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Cinema Trevi: “Figure del femminile tra Cinema e Psicoanalisi”. Primo incontro della rassegna annuale
23 Gennaio 2010 - 23 Gennaio 2010
Psicoanalisi e Cinema hanno molto in comune: sono nate nello stesso periodo, hanno avuto nel secolo appena finito un enorme sviluppo e diffusione continuando ad influenzare, con la loro ricerca sull’uomo e le sue dinamiche profonde, il mondo della cultura, della scienza e dell’arte. Anche se il cinema non ha alcun presupposto terapeutico, alcuni aspetti della sua indagine e la sua capacità di stimolare e portare alla coscienza, all’interno di un contenitore artistico, dei nuclei attivi nel profondo della psiche fanno sì che sviluppare un confronto su alcuni temi può essere utile e stimolante. I film hanno d’altronde modalità espressive affini a quelle dei sogni e dell’immaginario, utilizzando quel registro iconico su cui la Psicoanalisi indaga come livello di simbolizzazione sulla strada della rappresentazione e della pensabilità. Partendo da questo interesse, il Centro Sperimentale di Cinematografia organizza, col patrocinio della SPI (Società Psicoanalitica Italiana) una serie d’incontri mensili, nella giornata di sabato, centrati sul rapporto tra il Cinema e la Psicoanalisi e sugli aspetti che la visione di un film può approfondire. In queste serate di volta in volta uno psicoanalista proporrà una breve relazione, dopo la proiezione dell’ultimo film selezionato, aperta alla discussione con autori/attori/critici cinematografici e col pubblico. Nel 2010 i film presentati e gli spunti di riflessione proposti vertono intorno ad un percorso che attraversa il tema della femminilità, sia sul versante cinematografico che su quello psicoanalitico e, più in generale, culturale.
 
 
ore 16.30
Lo sceicco bianco (1952)
Regia: Federico Fellini; soggetto: Michelangelo Antonioni, F. Fellini, Tullio Pinelli; sceneggiatura: F. Fellini, T. Pinelli, Ennio Flaiano; fotografia: Arturo Gallea; scenografia: [Raffaele] Tolfo; musica: Nino Rota; montaggio: Rolando Benedetti; interpreti: Alberto Sordi, Brunella Bovo, Leopoldo Trieste, Giulietta Masina, Lilia Landi, Ernesto Almirante; origine: Italia; produzione: P.D.C.; durata: 87′
«Con il pretesto di un viaggio a Roma di due sposini provinciali, questo film di Federico Fellini ci descrive i più caratteristici atteggiamenti psicologici della piccola borghesia: l’ansia di sogni e di evasione, che le donne sfogano nei giornali a fumetti, e il culto di un tradizionalismo spicciolo che gli uomini professano ripetendo, quando sono in viaggio di nozze, gli stessi itinerari dei loro padri e dei loro nonni, e osservando a tal segno i canoni della sottomissione familiare da rispettare come un feticcio lo zio che si è trasferito a Roma e che è diventato qualcuno all’ombra del Vaticano. Wanda, la sposina, si perde infatti alla ricerca dello Sceicco Bianco, un eroe dei “fumetti” le cui avventure le hanno fatte passare molte notti insonni. Ivan, lo sposino sconvolto per la scomparsa della moglie, ha una sola preoccupazione, quella di nasconderla allo zio e a tutta la sua famiglia che chissà mai a quali congetture si abbandonerebbero di fronte a un simile fattaccio» (Rondi).
 
ore 18.15
Le notti di Cabiria (1957)
Regia: Federico Fellini; soggetto e sceneggiatura: F. Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, da un’idea di F. Fellini; collaborazione ai dialoghi: Pier Paolo Pasolini; consulenza artistica: Brunello Rondi; fotografia: Aldo Tonti; fotografia sequenze aggiunte: Otello Martelli; scenografia e costumi: Piero Gherardi; musica: Nino Rota; montaggio: Leo Catozzo; interpreti: Giulietta Masina, Amedeo Nazzari, François Perier, Aldo Silvani, Dorian Gray, Franca Marzi; origine: Italia/Francia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica, Les Films Marceau; durata: 110′
Un’ingenua prostituta, Cabiria, si illude di aver trovato l’uomo giusto e di rifarsi una vita, ma i suoi sogni si spezzano violentemente. Memorabile la sequenza nella villa di Amedeo Nazzari. «È possibile che Le notti di Cabiria sia il più diseguale dei film di Fellini, ma i momenti forti sono di tale intensità che esso diventa per me il suo film migliore. Fellini ha corso molti rischi scegliendo di muoversi in Le notti di Cabiria in diverse direzioni e rinunciando in partenza all’unità di tono per sperimentare più campi molto difficili. Che forza in quest’uomo, che dominio bonario della scena, che padronanza sicura e quale invenzione divertita!» (Truffaut). Giulietta Masina miglior attrice al Festival di Cannes.
 
ore 20.15
Relazione della psicanalista Lika Costis e incontro moderato da Fabio Castriota con Italo Moscati
 
a seguire
La città delle donne (1980)
Regia: Federico Fellini; soggetto e sceneggiatura: F. Fellini, Bernardino Zapponi, con la collaborazione di Brunello Rondi; fotografia: Giuseppe Rotunno; scenografia: Dante Ferretti; costumi: Gabriella Pescucci; musica: Luis Enríquez Bacalov; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Marcello Mastroianni, Ana Prucnal, Bernice Stegers, Jole Silvani, Donatella Damiani, Ettore Manni; origine: Italia/Francia; produzione: Opera Film, Gaumont; durata: 148′
«Fantasia onirica sulla falsariga di un film troppe volte rimandato, Il viaggio di G. Mastorna. Anche qui l’io felliniano (nuovamente incarnato in Mastroianni, come ai tempi di La dolce vita e 8 e 1/2) interrompe un viaggio per addentrarsi in una scorribanda nell’universo delle donne: le immagini muliebri della vita d’ogni giorno, le femministe scatenate in congresso, le vecchie insatirite, la moglie malmostosa, le perturbatrici dell’infanzia, le antiche dive del cinema, le puttane del casino, perfino le terroriste; e, in conclusione, un idolo della madre-meretrice-madonna sintetizzato in una caricaturale mongolfiera. Con più angoscia che divertimento, Fellini riprende i sentieri di Amarcord in una progressiva perdita delle illusioni sul ruolo dell’uomo nel mondo contemporaneo. Il film ha il limite dichiarato di mantenersi nell’area autobiografica, sia pure capricciosamente dilatata, senza spingere la sua forza regressiva a quella riscoperta dei “grandi sogni” dell’umanità primitiva teorizzati da Jung» (Kezich).
Vietato ai minori di anni 14 – Ingresso gratuito

 

 

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