La colonna infame (1973) Regia: Nelo Risi; soggetto: Nelo Risi, dall’opera omonima di Alessandro Manzoni; sceneggiatura: Vasco Pratolini, N. Risi; fotografia: Giulio Albonico; musica: Giorgio Gaslini; montaggio: Gian Maria Messeri; interpreti: Helmut Berger, Vittorio Caprioli, Francisco Rabal, Lucia Bos, Pier Luigi Apr, Salvo Randone; origine: Italia; produzione: Filmes; durata: 102′ Con la collaborazione alla sceneggiatura di Vasco Pratolini, Nelo Risi mette in scena la cronaca dell’aberrante processo agli untori che si celebr in Milano durante la pestilenza del 1630 in mezzo a illegalit e torture. La ricostruzione degli esterni milanesi e del palazzo di giustizia (architetto Giuseppe Bassan) “come un dantesco cono rovesciato di carattere infernale” fa s che la profondit scatenata appartenga al tempo, non pi allo spazio. Magnifico doppiaggio di livello radiofonico. Resta (complice la Messa da Requiem di Verdi) la pura apparizione alla coscienza della violenza di quei fatti “assurdissimi e atrocissimi” sintomatici di ogni forma di persecuzione e d’ingiustizia(Garofalo). (Garofalo).
Tony Arzenta (Big Guns) (1973) Regia: Duccio Tessari; soggetto: Franco Verucci; sceneggiatura: Ugo Liberatore, F. Verucci, Roberto Gandus; fotografia: Silvano Ippoliti; musica: Gianni Ferrio; montaggio: Mario Morra; interpreti: Alain Delon, Richard Conte, Carla Gravina, Marc Porel, Giancarlo Sbragia, Umberto Orsini; origine: Italia/Francia; produzione: Mondial Te.Fi., Adel Productions, Lira Films; durata: 115′ La morte evocata, desiderata, necessaria del protagonista Delon, anticipata dallo spompettante tema musicale di Gianni Ferrio, nell’unico titolo perfettamente ibridato tra il “poliziesco all’italiana” e il “polar”, diretto da Tessari con una violenza pletorica e quasi “godardiana” (“non rosso, sangue”) e capace di rappresentare (scherzando su) quella che Bertolucci defin, a proposito di Nick’s movie, “l’immense frivolit des mourants”. La canzone L’appuntamento cantata da Ornella Vanoni sugli opening titles (preceduta dal marchio Titanus) con i pi bei nomi del cinema di genere italiano che scorrono in successione un esempio di cine-seduzione popolare altissimo. Scena di “car chase” indimenticabile e molto “death proof”, che Tarantino deve avere per forza ammirato prima di Grindhouse. Rigorosamente (e meravigliosamente) vietato ai minori di 18 anni(Garofalo).
Il conformista (1970) Regia: Bernardo Bertolucci; soggetto: dal romanzo omonimo di Alberto Moravia; sceneggiatura: B. Bertolucci, Franco Arcalli; fotografia: Vittorio Storaro; musica: Gorges Delerue; montaggio: Kim [Franco] Arcalli; interpreti: Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda, Pierre Clmenti, Gastone Moschin, Jos Quaglio; origine: Italia/Francia; produzione: Mars Film Produzione, Marianne Productions, Maran Film; durata: 113′ Secondo la bella formula di Sant’Agostino, esiste un presente del futuro, un presente del presente, un presente del passato, tutti implicati nell’avvenimento, arrotolati nell’avvenimento, dunque simultanei, inesplicabili (Gilles Deleuze, L’immagine-tempo). Soltanto Il conformista di Bertolucci e l’America di Leone (grazie anche alla partecipazione di Franco Arcalli in entrambi i titoli) per me li hanno rappresentati (Garofalo).
Nell’immagine Alain Delon in Tony Arzenta (Big Guns) di Duccio Tessari.