W come (Orson) Welles
03 Maggio 2015 - 06 Maggio 2015
Il più grande genio della storia del cinema? Sicuramente il più originale, stravagante, bizzarro, devastante personaggio che abbia calcato la scena dai tempi dei giullari di corte. Un uomo dai mille volti, dalle mille storie, dalle mille peripezie, che ha realizzato al primo colpo il capolavoro immortale (a 27 anni!) e per tutta la vita ne ha inseguito un altro, sfiorandolo più volte, in un vortice di progetti incompiuti, abortiti o semplicemente agognati.
Due pubblicazioni della Cineteca Nazionale rilanciano il mito Welles, nel centenario della nascita e a trent’anni dalla morte, dando voce a due stretti collaboratori del regista, il direttore della fotografia Oberdan Troiani, scomparso dieci anni fa, e l’operatore e fotografo personale Maurizio Maggi. Tra le tante avventure che costellano la galassia Welles, alcune si svolsero in Italia, dove il marziano a Roma si mosse come un signore rinascimentale, attorniato dalla sua corte, e i segni del suo passaggio rimangono imperituri nelle cronache, sempre mitologiche, del cinema. I due libri ne danno una straordinaria testimonianza attraverso le foto del Fondo Troiani e quelle, in gran parte inedite, di Maggi, che ci fanno rivivere, rispettivamente, il Welles ancora entusiasta di Cagliostro e dell’Otello, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, e il Welles già più disincantato di un ventennio dopo, quando i progetti si accavallavano l’uno sull’altro, non andando quasi mai in porto. Il Welles che fa e disfa la tela, un sublime film immaginario.
domenica 3
ore 17.00 Macbeth di Orson Welles (1948, 84′)
Secondo una profezia, Macbeth è destinato a diventare re di Scozia, malgrado l’attuale re, Duncan, abbia due figli, Malcom e Macduff, eredi di diritto. Istigato dalla moglie, sopprime il re e ne prende il posto. Ma… «Primo dei tre adattamenti che Welles fece da Shakespeare […], questo film usa lunghi piani sequenza per rispettare l’unità teatrale, ma accentua molto cinematograficamente l’ambientazione spostandola in un passato di nebbie e oscurità. Costretto dalla ristrettezza del budget Republic a comprimere le riprese (in soli 21 giorni), Welles nasconde i limiti produttivi con una stilizzazione esasperata, sottolineata da una fotografia (di John L. Russell) molto contrastata. Ne esce una lettura del Macbeth barbara e violenta, originale riflessione sulla nascita della Cultura e della Storia e sulla faticosa emancipazione dalla Preistoria, attraverso la violenza e il delitto, in cui si scontrano la volontà di potere dell’uomo e la perfidia intrigante della donna» (Mereghetti).
ore 21.00 Otello di Orson Welles (1952, 98′)
«Per colpa del perfido Jago, suo alfiere, il moro Otello, generale della Repubblica di Venezia, uccide per gelosia la moglie Desdemona e si dà la morte. […]. Incompreso quando uscì per la sua resa sanguigna e barbarica, espressionisticamente dilatata e frantumata, del dramma shakespeariano. Influenzato da Ejzenštejn. Vi compaiono Joseph Cotten come senatore e Joan Fontaine come paggio. 6° film di Welles, il 1° girato fuori dagli Stati Uniti (interni a Roma, esterni in Marocco e in Italia), tra innumerevoli traversie e interruzioni per mancanza di denaro, difficoltà superate con invenzioni geniali. (Per Desdemona furono chiamate Lea Padovani e Betsy Blair finché, insoddisfatto, Welles scelse la francese Cloutier.) Palma d’oro a Cannes ex aequo con Due soldi di speranza di R. Castellani» (Morandini).
mercoledì 6
W come (Orson) Welles
Too much Ciro…
Ai primi di aprile ci ha lasciato l’amico della Cineteca Nazionale Ciro Giorgini. Fondatore dell’Officina Film Club nel 1976, partecipa nel 1985 alla realizzazione de La magnifica Ossessione, maratona di Rai Tre per i novant’anni del Cinema. Dal 1989 è autore di trasmissioni come Schegge, Venti anni prima, Blob, Eveline, Fuori Orario. Nel corso degli anni, insieme con la passione per Hitchcock, Rossellini e Ford, l’universo wellesiano diventa la sua “particolare ossessione”.
La proiezione del suo film di montaggio Roma la città di Orson Welles, realizzato per Fuori Orario, si inserisce nel programma delle commemorazioni che, a partire da lunedì 4 maggio alla Casa del Cinema con la proiezione di Too Much Johnson di Welles, coinvolgerà diversi spazi romani.
ore 17.30 Roma la città di Orson Welles di Ciro Giorgini (1996, 57′)
In collaborazione con L’Officina Film Club e Fuori Orario
ore 18.45 Memorie a 15 ASA di Massimiliano Troiani (2006, 12′)
Oberdan Troiani, sotto l’occhio vigile del figlio Massimiliano, rievoca la sua collaborazione con Orson Welles, ripercorrendo i luoghi, nel viterbese e a Roma, dove girarono alcune fondamentali sequenze dell’Otello.
ore 19.00 Incontro moderato da Emiliano Morreale con Alberto Anile, Maurizio Maggi, Paolo Mereghetti, Mariapaola Pierini, Massimiliano Troiani
Nel corso dell’incontro saranno presentati i libri L’Otello senza acca. Orson Welles nel fondo Oberdan Troiani, a cura di Alberto Anile (Quaderni della Cineteca Nazionale-Rubbettino), e I mille volti di Orson Welles, a cura di Emiliano Morreale (Cineteca Nazionale-Edizione Sabinae).