrocci] & [Furio] Scarpelli, D. Risi; fotografia: Giorgio Di Battista; scenografia: Giuseppe Magano; costumi: Silvio Laurenzi, Livia Del Priore; musica: Guido e Maurizio De Angelis; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Beppe Grillo, Coluche [Michele Colucci], Fabio Testi, Bernard Blier, Claudio Bisio, Franco Diogene; origine: Italia/Francia; produzione: International Dean Film, Renn Productions, Films A.2; durata: 108′
«Coerente con un fiuto che non l’ha mai tradito, seppur nella disparità dei risultati, Risi trova questa volta nel romanzo di Mario Tobino, Il deserto della Libia, il “suo” soggetto. Suo, per esempio, perché il protagonista, il sottotenente Lupi che fa da testimone e narratore della vicenda, è un ufficiale medico specializzando in psichiatria – proprio come il giovane Dino Risi durante la guerra – che trova nelle manifestazioni allucinate e deliranti del capitano Pilli, incontrato nell’unità sanitaria dove è stato destinato, un oggetto di osservazione affascinante oltre che inquietante» (D’Agostini).
 
ore 21.00
Il commissario Lo Gatto (1986)
Regia: Dino Risi; soggetto: D. Risi; sceneggiatura: Enrico Vanzina, D. Risi; fotografia: Alessandro D’Eva; scenografia: Luciano Sagoni; costumi: Silvio Laurenzi; musica: Manuel De Sica; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Lino Banfi, Maurizio Ferrini, Galeazzo Benti, Maurizio Micheli, Isabel Russinova, Nicoletta Boris; origine: Italia; produzione: International Dean Film, Medusa Distribuzione, Reteitalia; durata: 93′
Natale Lo Gatto, commissario di polizia presso lo Stato Vaticano per un eccesso di zelo, viene trasferito nell’isola di Favignana con il poliziotto Gridelli come assistente. Nell’isola non succede niente fino all’arrivo dell’estate e dei turisti. Una ragazza scompare e Lo Gatto risolve il mistero guadagnandosi anche una promozione e il ritorno a Roma. Ancora una volta però la sua serietà ed eccessivo senso del dovere lo portano a un ennesimo trasferimento. «Se fosse nato prima, Lino Banfi sarebbe diventato vent’anni fa uno dei “colonnelli” della commedia all’italiana; qui si conferma un comico d’assalto capace di sottigliezze recitative: un cavallo di razza» (Kezich).
 
domenica 30
ore 17.00
L’ombrellone (1965)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: Ennio De Concini, D. Risi; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia e costumi: Maurizio Chiari; musica: Lelio Luttazzi; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Enrico Maria Salerno, Sandra Milo, Daniela Bianchi, Trini Alonso, Alicia Brandet, Pepe Calvo; origine: Italia/Francia/Spagna; produzione: Ultra Film/Les films du Siècle, Sud Pasifique Film/Altura Film; durata: 90′
L’ingegnere Enrico raggiunge la moglie al mare per il fine settimana. Viene coinvolto nella socialità da ombrellone del gruppo di persone con cui ha fatto amicizia la moglie, Giuliana, non riuscendo a trovare neanche un attimo di intimità con lei. Enrico capisce che la moglie lo evita perché invaghitasi di qualcun altro. Pensa sia un giovane latin lover, ma in realtà… «Il realismo [di Dino Risi] è quello di chi aderisce al mondo che descrive, senza sollevarsi alla ricerca delle cause che lo determinano; egli si limita a riprodurlo, attento ai caratteri del mezzo che usa, il cinema […]. In L’ombrellone ciò che era affascinante è divenuto sgradevole: […] la sgradevolezza è innanzi tutto una sgradevolezza fisica. Ma Risi, rispettando rigorosamente i dati della realtà esaminata, finisce col fare della sgradevolezza un atteggiamento morale» (Aprà).
 
ore 19.00
Il sorpasso (1962)
Regia: Dino Risi; soggetto e sceneggiatura: D. Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari; dialoghi: E. Scola, R. Maccari; fotografia: Alfio Contini; scenografia e costumi: Ugo Pericoli; musica: Riz Ortolani; montaggio: Maurizio Lucidi; interpreti: Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant, Catherine Spaak, Claudio Gora, Luciana Angiolillo, Luigi Zerbinati; origine: Italia; produzione: Incei Film, Sancro Film, Fair Film; durata: 108′
«La storia de Il sorpasso è nata da un viaggio che io ho fatto con l’Avv. Martello che un giorno mi ha detto: “andiamo a Varese a comprare il radiatore a mio zio”, poi mi ha detto: “andiamo in Svizzera a comprare le sigarette”. Poi ha chiesto: “già che siamo qui, perché non andiamo nel Liechtenstein?”, siamo volati nel Liechtenstein – due o tre ore di macchina – e mi ha chiesto: “ti piacerebbe mangiare col principe del Liechtenstein?”. E io gli ho detto: “ma come facciamo?”. Lui è entrato mostrando una tessera da giornalista, che invece era la tessera del tram di Milano e mezz’ora dopo eravamo a tavola col principe e la sua famiglia. Allora quel viaggio avventuroso mi ha suggerito l’idea appunto di un viaggio da Roma al Nord […]. Dovevo girare di Ferragosto per avere la città deserta e non avevo ancora il protagonista perché non l’avevo trovato. Gassman era il protagonista-diavolo e mi serviva il timido che incontrava questo personaggio e veniva portato alla rovina. E pensavo: “Gassman è alto e nero, l’altro sarà piccolo e biondo” e allora non avendo trovato l’attore il giorno di Ferragosto, mi ero messo alla finestra dove si incontrano i due e una comparsa piccola con i capelli biondi è apparsa. Intanto avevo visto delle foto di Trintignant, l’ho fatto chiamare, è arrivato la sera e la mattina ha girato» (Risi).
Vietato ai minori di anni 14
 
ore 20.45
Maestro per caso. Incontro con Dino Risi (2001)
Regia: Marco Risi; a cura di Valerio Caprara; fotografia: Emiliano Reggente; montaggio: Valentina Girodo; origine: Italia; produzione: CSC, Tele +; durata: 55′
«Questo è. Potrei cavarmela così per le mie “note di regia” (se di regia si può parlare a proposito di una lunga intervista ridotta poi a 50 minuti). Perché questo è il risultato e quindi: questo è. Ma non basta, perché se questo dev’essere il ritratto di Dino Risi sicuramente non basta e non basta se a firmare la “regia” è il figlio. Però questo è e, evidentemente, anche in questo poco c’è qualcosa che gli somiglia e che potrebbe far venire voglia a qualcuno che non lo conosce di saperne qualcosa di più. Ci sono i suoi film, tanti, che scorrono sullo schermo e ci sono le sue parole che invece non scorrono così volentieri perché il pudore l’ha sempre trattenuto e la ritrosia anche. Io lo conosco e conosco il suo distacco, il suo cinismo, il suo humour, ma anche la sua delicatezza, la sua fragilità; non è facile tirarli fuori in un’occasione formale come può essere quella di una chiacchierata in una sala cinematografica in una sala cinematografica. C’è un momento però, verso la fine… il momento migliore. Ma queste sono cose mie, cose personali» (Marco Risi). Le riprese sono state effettuate a Salsomaggiore e sul set del film-tv Le ragazze di Miss Italia di Dino Risi, nel giugno 2000.
 
a seguire
La stanza del vescovo (1977)
Regia: Dino Risi; soggetto: dal romanzo omonimo di Piero Chiara; sceneggiatura: Piero Benvenuti, Leo De Bernardi; collaborazione alla sceneggiatura: P. Chiara, D. Risi; fotografia: Franco Di Giacomo; scenografia: Luigi Scaccianoce; costumi: Orietta Nasalli Rocca; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Patrick Dewaere, Lia Tanzi, Gabriella Giacobbe, Kathia Tchenko; origine: Italia/Francia; produzione: Merope Film,Carlton Film Export, Neuilly-sur-Seine, S.N. Prodis; durata: 112′
«Lago Maggiore, 1946: succube della moglie Cleofe Berlusconi (Giacobbe) e invaghito della cognata Matilde (Muti), Temistocle Orimbelli (Tognazzi) si serve dell’ingenuo Marco Maffei (Dewaere) e della sua barca a vela per realizzare i propri sogni d’evasione. Fedele versione del bel romanzo di Piero Chiara […], il film è anche un monumento a Tognazzi: perfetto nell’incarnare un personaggio laido, patetico e contradditorio, in cui mette molto delle proprie passioni ero-culinarie, con un fondo di malinconia straziante» (Mereghetti).
Vietato ai minori di anni 14
 

 

Date di programmazione