Cinema Trevi: Raimondo Vianello, un gentleman nel cinema italiano
12 Giugno 2010 - 13 Giugno 2010
Il vero comico gentleman si spegneva il 15 aprile..Ha attraversato con la sua fisicità (alto, biondo e dinoccolato), con i suoi toni eleganti, gentili e le sue battute, o meglio le sue freddure raffinate ed ironiche, cinquant’anni italiani, insieme alla moglie, altrettanto popolare, Sandra Mondaini, o da solo. Vianello non è stato solamente uno dei grandi volti della televisione, specialmente quella del boom economico con gli indimenticabili sketch con Ugo Tognazzi. Vianello è stato anche un ottimo attore del teatro leggero e del cinema italiano, ma anche sceneggiatore di pellicole brillanti e popolari. Fu l’amico Guglielmo Barnabò che nel dopoguerra gli procurò una scrittura – con lo pseudonimo Raimondo Viani – nella rivista di satira politica, Cantachiaro di Garinei e Giovannini. Negli anni 1951-1952 divenne spalla di Ugo Tognazzi. Negli anni l’attore passò gradatamente da spalla a un ruolo pari a quello di Tognazzi, costituendo una delle più grandi coppie comiche dai tempi lontani dei fratelli De Rege. Come scrive giustamente Ernesto G. Laura: «Tognazzi era il finto tonto, di popolaresca furbizia, mentre Vianello l’amico “sofisticato”, sempre un po’ svagato; l’uno sanguigno e impulsivo, l’altro flemmatico ed ironico. La personalità comica di Vianello è appunto contraddistinta da questo distacco che ricorda l'”humour” inglese e che non aveva da noi precedenti. Anche fisicamente, egli si presenta senza trucchi ridicolizzanti, l’alta figura magra impeccabilmente vestita con gusto assai sobrio. Dopo Barbanera bel tempo si spera (1952-53), Ciao fantasma (1953-54), che introduceva lo stile alla Hellzapoppin tutto fondato sull’assurdo, Passo doppio (1954-55), che contrapponeva polemicamente nelle due parti il genere rivista “fastosa” con quella “da camera”, e Campione senza volere (1955-56), Vianello si staccò da Tognazzi divenendo da solo protagonista con Wanda Osiris, di Okay fortuna (1956-57) e de I fuoriserie (1957-58)». Con Tognazzi raggiungerà un enorme successo grazie al popolare programma del sabato sera Un due tre (1959-60), in cui il nostro si segnalò con riuscite imitazioni e divertenti numeri in abiti femminili. Al cinema reciterà come caratterista a fianco di Totò, Tina Pica, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, e coprotagonista con Tognazzi, per poi proseguire con altri assi della risata, prima di dedicarsi interamente alla televisione (soprattutto con la sit-com Casa Vianello) conducendo anche trasmissioni sportive (ma anche un’edizione del Festival di Sanremo) e continuando a lavorare nel cinema soprattutto nel ruolo di sceneggiatore. «Era un uomo di destra (figlio di un ammiraglio, ex soldato della Repubblica sociale)» scrive Michele Serra nel necrologio, «ma nessuno poteva imputargli scopi tendenziosi, tanto evidente era il suo principio ispiratore: individuare il ridicolo in ogni aspetto della vita, privato o pubblico. Casa Vianello o la caduta di Gronchi, la retorica sociale (vedi la parodia delle interviste Rai alle mondine e alla “gente del popolo”) come i tic coniugali, il suo umorismo in purezza non faceva distinzioni e non badava mai al contesto. […] Di destra, ovviamente, non per banali collocazioni partitiche o politiche. Di destra per cinismo sorridente, per quell’ilare sfiducia nel progresso umano, nell’impegno sociale, che costituiscono il grumo più nobile della grande cultura di destra: il pessimismo. Sembrava uno che non crede a nulla, che tutto prendeva per il suo verso buffo, che non intendeva nemmeno da vecchio e in prossimità dell’ultimo sipario, cedere ai sentimenti o qualche compromissione emotiva, tanto meno in pubblico» («La Repubblica», 16 aprile 2010). Il breve omaggio prevede una giornata dedicata al Vianello attore e una al Vianello sceneggiatore.
sabato 12
ore 17.00
Una domenica d’estate (1962)
Regia: Giulio Petroni; soggetto: Alberto Moravia, Sergio Amidei, Ugo Pirro; sceneggiatura: U. Pirro, Bruno Baratti; fotografia: Franco Villa; scenografia: Franco Lolli; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Dolores Tamburini; interpreti: Raimondo Vianello, Ugo Tognazzi, Jean-Pierre Aumont, Anna Maria Ferrero, Françoise Fabian, Karin Baal; origine: Italia; produzione: Cineproduzioni Emo Bistolfi, Leo Film; durata: 96′
Roma in una domenica d’agosto si svuota e chi può si dirige verso il litorale. Andrea, un giovane meccanico, decide di prendere la macchina di un cliente per portare al mare la sua ragazza, Milena. Il proprietario dell’auto, Osvaldo, scoperto il furto e piantato dalla sua nuova conquista, raggiunge i due al mare scatenando tutta una serie di incidenti, equivoci, tentati suicidi. Il ménage à trois tra i tre giovani fa da filo rosso per raccontare vari episodi e personaggi da spiaggia. Fra i personaggi più riusciti ed esilaranti del film ricordiamo Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi, che interpretano due becchini che lasciano il proprio carro funebre nel tentativo di fare un bagno.
Vietato ai minori di anni 16
ore 19.00
I maniaci (1965)
Regia: Lucio Fulci; soggetto: [Franco] Castellano e Pipolo [Giuseppe Moccia]; sceneggiatura: Vittorio Vighi, Ugo Guerra, Castellano e Pipolo, L. Fulci; fotografia: Riccardo Pallottini; scenografia: Aurelio Prugnola; costumi: Giuliano Papi; musica: Ennio Morricone; montaggio: Ornella Micheli; interpreti: Walter Chiari, Raimondo Vianello, Enrico Maria Salerno, Barbara Steele, Sandra Mondaini, Lisa Gastoni; origine: Italia; produzione: Cineproduzioni Hesperia; durata: 90′
Film a episodi in cui Raimondo Vianello recita in ben quattro episodi su tredici con uno che è assolutamente memorabile, ancora moderno ai nostri giorni dal titolo Le interviste: il comico impersona un ministro che ricicla sempre la stessa dichiarazione. «È evidente il tentativo di rifarsi ai Mostri, e i bersagli sono facili: tuttavia si avverte che Fulci freme per divincolarsi dalle maglie della censura, certi episodi sono piccoli classici del genere (Il pezzo antico e La parolaccia, in cui si sente forse il primo “vaffanculo” del cinema italiano) e a tratti il gioco degli attori è davvero divertente (su tutti vince D’Orsi)» (Mereghetti).
ore 20.45
A noi piace freddo (1961)
Regia: Steno [Stefano Vanzina]; soggetto e sceneggiatura: Vittorio Metz, Roberto Gianviti, Steno; fotografia: Massimo Dallamano; scenografia: Ivo Battelli; costumi: Vera Marzot; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Giuliana Attenni; interpreti: Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Yvonne Furneaux, Francis Blanche, Carlo Taranto, Peppino De Filippo; origine: Italia; produzione: Flora Film, Tai Film, Variety Film; durata: 110′
«Comici equivoci nella Roma della seconda guerra mondiale: un borsanerista (Tognazzi) è scambiato per una spia inglese da un’attrice che cerca di dargli una mano nei suoi traffici, ma riesce solo a combinare disastri. Simpatica commediola che non ha nulla a che vedere con il famoso film di Wilder a cui fa il verso nel titolo, se non per Tognazzi che si traveste da donna come Jack Lemmon» (Mereghetti). «Francis Blanche rifà il suo ruolo di ufficiale della Gestapo come in Babette […] e bisogna riconoscere che riesce a farci ridere. Questo film di resistenza-burlesca riesce a non essere invedibile proprio grazie a lui» (Anonimo, «Cinéma ’61»). Uno dei film migliori della coppia Tognazzi/Vianello con un irresistibile Peppino De Filippo.
domenica 13
ore 17.00
Il gatto mammone (1975)
Regia: Nando Cicero; soggetto: Francesco Longo; sceneggiatura: Alessandro Continenza, Raimondo Vianello; fotografia: Alfio Contini; scenografia: Ezio Altieri; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Renato Cinquini; interpreti: Lando Buzzanca, Rossana Podestà, Gloria Guida, Grazia Di Marzà, Franco Lantieri, Sofia Lucy [Lucy Ariotti]; origine: Italia; produzione: Medusa Distribuzione; durata: 95′
Un industriale siciliano non riesce ad avere un erede dalla moglie, allora prova, con il consenso di quest’ultima, con una ragazza madre… «Tentativo non riuscitissimo di combinare i Buzzanca-movies con il cinema delle ragazzine come Gloria Guida, quello di Nando Cicero e la scaltrezza dei copioni di Continenza e Vianello. Ne viene fuori, malgrado il grande titolo, una commedia di buon livello ma non il prodotto straordinario che ci aspettavamo. Forse è la storia che non permette grandi sviluppi» (Giusti).
ore 19.00
Armiamoci e partite! (1971)
Regia: Nando Cicero; soggetto: Guido Scarnicci, Enzo Tarabusi; collaborazione al trattamento: Steno [Stefano Vanzina]; sceneggiatura: G. Scarnicci, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Raimondo Vianello, N. Vicero; fotografia: Aristide Massaccesi; scenografia: Amedeo Mellone; costumi: Luciano Sagoni; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Lina Caterini; interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Martine Brochard, Anna Maestri, Alfonso Thomas, Philippe Clay; origine: Italia/Francia; produzione: Goriz Film,Francoriz Production; durata: 106′
«Grandissimo Franco&Ciccio-movie. In mano a Cicero, il film sembra una vera commedia di guerra, con un cast fenomenale. I due siculi, emigrati in Francia, finiscono arruolati e sono subito spediti al fronte nella Grande Guerra. Si ritroveranno per le mani un generale inglese, il mimo francese Philippe Clay, finito in catalessi per colpa di una spia, e i due se lo trascineranno dietro fino alla fine. Sceneggiatura fantastica. Franco mostra perfino il sedere» (Giusti).
ore 21.00
Il terrore dagli occhi storti (1972)
Regia: Steno [Stefano Vanzina]; soggetto: Giulio Scarnicci, Raimondo Vianello; sceneggiatura: G. Scarnicci, R. Vianello, Steno; fotografia: Giuseppe Ruzzolini; scenografia: Alberto Boccianti; musica: Guido e Maurizio De Angelis; montaggio: Tatiana Casini Morigi; interpreti: Enrico Montesano, Alighiero Noschese, Francis Blanche, Isabella Biagini, Lino Banfi, Maria Baxa; origine: Italia/Francia; produzione: International Ma. Co., Universal Production France; durata: 97′
Tre aspiranti artisti, Mino Giacinto e Mirella, progettano il falso omicidio di Mirella per diventare famosi e attirare l’attenzione dei media. Disseminano l’appartamento della ragazza di indizi ma quando, nella stessa casa, un’altra donna viene trovata morta sono loro i primi indiziati. Mino e Giacinto capiscono che per evitare il carcere sono costretti a cercare i veri assassini. La collaudata coppia Noschese-Montesano, ben supportata da un’impareggiabile Isabella Biagini, funziona e il film,l invisibile da anni, regala gags e colpi di scena a ripetizione, grazie anche ai duetti fra il commissario e il suo assistente (Blanche e Banfi).