Queen Kong, ovvero quando leros è femminile
12 Maggio 2017 - 12 Maggio 2017
Queen Kong di Monica Stambrini è un film importante non solo perché è uno dei primi corti nati dal progetto delle Ragazze del Porno, gruppo fondato dalla giornalista e traduttrice Tiziana Lo Porto con l’obiettivo di pensare al porno in chiave femminile. Ma è anche e soprattutto una piccola-grande perla, dove una relazione sessuale in due tempi (e in pochi minuti) ha il coraggio di entrare nel vivo del rapporto sensuale tra uomini e donne ribaltando il vecchio schema del maschio predatore e della femmina preda. Le reazioni sono state esaltanti. Finanziato dal crowdfounding, Queen Kong ha vinto il Queens Festival di New York. Don Cato, il direttore del festival, ha commentato: ««È un corto molto elegante e ben fatto. La maestria, la storia, il concetto vanno tutti presi molto seriamente. Inoltre, è anche diabolicamente esplicito e questo è il bonus! Il nostro pubblico di mezzanotte l’ha amato, quindi tenete d’occhio questa donna, ha solo cominciato». E Bernardo Bertolucci: «Quando ho visto Queen Kong sono quasi svenuto, così ho dovuto rivederlo più volte». Per James Franco è un «film molestissimo». Presentato con successo anche all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Pesaro, la regista ha dichiarato: «In Italia la pornografia è vietata ai minori come nel resto del mondo. Ma mentre altrove questo significa che si tratta di film dedicati a persone mature, da noi è sinonimo di film di serie B. Per questo da sempre nutro grande rispetto e ammirazione per Tinto Brass, soprattutto per le sue prime pellicole con cui ha combattuto una lotta eroica. Sono cresciuta con i suoi film e reputo La chiave un capolavoro». Prendendo a prestito le parole di Monica Stambrini, la Cineteca Nazionale ha voluto aprire uno spazio di riflessione sull’evoluzione del linguaggio dell’eros, mettendo a confronto il capolavoro brassiano con la chicca stambriniana. Il futuro? È donna, come avrebbe detto un cineasta iconoclasta, Marco Ferreri.
ore 17.00 La chiave di Tinto Brass (1983, 110′)
«Nasce la commedia erotica all’italiana, rinasce del tutto Tinto Brass come piccolo maestro del porno. Siamo in piena hardizzazione del soft, cioè ci si spinge finché si può nel mostrare, ma sempre dentro alle regole del cinema normale. Il sogno rimane però quello dell’hard. È questa corda tesa che funziona perfettamente nel film, insieme a una Stefania Sandrelli che si lascia riprendere dappertutto e mostra una carne soffice e luminosa che lo spettatore non si aspettava. Diventa anzi la prima stella dell’erotismo all’italiana, pronta per il nuovo genere, richiestissima da tutti. […] c’è da rilevare che il trattamento di Brass è molto fedele in tanti particolari al romanzo di Tanizaki e vi si legge un vecchio e sincero amore per l’erotismo letterario degli anni ’60, che l’ambientazione nella Venezia anni ’40 è di gran fascino, che il giocare sulla commedia di costume nostrana è perfettamente riuscito. Brass firma uno dei suoi porno più divertiti e riusciti, con cammei curiosi, come quello di Ugo Tognazzi (che doveva in un primo tempo essere protagonista del film)» (Giusti).
ore 20.30 Incontro moderato da Roberto Silvestri con Caterina Varzi, Monica Stambrini
Nel corso dell’incontro sarà proiettata una conversazione tra Tinto Brass, Monica Stambrini e Caterina Varzi.
a seguire Queen Kong di Monica Stambrini (2016, 20′)
Appartati dietro ad un albero di un parco, un uomo e una donna tentano un rapporto sessuale. Sono entrambi eleganti, la musica della festa proviene dalla villa poco lontano. Un cellulare li interrompe. Stranita e delusa, lei fa per tornare alla festa, ma invece scompare nel bosco. Lui la segue svogliatamente. Il bosco è buio e la vegetazione sempre più fitta. L’uomo la chiama, inciampa, cade in un fosso e, quando si risolleva, al posto della sua donna trova una strana creatura. «Potremmo allora definire Queen Kong di Monica Stambrini un hard asciutto (sia nel senso del rigore che in quello di assenza del cumshot): asciutto ma realmente coinvolto. Regista, attrici (l’hard Valentina Nappi e l’insertata Janina Rudenska), attore (Luca Lionello), la bravissima montatrice (Paola Freddi) ci fanno percepire un coinvolgimento, raro anche per molto del cinema italiano d’oggi fuori dai recinti hard» (S. Silvestri).