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Resistenza e liberazione, i film di Jean-Marie Straub
25 Aprile 2015 - 26 Aprile 2015
«È il 25 aprile: Paisà di Roberto Rossellini in 35mm. Jean-Marie Straub è un partigiano, ha sempre scelto con attenzione e consapevolezza da che parte stare, ha sempre combattuto al fianco degli umiliati con una precisa visione dei rapporti di classe e di forza. La macchina da presa è l’arma prescelta per dare il proprio contributo alla lotta di liberazione dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ogni inquadratura, ogni ripresa è innanzitutto una presa di posizione precisa e la cura dedicata ad ogni singolo frame, il famigerato rigore di Huillet-Straub, è necessaria affinché il campo (con i suoi contro e i suoi fuori) in cui “abita la battaglia” non lasci nessuno spazio al dubbio sulla posizione di chi ha scelto il contesto. Tutti i film di Huillet-Straub vivono di un movimento di resistenza e liberazione: uomini, animali, alberi, acqua, ogni cosa sta resistendo sull’orlo dell’abisso, sta lì lì per essere inghiottita da un nero tutt’altro che metafisico e allo stesso tempo sembra liberarsi, davanti ai nostri occhi, di tutto ciò che le impediva di apparire in tutto il suo essere. Esempio massimo di questa forza resistente e liberatrice è la parola, che non è mai vana ma detta perché trovi senso e significato. Proiettare gli ultimi film di Jean-Marie Straub il 25 aprile, a Roma, ha un sapore speciale, perché è la città in cui ha scelto di vivere per quarant’anni ma soprattutto perché nessun altro cineasta si è chiesto così tanto e a lungo, di fronte alla retorica dell'”Evviva la Resistenza!”, se la resistenza è ancora viva.
In questo senso come Kommunisten ripercorre i sentieri di un cammino letteralmente luminoso, percorso con ostinato rigore film dopo film, alla ricerca di un mondo nuovo e più giusto, “rivedere” Mosè e Aronne e Cronaca di Anna Magdalena Bach ci ricorda che siamo in una guerra dove tutto è materia e può farsi arma e strumento. A ciascuno il suo» (Fulvio Baglivi)
 
sabato 25

Per Ciro Giorgini
Il Centro Sperimentale di Cinematografia dedica la proiezione del film Paisà il 25 aprile a Ciro Giorgini, cinefilo e studioso appassionato, fondatore dell’Officina Film Club, autore di Blob e Fuori Orario, scomparso lo scorso 6 aprile. Prima del film sarà proiettato Roma per Rossellini uno dei lavori di montaggio di Ciro Giorgini dedicati al cinema di Rossellini, già presentato al Cinema Trevi nel 2007 nell’ambito della rassegna Lo splendore del vero. Il mondo di Roberto Rossellini.  
 
Roma  per  Rossellini di Ciro Giorgini (2005, 14′)

«Per Rossellini la scelta dei set romani non è stata mai casuale, le strade della città sono insieme il personaggio e il suo insostituibile interprete. No, non può esistere Roma senza Rossellini» (Ciro Giorgini).

ore 16.30 Paisà di Roberto Rossellini (1946, 133′)
Attraverso sei episodi, il film rievoca l’avanzata delle truppe alleate in Italia. «[Il film] rispecchia dopo la tragedia della “città aperta”, quella di tutto un popolo. […] Tanta foga nel ritagliare figure e personaggi da una cronaca ancora viva negli occhi e nell’animo degli italiani, tanta avidità di scoprire, di raccontare, d’immergersi nelle dimensioni reali della nostra esperienza quotidiana e della nostra vita vissuta, sembrano suggellare la validità profonda delle aspirazioni del cinema e della cultura d’opposizione, e condurre a un approdo libero le prime rotture, i primi scandali antiretorici di De Sica e di Visconti» (Lizzani).
 
ore 19.00 La madre di Jean-Marie Straub (2012, 20′)
Ultimo film da Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, “tragedia di uomini schiacciati dal destino” scrisse a proposito nei suoi appunti. Con la coppia di attori toscani Dario Marconcini e Giovanna Daddi già interpreti di altri film Pavese/Straub-Huillet, come Quei loro incontri (2005), Il ginocchiodi Artemide (2008), L’inconsolabile (2011).
 
a seguire Un conte de Michel de Montaigne di Jean-Marie Straub (2013, 35′)
Straub dialoga a distanza con Michel de Montaigne; attraverso le sue parole, a cui dà voce Barbara Ulrich, una statua, un albero.
 
a seguire A propos de Venise di Jean-Marie Straub (2013, 24′)
Attraverso un testo di Maurice Barrés su ascesa e caduta della Repubblica di Venezia Straub interroga l’Europa di inizio millennio.
 
a seguire Dialogue d’ombres di Daniéle Huillet e Jean-Marie Straub (1954-2013, 29′)
Dall’omonimo testo di Georges Bernanos, Dialogue d’ombres è il dialogo tra un uomo e una donna (interpretati da Bertrand Brouder e Cornelia Geiser) che in un tempo precedente erano stati amanti e ora sembra si stiano salutando per sempre. Firmato ancora una volta con Daniéle Huillet, il film ha come data il 1954, anno in cui Straub e Huillet si incontrarono.
 
ore 21.00 La guerre d’Algérie! di Jean-Marie Straub (2014, 2′)
Scheggia da un testo di Jean Sandretto, uno sparo di Straub a precedere Kommunisten.
In collaborazione con Boudu (www.boudu.it)
 
a seguire Kommunisten di Jean-Marie Straub (2014, 70′)
Diviso in segmenti, Kommunisten riprende parti di Operai, contadini (2000); Trop tot, trop tard (Troppo presto, troppo tardi, 1982); Fortini/Cani (1976); Der Tod desEmpedokles (La morte di Empedocle, 1987); Schwarze Sunde (Peccato nero,1990). Ad aprire questa riflessione in tre lingue sul comunismo, improbabile e ultima possibilità di salvezza, Straub mette un segmento tratto dalla novella Le Temps du Méprisdi André Mal­raux in cui recita, fuori campo, la parte dell’inquisitore.
In collaborazione con Boudu (www.boudu.it)
 
domenica 26
ore 17.00 Moses und Aron di Jean-Marie Straub, Danièle Huillet (Mosè e Aronne, 1974, 105′)
«In partenza quello che ci interessava di più erano i rapporti, molto dialettici e violenti, che Mosè e Aronne stabiliscono tra loro e nei confronti del coro, che rappresenta il popolo. Moses und Aron è anche l’occasione di fare un’operazione diametralmente a Chronik der Anna Magdalena Bach. Forzando un po’, si può dire che Chronik è un documentario sulla musica, un film musicale documentaristico, mentre Moses und Aron, in cui l’orchestra non si vede mai, è un film musicale drammatico» (Straub).
 
ore 21.30 Chronik der Anna Magdalena Bach diJean-Marie Straub, Danièle Huillet (Cronaca di Anna Magdalena Bach, 1968, 93′)
«Il punto di partenza della nostra Chronik der Anna Magdalena Bach era l’idea di tentare un film nel quale la musica venisse utilizzata non come accompagnamento, e neppure come commento, ma come materia estetica. Non avevamo veri riferimenti. Forse soltanto, come parallelo, ciò che Bresson ha fatto nel Journal d’un curé de campagne con un testo letterario. Si potrebbe dire, in concreto, che volevamo cercare di portare della musica sullo schermo, mostrare per una volta della musica alla gente che va al cinema. Parallelamente a questo aspetto, c’era il desiderio di mostrare una storia d’amore, come non se ne conosceva ancora» (Straub).
Versione italiana curata da Straub e Huillet nel 1968
 
Rassegna a cura di Fulvio Baglivi
Date di programmazione