Giorgio Albertazzi e il cinema
21 Marzo 2017 - 26 Marzo 2017
«Giorgio Albertazzi e il cinema: uno straordinario percorso artistico che ci consegna una varietà di personaggi che il Maestro Albertazzi ha fatto diventare da subito icone da imitare, senza incappare mai nella retorica di una interpretazione ed entrando nella valigia dei ricordi di tutti gli italiani: ancora oggi attuale nel visualizzare i conflitti etici della scienza e l’insuperabile dualismo fra Bene e Male è la splendida rilettura de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di R. L. Stevenson, da Giorgio Albertazzi scritta e diretta. Come per il teatro, il Maestro Giorgio Albertazzi ha lasciato un segno memorabile anche nelle sue interpretazioni sul piccolo e grande schermo (per la televisione è stato uno dei primi divi televisivi, protagonista di sceneggiati di grande successo e di letture poetiche che tutta l’Italia seguiva con passione). Una veste di assoluto rilievo (sia nei panni di attore che di regista) che mostra spunti di grande attualità: memorabile l’interpretazione da protagonista in L’avvocato De Gregorio, film di denuncia del 2003 sulle morti bianche con la regia di Pasquale Squitieri. Le parole di Alessandra Levantesi sul film ne sono una chiara testimonianza: “Il pregio maggiore di questo film, condotto con coraggio sul filo di una popolaresca semplicità, sta nell’interpretazione di Giorgio Albertazzi. Da mezzo secolo fra le figure di spicco dello spettacolo, […] con questo De Gregorio entra di prepotenza nella schiera dei personaggi emblematici rappresentando, al di là di un caso umano complesso e perfino non sempre simpatico, la voglia di riscatto di una città umiliata”. Nel programma della retrospettiva sono presenti anche due delle sue opere dietro la macchina da presa: Gradiva (1970), in cui il Maestro Albertazzi scopre persino una futura diva come Laura Antonelli (protagonista femminile del film), e Gli angeli del potere (1988), “la storia di un delirio, di opposizione per non cedere – commenta Giorgio Albertazzi – in cui gli angeli sono l’incarnazione, fantastica, del potere. Nella realtà sono i funzionari del potere, i direttori del teatro, sono i medici degli ospedali psichiatrici, sono la polizia”. Ripensare al cinema (come anche al teatro e alla televisione) del Maestro Giorgio Albertazzi significa ricevere in dono una “poesia” che ci avvolge in un’armonia di passioni, di riflessioni e di amori… un fuoco che arde accanto a noi, scaldando i nostri cuori e che ci trasforma in veri e propri sognatori con “i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole”» (Davide Cavuti).
Rassegna a cura di Centro Ricerche e Studi Nazionale Alessandro Cicognini, Cineteca Nazionale, Teche Rai
martedì 21
ore 17.00 Philo Vance – La strana morte del signor Benson di Marco Leto (1974, 118′)
Primo episodio della miniserie televisiva italiana e centrata sull’investigatore dandy Philo Vance, creato dallo scrittore S.S. Van Dine. «Un giocatore dongiovanni è assassinato. Philo Vance, che si trovava ospite nella stessa casa al momento dell’omicidio, risolve il caso. Uno dei classici del giallo, raccontato discretamente da Leto e interpretato con divertita gigioneria da Giorgio Albertazzi. Il libro fu ispirato dall’assassinio Elwell avvenuto negli anni Venti (assassinio che in realtà non fu mai risolto)» (Carbone).
Per gentile concessione di Teche Rai
ore 19.00 Philo Vance – La fine dei Greene di Marco Leto (1974, 106′)
«Il terzo e ultimo, La fine dei Greene, oltre a operare una serie di cambiamenti drastici rispetto al testo di partenza, sembra sciogliere ogni riserva per così dire teorica, per concentrarsi sullo stile autonomo della messa in quadro, con una più sciolta propensione della macchina da presa ad organizzare il suo discorso per segmenti prolungati e spesso virtuosistici» (Mancino).
Per gentile concessione di Teche Rai
mercoledì 22
ore 17.00 George Sand – Nostra signora di Nohant di Giorgio Albertazzi (1981, 71′)
Prima puntata dello sceneggiato televisivo che racconta la vita della grande scrittrice francese (Aurore Dupin il suo vero nome), nata nel 1804 e morta nel 1876, stella di prima grandezza della società artistica e intellettuale del suo tempo, femminista e socialista, donna anticonformista quante altre mai. Con Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Elisabetta Pozzi, Mariano Rigillo, Laura Morante.
Per gentile concessione di Teche Rai
ore 18.30 Gradiva di Giorgio Albertazzi (1970, 93′)
Prima trasposizione cinematografica al mondo del saggio sulla Gradiva di Jensen, scritto da Freud e la collaborazione tra il regista e lo psicanalista Cesare Musatti. Una giovanissima e bellissima Laura Antonelli fu scoperta dal talent scout Albertazzi, per ricoprire il ruolo di Gradiva, la donna che attraversando le epoche diventa un’ossessione del protagonista.
ore 20.30 Gli angeli del potere di Giorgio Albertazzi (1988, 100′)
«Il film si svolge nel 1980 a Praga. La situazione del film si potrebbe però ripetere anche oggi […]. Il film comincia con una donna che gli “angeli” spingono al suicidio […] con una specie di persuasione psicoanalitica. Chi sono questi angeli e chi è questa donna? La donna è una celebre attrice, una star del teatro di Praga, sposata con un operatore di cinema […]. Gli angeli sono l’incarnazione, fantastica, del potere. Nella realtà sono i funzionari del potere, i direttori del teatro, sono i medici degli ospedali psichiatrici, sono la polizia […]. Questa donna cosa ha fatto, secondo il potere? Ha partecipato a questo momento, straordinariamente euforico […] che è stata la primavera di Praga. […] Poi però il potere è ritornato come dominio e lei si oppone, resiste, viene allontanata dal teatro, le viene tolta la tessera del partito. […] Il film è la storia di un delirio, di un delirio di opposizione per non cedere. Ma la situazione può accadere ovunque, non soltanto in Cecoslovacchia, non soltanto a Praga, che comunque resta un modello» (Albertazzi).
Per gentile concessione di Teche Rai
giovedì 23
ore 17.00 5 donne per l’assassino di Stelvio Massi (1974, 99′)
Pavia: chi massacra donne incinte? Uno scrittore (Francis Matthews) che ha appena scoperto di non essere il padre di suo figlio? O un losco primario (Albertazzi) che elogia Erode? Dichiaratamente ispirato al bel più noto giallo di Mario Bava, Sei donne per l’assassino (1964), si segnala per la grande interpretazione di Giorgio Albertazzi. Sceneggiatura di Gianfranco Clerici, Roberto Gianviti e Vincenzo Mannino con musiche di Giorgio Gaslini.
ore 19.00 Lorenzaccio di Raffaello Pacini (1951, 97′)
Lorenzo de’ Medici, detto Lorenzaccio (Giorgio Albertazzi), avendo con la sua condotta provocato la collera di Papa Clemente VII, suo zio, viene bandito dallo Stato Pontificio e fugge a Firenze. Egli volge in mente il disegno di liberare, a qualunque costo, la sua città dalla crudele tirannia del duca Alessandro, suo cugino.
ore 21.00 L’avvocato De Gregorio di Pasquale Squitieri (2003, 107′)
«Ruolo maiuscolo per Giorgio Albertazzi diretto da Pasquale Squitieri, un regista che con le maiuscole va a nozze. L’avvocato De Gregorio è un relitto del Foro napoletano che risale la china battendosi ostinatamente per far luce su un oscuro incidente sul lavoro. Grandangoli, dettagli sgradevoli, tirate all’antica: Squitieri non si nega nulla. Ma l’impeto e l’urgenza di questa requisitoria populista testimoniano un disagio e una ribellione insoliti» (Ferzetti).
venerdì 24
ore 17.00 Vita di Dante di Vittorio Cottafavi (1965, 229′)
Vita di Dante è uno sceneggiato televisivo diretto da Vittorio Cottafavi su sceneggiatura di Giorgio Prosperi, trasmesso dalla Rai in tre puntate sull’allora Programma Nazionale dal 12 dicembre al 19 dicembre 1965. La fiction faceva parte della trilogia delle Vite celebri curata da Angelo Guglielmi, comprendente anche Vita di Michelangelo, regia di Silverio Blasi, trasmessa l’anno prima, 1964, e Vita di Cavour, diretta da Piero Schivazappa, che sarebbe andata in onda nel 1967. Nei panni del sommo poeta Dante Alighieri era Giorgio Albertazzi, affiancato da Loretta Goggi, Renzo Palmer, Luigi Vannucchi e un cast di attori di vaglia, molti dei quali di formazione teatrale, con Riccardo Cucciolla presente come voce fuori campo in funzione di narratore.
Per gentile concessione di Teche Rai
ore 21.00 L’anno scorso a Marienbad di Alain Resnais (1961, 94′)
«In un hotel che forse è una clinica di lusso, dove passato, presente, futuro (reali o immaginari) si fondono e si confondono, un uomo (Albertazzi) corteggia una donna (Seyrig) sostenendo di averla già conosciuta in passato, ma non è dato di sapere tutta la verità, né se qualcuno sta mentendo. Tratto da una sceneggiatura di Alain Robbe-Grillet, capofila del nouveau roman, il film è non solo un esercizio di stile, ma anche una ricerca sul tempo e la memoria e un esperimento sull’intercambiabilità dei discorsi e delle situazioni. L’idea centrale era quella di raccontare una storia “dall’interno della coscienza, con un tempo mentale che è sempre e solo il presente” (Volpi), dentro uno spazio dove i protagonisti si aggirano quasi prigionieri. Capolavoro di uno dei grandi maestri della Nouvelle Vague, riscosse all’epoca un grande successo di critica e scioccò il pubblico con le sue arditezze narrative (e le misteriosissime regole del gioco dei fiammiferi). […] Leone d’oro a Venezia» (Mereghetti).
sabato 25
ore 16.30 Jekyll di Giorgio Albertazzi (1969, 251′)
Che legame c’è tra il celebre biologo Henry Jekyll, una vita tra esperimenti e alambicchi, e il losco Edward Hyde che ha aggredito una studentessa? Perché il primo ha nominato suo erede universale il secondo? L’avvocato John Utterson vuole scoprire cosa accomuni due uomini apparentemente diversi quanto il Bene e il Male. Ma l’apparenza, si sa, troppo spesso inganna. Splendida rilettura in chiave moderna de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di R. L. Stevenson (Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, 1886), da Giorgio Albertazzi scritta e diretta, ancora oggi attuale nel visualizzare i conflitti etici della scienza e l’insuperabile dualismo fra Bene e Male, entità con le quali siamo costretti a fare i conti nel nostro incedere terreno, senza riuscire a scindere l’una dall’altra.
Per gentile concessione di Teche Rai
ore 21.00 Incontro con Pino Ammendola, Gabriele Antinolfi, Davide Cavuti, Pia De Tolomei, Michele Placido
Nel corso dell’incontro sarà consegnato il Premio Internazionale Alessandro Cicognini alla memoria di Giorgio Albertazzi.
a seguire Un’avventura romantica di Davide Cavuti (2016, 62′)
Il film-documentario ricostruisce i momenti della vita, i rapporti con la famiglia e con i registi dell’epoca, le opere del compositore Alessandro Cicognini, con la partecipazione di personaggi importanti che lo hanno conosciuto e che hanno arricchito con la loro testimonianza il lungometraggio. Alessandro Cicognini firmò le musiche di oltre trecento film, fu il compositore preferito di Vittorio De Sica, scrivendo le musiche di quasi tutte le sue produzioni, tra cui Sciuscià e Ladri di biciclette, entrambi vincitori del premio Oscar; collaborò con i più grandi registi della sua epoca, tra cui Alessandro Blasetti, Mario Camerini, Luigi Comencini, Vittorio De Sica, Camillo Mastrocinque, Mario Monicelli, Steno. Alla fine degli anni Sessanta, il suo gesto di buttare nel fiume Aniene tutte le musiche che aveva composto, segnò l’allontanamento definitivo dal mondo del cinema. Nel cast Edoardo Siravo, Michele Placido, Pino Ammendola, Lino Guanciale, Debora Caprioglio, Antonio Salines, Gaetano Aronica, Micol Olivieri, con interviste a Pasquale Squitieri, Lino Patruno, Umberto Scipione, Stelvio Cipriani, Manuel De Sica, Antonella Ruggiero e Giorgio Albertazzi.
domenica 26
ore 16.30 L’idiota di Giacomo Vaccari (1959, 423′)
L’idiota fu presentato il sabato nel settembre del 1959 in quattro puntate: era stato sceneggiato da Giorgio Albertazzi dal romanzo omonimo (1869) di Fëdor Michàjlovič Dostoevskij, e – scrive Aldo Grasso – «un cast prestigioso e la regia di Vaccari decretano il successo della riduzione televisiva in quattro puntate del romanzo di Dostoevskij». Il cast era costituito da Giorgio Albertazzi (il principe Lev Nikolaevič Myškin, l’ultimo erede di una grande famiglia decaduta, un individuo spiritualmente superiore ma indifeso nella sua fiducia verso il prossimo, nella sua generosità e bontà d’animo e nella sua inesperienza della vita, responsabile anche di una certa debolezza della volontà e di un infantile immobilismo), Gian Maria Volonté (il violento e appassionato Parfën Rogožin), Anna Proclemer (l’affascinante e dolente Nastas’ja Filippovna Baraškova, amante di un ricco capitalista) e Anna Maria Guarnieri (la figlia del generale Epančin, Aglaja, innamorata dal principe che la ricambia), contornati da Sergio Tofano, Gianni Santuccio, Antonio Pierfederici , Lina Volonghi, Ferruccio De Ceresa, Maria Fabbri, Gianna Giachetti e Franca Nuti. Scrive ancora Aldo Grasso: «Nonostante qualche contrazione dei complessi sviluppi della storia, la sceneggiatura di Albertazzi resta fedele al testo originario dando vita a un racconto televisivo chiaro e fluente. Efficacemente tratteggiati sono i personaggi e i ruoli, […] i protagonisti della tormentata vicenda nella quale la pietà resta l’unico conforto di fronte alla drammaticità dei rapporti umani».
Per gentile concessione di Teche Rai