Fratelli nel cinema: Comencini e Bertolucci
25 Novembre 2014 - 26 Novembre 2014
«L’invenzione del cinematografo è legata al nome di due fratelli: Auguste e Louis Lumière. Da allora, nella storia del cinema, sono stati tanti i fratelli che, in collaborazione o in competizione, si sono dedicati a questo mestiere. Il cinema, si sa, è una malattia contagiosa che si diffonde spesso all’interno delle famiglie. I mestieri del cinema sono tanti e, in certi settori, si sono formate nel tempo vere e proprie dinastie di artigiani e professionisti. Questo aspetto, che caratterizza in maniera particolare il cinema italiano, rimasto, sostanzialmente, un cinema artigianale, è al centro della presente rassegna con cui ci si propone di mettere a confronto opere legate ai nomi di fratelli o sorelle, per comprendere meglio il peso che i rapporti umani, personali e familiari, hanno avuto nello sviluppo e nella qualità del nostro cinema» (Amedeo Fago).
Gli appuntamenti di questo mese sono dedicati alle sorelle Comencini, Cristina e Francesca, e ai fratelli Bertolucci, Bernardo e Giuseppe.
Rassegna a cura di Amedeo Fago
martedì 25
ore 17.00 A casa nostra di Francesca Comencini (2006, 101′)
Vari personaggi ci vengono mostrati raccontando il loro rapporto con il denaro e gli scambi che, più o meno consapevolmente, hanno tra di loro. Ugo è un affermato commercialista che si arricchisce riciclando denaro proveniente da attività illecite. Su di lui indaga Rita, una giovane comandante della Guardia di Finanza. E poi, come in un gioco di specchi, una modella, un uomo politico, una prostituta ucraina, una coppia di pensionati e, infine, un benzinaio. Le loro storie contribuiscono a farci riflettere sulla nostra realtà attuale. «Un film severo, triste, ma anche vigoroso» (D’Agostini).
ore 19.00 Lo spazio bianco di Francesca Comencini (2008, 100′)
Maria è in attesa che sua figlia esca dall’incubatrice. Deve pazientare tre mesi. Ma Maria non sa aspettare. Abituata a decidere con piena autonomia della propria vita, si costringe in un’apnea che esclude il mondo esterno, chiusa nello spazio bianco dell’attesa. Ma questo sforzo di isolamento finisce col consumarla. « 6° film, e il più riuscito, di una regista che dal 1995 ha diretto anche 6 documentari. […]. Prende, emoziona, inquieta, sconcerta e fa aspettare anche lo spettatore. È realistico ma anche visionario e corre via, leggero, storia di una solitudine che si apre agli altri. La Buy non è solo di una bravura interpretativa superiore a ogni elogio. Deve anche esserci stato, tra lei e la regista, un lavoro di fertile collaborazione che sfiora la simbiosi» (Morandini).
ore 21.00 Incontro moderato da Amedeo Fago con Francesca e Cristina Comencini
a seguire Quando la notte di Cristina Comencini (2011, 108′)
«Quando scrivo un libro non penso che sarà mai un film, è solo un romanzo. Uno degli aspetti che più mi preoccupava per la trasposizione cinematografica di Quandola notte era lo stile a monologhi interiori del libro: è la storia di un uomo e una donna che non si conoscono e, per capire chi è l’altro, si ascoltano e si pensano. Questo ovviamente al cinema non poteva essere fatto. Con Doriana Leondeff abbiamo paradossalmente ridato l’interiorità del libro con uno stile totalmente oggettivo. Abbiamo usato quello che il cinema può offrire al meglio e cioè la possibilità di restituire il silenzio, gli sguardi o il lento e reciproco osservarsi e desiderarsi. Un altro aspetto che il film ha permesso di potenziare è la montagna: la forza, la roccia, il freddo, il ghiaccio» (C. Comencini).
mercoledì 26
ore 16.30 La luna di Bernardo Bertolucci (1979, 142′)
Il figlio di un soprano di successo vive una profonda crisi adolescenziale, con conseguente uso di droghe, che l’amore della madre, spinto agli eccessi, non può a colmare. Film chiave nella filmografia di Bertolucci che fa i conti definitivamente con la figura paterna. «Il primo ricordo di mia madre – avevo sui due anni – riguarda me seduto dentro un cestino sulla sua bicicletta e la guardo. […] E improvvisamente vidi la luna nel cielo della sera. E c’era una confusione nella mia mente fra l’immagine della luna e quella del volto di mia madre» (Bertolucci).
ore 19.00 Amori in corso di Giuseppe Bertolucci (1989, 82′)
«Due studentesse si ritirano in campagna a preparare un esame. Invece di un amico che si contendono, arriva una ragazza molto diversa da loro. Girata in Val Pessola (Appennino emiliano-ligure), è una commedia tenera, gaia e leggera con sottofondi gravi e improvvisi trasalimenti del cuore. Un film farfalla sotto il segno della grazia» (Morandini). Con Amanda Sandrelli, Stella Vordemann e Francesca Prandi.
ore 21.00 Incontro moderato da Amedeo Fago con Lucilla Albano
a seguire Io e te di Bernardo Bertolucci (2012, 97′)
«Concentrando il suo sesto film “romano” quasi tutto nello spazio claustrofobico, spazialmente ma mentalmente infinito, di questa cantina, grande come un atelier dark, e nel “duetto per cannibali” tra Lorenzo e Olivia, quoziente di difficoltà altissimo e demodé, degno di C.T. Dreyer e di Tva Manniskor (Due esseri), 1945, o di Joseph Mankiewicz di Gli insospettabili (1972), Bertolucci ha dovuto prima di tutto operare chirurgicamente sul romanzo Io e te, aiutato dallo stesso autore, Niccolò Ammaniti, […] da Francesca Marciano e Umberto Contarello. Lo ha sforbiciato di inizio e di fine, perché l’happy end nel cinema non è mai “end”, ma è sempre in qualche modo “happy”, e qui perfino “hippy”, una felice idea o trovata; ne ha microvariato i dettagli perché memoria di lettura e memoria di lettura visiva non combaciano; e ha aggiunto alcuni personaggi o situazioni, sia per problemi ritmici che di sostanza» (R. Silvestri).