Cinema Trevi: per la rassegna “La figura del padre tra Cinema e Psicoanalisi”, giornata dedicata al tema dei figli ribelli
21 Novembre 2009 - 21 Novembre 2009
Psicoanalisi e Cinema hanno molto in comune: sono nate nello stesso periodo, hanno avuto nel secolo appena finito un enorme sviluppo e diffusione continuando ad influenzare, con la loro ricerca sull’uomo e le sue dinamiche profonde, il mondo della cultura, della scienza e dell’arte. Anche se il cinema non ha alcun presupposto terapeutico, alcuni aspetti della sua indagine e la sua capacità di stimolare e portare alla coscienza, all’interno di un contenitore artistico, dei nuclei attivi nel profondo della psiche fanno sì che sviluppare un confronto su alcuni temi può essere utile e stimolante. I film hanno d’altronde modalità espressive affini a quelle dei sogni e dell’immaginario, utilizzando quel registro iconico su cui la Psicoanalisi indaga come livello di simbolizzazione sulla strada della rappresentazione e della pensabilità. Partendo da questo interesse, il Centro Sperimentale di Cinematografia organizza, col patrocinio della SPI (Società Psicoanalitica Italiana) una serie d’incontri mensili, nella giornata di sabato, centrati sul rapporto tra il Cinema e la Psicoanalisi e sugli aspetti che la visione di un film può approfondire. In queste serate di volta in volta uno psicoanalista proporrà una breve relazione, dopo la proiezione dell’ultimo film selezionato, aperta alla discussione con autori/attori/critici cinematografici e col pubblico. Nel 2009 i film presentati e gli spunti di riflessione proposti vertono intorno ad un percorso che attraversa il tema del padre, sia sul versante cinematografico che su quello psicoanalitico e, più in generale, culturale.
ore 16.30
Delitto al circolo del tennis (1969)
Regia: Franco Rossetti; soggetto e sceneggiatura: Ugo Guerra, F. Rossetti, Francesco Scardamaglia, liberamente ispirato al racconto omonimo di Alberto Moravia; fotografia: Vittorio Storaro; scenografia: Giuseppe Bassan, Massimo Vigneti, Dusan Jericevic; costumi: Gaia Romanini; musica: Peter L. Smith, Phil Chilton; montaggio: Alberto Gallitti; interpreti: Anna Gael, Roberto Bisacco, Angela Mc Donald, Chris Avram, Mario Guizzardi, Claudio Trionfi; origine: Italia-Jugoslavia; durata: 90′
Tre giovani contestatori tramano ai danni del padre di una di loro, ma dietro il gesto rivoluzionario si nasconde il dramma dei sentimenti. Film, nemmeno citato nei dizionari più in voga, che ebbe gravi problemi di distribuzione, ma assolutamente da recuperare per la perfetta costruzione narrativa e per la capacità di evidenziare la fragilità della protesta giovanile. È il film che rivela il talento figurativo di Vittorio Storaro fra echi pop e gli incubi di un abisso che incombe. In uno dei suoi ultimi articoli, uscito sul «Corriere della Sera» quattro giorni prima della morte, Pasolini rispose a Moravia che aveva assimilato il massacro del Circeo al suo racconto Delitto al circolo del tennis: «Anche Moravia dovrebbe accorgersi che il delitto al circolo di tennis, rispetto al delitto del Circeo dell’autunno 1975, è idillico: e nessuna reale relazione storica li unisce. Tra i due c’è un salto di qualità: salto di qualità che è dovuto all’enorme quantità. Un delitto che nel 1927 era espresso da un ambiente di élite, oggi è espresso da un ambiente di massa. II delitto gratuito “gidiano” è diventato un genere di consumo. Una scelta personale è diventata una coazione collettiva. Non è poco». Il film di Rossetti va rivisto anche alla luce della riflessione pasoliniana, proprio perché innesta il delitto del racconto di Moravia nell’ambiente (comunque elitario) della contestazione e lo trasforma in un oggetto di consumo da cui trarre profitto.
Vietato ai minori di anni 18
ore 18.15
Il mio corpo con rabbia (1972)
Regia: Roberto Natale; soggetto: Delia La Bruna, R. Natale; sceneggiatura: Adriano Asti, R. Natale; fotografia: Mario Bortoluzzi; musica: Stelvio Cipriani; montaggio: Maurizio Tedesco; interpreti: Massimo Girotti, Antonia Santilli, Peter Lee Lawrence [Karl Hirenbach], Zora Gheorghieva, Silvano Tranquilli; origine: Italia; produzione: Elis Cinematografica; durata: 80′
Silvia è una ragazza che appartiene a una famiglia dell’alta borghesia. Odia profondamente i genitori, che, per reazione, la costringono a stare in un albergo isolato, in una località di mare, insieme a loro. Rifiuta di adeguarsi alle loro regole e diventa l’amante di Paolo, un giovane e arrabbiato contestatore della società borghese. Primo film di Roberto Natali, autore anche della sceneggiatura con Adriano Asti, Il mio corpo con rabbia vuole essere una sorta de I pugni in tasca e di Grazie zia al femminile con la bella e ribelle Antonia Santilli, al posto di Lou Castel.
Al termine della proiezione sarà proposto il finale alternativo del film
a seguire
Incontro con Roberto Natale
ore 20.30
Colpire al cuore (1982)
Regia: Gianni Amelio; soggetto e sceneggiatura: G. Amelio, Vincenzo Cerami; fotografia: Antonio Nardi; scenografia: Marco Dentici; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Franco Piersanti; montaggio: Anna Napoli; interpreti: Jean-Louis Trintignant, Laura Morante, Sonia Gessner, Laura Nucci, Vanni Corbellini, Vera Rossi; origine: Italia; produzione: Antea Cinematografica, Rai; durata: 109′
«Con Colpire al cuore […] Gianni Amelio riprende la questione padri-figli al centro de La tragedia di un uomo ridicolo per declinarla nell’incomunicabilità tra un ex partigiano (Jean-Louis Trintignant), professore all’università di Milano con frequentazioni nell’ambiente della lotta armata, e il figlio quindicenne, un giovane anagraficamente già fuori dalla generazione dei terroristi, ma che a questa è costretto a rapportarsi per tentare di comprendere il padre e la realtà plumbea che lo circonda. […] Tra i maggiori meriti del film c’è quello di aver saputo descrivere con precisione un certo ambiente intellettual-borghese milanese (lo stesso in cui maturò l’omicidio di Walter Tobagi)» (Uva).
Ingresso gratuito
a seguire
Relazione dello psicanalista Giovanna Montinari e incontro moderato da Fabio Castriota