Cinema Trevi: Amedeo Nazzari, più di un divo
24 marzo incontro con Evelina Nazzari, Gian Luigi Rondi, Orio Caldiron
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Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, dopo aver reso omaggio ad Amedeo Nazzari (1907-1979) nel centenario della nascita con il volume Amedeo Nazzari il divo, l’uomo, l’attore, a cura di Simone Casavecchia, propone una retrospettiva di quindici film del grande attore, per decenni l’autentico divo del cinema italiano. «Il divismo è, o almeno era, un fenomeno statunitense: gli americani ne avevano tanti, di “divi”; noi praticamente solo uno: Nazzari. Era il Gary Cooper italiano, l’Errol Flynn del Mediterraneo. Dopo di lui, come notorietà, c’erano Vittorio De Sica, Fosco Giachetti, Osvaldo Valenti, poi, più tardi, Gassman e Mastroianni. Ma Nazzari, per personalità e “fisicità”, era un “attore americano”: ne aveva il piglio, la statura, il physique du rôle. E il pubblico italiano voleva sognare all’americana. Era un divo suo malgrado. Il nostro cinema aveva bisogno di lui, della sua immagine, sulla quale fantasticare» (Evelina Nazzari). Nazzari, però, non è stato solo un divo, ma un attore-autore, che sceglieva i personaggi da interpretare secondo una precisa linea etica. «Mi piacciono i personaggi “in contrasto”, quelli che sono in battaglia, in contraddizione coi “cattivi”, e lottano e vincono ristabilendo la giustizia; mi piace l’uomo forte e buono contro il quale tutti si coalizzano senza riuscire a spuntarla. […] Ancora e sempre io cerco di trasferire sullo schermo i connotati di un personaggio che non può piegarsi a bassezze o sotterfugi, né sottostare alla arrogante volontà degli altri. Forse per questo non mi dispiace quel genere popolare al quale ho dato tanta attività» (Amedeo Nazzari). E dietro l’attore si nascondeva un uomo generoso, che ha profuso tutte le sue energie per il cinema e per gli altri, rimanendo impresso nella memoria collettiva non solo per il suo volto, ma anche per il suo grande cuore d’artista. «Nessun attore cinematografico italiano credo abbia mai raggiunto la popolarità di Amedeo Nazzari sia nell’ammirazione per l’artista, sia nella stima e l’affetto per l’uomo. Nessun attore credo abbia mai superato in Italia, e forse potrà superare nell’avvenire, la incredibile mole di lavoro che il successo ha costretto Nazzari ad affrontare. Infine nessun autore, tra quanti ne ho visti rivelarsi nella loro professione, potrà uguagliare la generosità di Nazzari. Generosità non solo nel profondere energia per il lavoro sia di preparazione che sul set, né solo generosità umana, sempre a braccia aperte verso tutti, a cominciare dai colleghi e dai compagni di troupe. Generosità soprattutto nel temperamento dell’artista capace di prestazioni del più alto livello. Chiuso in apparenza perché schivo di esteriorità che tradiscano la sua ricchezza di cuore, Amedeo, non fosse nato sardo, meriterebbe di esserlo fatto honoris causa» (Alessandro Blasetti).
martedì 23
ore 17.00
Luciano Serra pilota (1938)
Regia: Goffredo Alessandrini; soggetto: Franco Masoero, G. Alessandrini; adattamento: Ivo Perilli, Fulvio Palmieri; sceneggiatura: G. Alessandrini, Roberto Rossellini; fotografia: Ubaldo Arata, per le riprese aeree Crescenzio Gentili; scenografia: Gastone Medin; musica: Giulio Cesare Sonzogno; montaggio: Giorgio C. Simonelli; interpreti: Amedeo Nazzari, Germana Paolieri, Roberto Villa, Gino Mori, Mario Ferrari, Egisto Olivieri; origine: Italia; produzione: Aquila Film; durata: 102′
Alla fine della prima guerra mondiale, il pilota di aerei Luciano Serra trasporta turisti sul lago Maggiore, con grande insoddisfazione e conseguente crisi familiare. La moglie lo lascia, portandosi via il figlio. Luciano allora si trasferisce in Sudamerica, dove viene assunto in un circo equestre, e poi tenta un volo transatlantico. Ma la guerra è di nuovo alle porte e Luciano avrà ancora modo di dimostrare il proprio coraggio. «Amedeo Nazzari, che impersona Luciano Serra ha dato un’interpretazione di una compattezza, di una sensibilità e di un rilievo che non aveva mai raggiunto prima. Con questa interpretazione Amedeo Nazzari si impone assolutamente come il più completo e robusto attor giovane del nostro schermo» (Sacchi).
ore 19.00
Centomila dollari (1940)
Regia: Mario Camerini; soggetto: tratto da una commedia di Carl Conrad; sceneggiatura: M. Camerini, Gaspare Cataldo, Luigi Zampa, Renato Castellani [non accreditato]; fotografia: Alberto Fusi; scenografia: Fulvio Jacchia; costumi: Marcello Caracciolo di Laurino; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Giovanna Del Bosco; interpreti: Amedeo Nazzari, Assia Noris, Maurizio D’Ancora, Lauro Gazzolo, Calisto Bertramo, Ernesto Almirante; origine: Italia; produzione: Astra Film; durata: 83′
Un miliardario americano si invaghisce di una ragazza che fa la centralinista in un albergo e offre una somma elevata al fidanzato pur di cenare con lei… Prima di Proposta indecente, quando le commedie italiano erano ambientate in Ungheria. Camerini gioca con il cinema dei telefoni bianchi: «La coscienza gli ha suggerito di fare la satira a un mondo falso (inventato proprio dal cinematografico), al mondo dei colpi di fortuna e delle scommesse esotiche. La prudenza gli ha ingiunto di prendere sul serio quel mondo e di fare il film “corrente”. Ne è venuta fuori una cosa molto ben eseguita, ma impagliata e fredda» (Flaiano).
ore 20.45
La cena delle beffe (1941)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: dal dramma omonimo di Sem Benelli; sceneggiatura: A. Blasetti, Renato Castellani, Sem Benelli [non accreditato]; fotografia: Mario Craveri; musica: Giuseppe Becce; scenografia: Virgilio Marchi; costumi: Gino C. Sensani; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti, Clara Calamai, Alfredo Varelli, Valentina Cortese, Memo Benassi; origine: Italia; produzione: Cines; durata: 83′
«Dall’opera omonima di Sem Benelli (sceneggiato da Blasetti e dal futuro regista Renato Castellani), un melodramma torbido e serrato, incredibilmente ambiguo e sanguinoso per l’epoca, che il regista dichiara di aver realizzato senza interesse. Viene sempre ricordato per il primo seno nudo della storia del cinema italiano sonoro (è della Calamai, quando Nazzari le strappa la camicetta), ma in realtà colpisce per la forte componente omosessuale nella relazione tra gli antagonisti, intenti – più che a conquistare la donna contesa – a esaurire le pulsioni erotiche autodistruttive all’interno del loro legame maledetto. Per qualcuno mette anche in scena la castrazione del maschio (quale in effetti Nazzari era nell’immaginario cinematografico del Ventennio), e quindi del padre e del dittatore. Per Valenti è il primo film da protagonista. Diventata popolarmente celebre la battuta di Neri “Chi non beve con me, peste lo colga”» (Mereghetti).
mercoledì 24
ore 17.15
I mariti (Tempesta d’anime) (1941)
Regia: Camillo Mastrocinque; soggetto: dalla commedia omonima di Achille Torelli; adattamento: Alessandro De Stefani; sceneggiatura: A. De Stefani, C. Mastrocinque; fotografia: Ugo Lombardi; scenografia: Ottavio Scotti; costumi: Maria De Matteis; musica: Pietro Sassoli; montaggio: Duilio A. Lucarelli; interpreti: Amedeo Nazzari, Mariella Lotti, Irma Gramatica, Camillo Pilotto, Clara Calamai, Roberto Villa; origine: Italia; produzione: I.C.A.R.; durata: 88′
Un avvocato di umili origini, sposato con la duchessina d’Herrera che non lo ama, riesce grazie alle sue capacità e alla sua dedizione a farsi apprezzare dalla moglie e dalla famiglia di lei. «Siamo davvero lieti di poter riscontrare in questa sua ultima fatica la prova di una maturità che ci auguriamo venga consolidata nel futuro. […] Tutto il complesso artistico […] è stato scelto con una cura ammirevole e se riteniamo inutile elogiare il Nazzari – nell’arringa alcuni suoi motivi sono incisivi e suasivi – con vera soddisfazione ricordiamo Mariella Lotti, Clara Calamai e Rubi Dalma, le quali hanno offerto tre misurate e colorite interpretazioni nei rispettivi non facili ruoli» (Meneghini).
ore 19.00
La bisbetica domata (1942)
Regia: Ferdinando Maria Poggioli; soggetto: F.M. Poggioli, Sergio Amidei, liberamente tratto dalla commedia omonima di William Shakespeare; sceneggiatura: Gherardo Gherardi, Dino Falconi, Giacomo Debenedetti [non accreditato]; fotografia: Renato Del Frate; scenografia: Gastone Medin; musica: Felice Montagnini; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Amedeo Nazzari, Lilia Silvi, Lauro Gazzolo, Rossana Montesi, Carlo Romano, Paolo Stoppa; origine: Italia; produzione: Excelsa Film; durata: 86′
«Una Bisbetica domata portata ai dì nostri: con un Petruccio che va in automobile e una Caterina che schizza al primo fischio della sirena d’allarme. È necessario chiedersi se così camuffata la grande commedia scespiriana perde di sapore o significato? […] Basterà dire che il regista Poggioli, che è uno di quelli che merita credito, ha avviato la favola sui binari della farsa più smaccata, che ha tirato ad esilarare la platea […] e che, infine, ha conferito a tutto il racconto […] un ritmo motorio e un tono buffonesco che fanno centro. Gli urli e le boccacce di Lilia Silvi, l’atticciata perfidia di Amedeo Nazzari […] condiscono il tutto» (Vesce).
ore 20.45
Incontro moderato da Simone Casavecchia con Evelina Nazzari, Orio Caldiron, Gian Luigi Rondi
a seguire
Apparizione (1943)
Regia: Jean De Limùr; soggetto e sceneggiatura: Giuseppe Amato, Lucio De Caro, Piero Tellini; fotografia: Aldo Giordani; musica: Enrico Cagna Cabiati; montaggio: Maria Rosada; interpreti: Alida Valli, Massimo Girotti, Amedeo Nazzari, Andreina Pagnani, Olga Solbelli, Dora Menichelli Migliari; origine: Italia; produzione: Cines, Safic; durata: 68′
Amedeo Nazzari interpreta se stesso: ovvero un divo bello e impossibile, adorato dalle donne e ammirato dal suo pubblico. Un giorno la sua macchina lo lascia in panne in prossimità di un paesino. Col sopraggiungere del buio, Nazzari è costretto a pernottare in un modesto albergo di provincia. Nella locanda incontra una ragazza sua ammiratrice, Andreina, felicemente fidanzata. Tuttavia, appena vede l’uomo dei suoi sogni, Andreina comincia a perdere la testa. «È l’auto-apologia di Amedeo Nazzari. Egli vi dice che il suo nome si pronuncia piano e non sdrucciolo, che i suoi capelli non sono ossigenati ma di colore naturale, che lavora molto, che dorme poco; vi si presenta in atto di concedere autografi ad un nugolo di belle fanciulle provinciali e di posare sottobraccio, ad una di esse vestita da sposa» (L. O., «Il Messaggero»).
Ingresso gratuito
giovedì 25
ore 17.15
Fedora (1942)
Regia: Camillo Mastrocinque; soggetto: dal dramma omonimo di Victorien Sardou; sceneggiatura: Giorgio Pastina, C. Mastrocinque; fotografia: Giuseppe La Torre; scenografia: Ottavio Scotti; costumi: Gino C. Sensani; musica: Umberto Giordano; montaggio: Duilio A. Lucarelli; interpreti: Luisa Ferida, Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti, Memo Benassi, Rina Morelli, Sandro Ruffini; origine: Italia; produzione: ICAR; durata: 90′
Il principe Yariskine viene ucciso prima delle nozze con la principessa Fedora, la quale giura di fronte al padre del suo fidanzato di vendicarlo. «Si tratta di un filmone eccezionale per ricchezza di mezzi, una ricchezza che talvolta non esita a diventare sfarzo […] ma lo spettacolone c’è, ripetiamolo, con tutte le sue risorse. […] Luisa Ferida, Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti sono i tre protagonisti con la loro nota bravura» (Gromo).
ore 19.00
La bella addormentata (1942)
Regia: Luigi Chiarini; soggetto: tratto liberamente dalla commedia omonima di Pier Maria Rosso di San Secondo; sceneggiatura: L. Chiarini, Umberto Barbaro, Vitaliano Brancati; fotografia: Carlo Montuori; scenografia: Guido Fiorini; costumi: Gino C. Sensani; musica: Achille Longo; montaggio: Maria Rosada; interpreti: Luisa Ferida, Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti, Teresa Franchini, Pina Piovani, Margherita Bossi; origine: Italia; produzione: Cines; durata: 90′
In un paesino siciliano una ragazza viene sedotta e abbandonata dal notaio presso il quale lavora. Un ragazzo che lavora in una solfatara cerca di aiutarla… «L’originalità – nel dramma di Rosso e nel film di Chiarini – è in quei personaggi, in quei colori, in quei fulgori, in quella frenesia, in quella veemenza di toni, in quella trasfigurante magia, che sorge dalla realtà isolana. Chiarini ha l’estro e lo stile per queste “interpretazioni” di paese, le quali si allacciano alla nostra splendida letteratura, dai siciliani a Di Giacomo, a Murolo, a Barbarani. E il film ha un arroventato vigore, una fiorita giovinezza, una sapida comicità di personaggi minori» (Palmieri).
ore 20.45
Un giorno nella vita (1945)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: A. Blasetti, Mario Chiari, Diego Fabbri, Edoardo Anton; sceneggiatura: Anton Giulio Majano, Cesare Zavattini; fotografia: Mario Craveri; scenografia: Salvo D’Angelo, Franco Lolli, Aldo Tomassini; musica: Enzo Masetti; montaggio: Gisa Radicchi Levi; interpreti: Elisa Cegani, Massimo Girotti, Mariella Lotti, Amedeo Nazzari, Dina Sassoli, Ada Colangeli; origine: Italia; produzione: Orbis Film; durata: 117′
Un gruppo di partigiani per sfuggire ai tedeschi si rifugia in un convento. Dapprima le suore evitano qualsiasi contatto con loro, poi la necessità di soccorrere un ferito crea l’occasione per una maggiore comprensione. Il neorealismo secondo Blasetti che non rinuncia ad attori famosi e non scende per strada, chiudendo la macchina da presa all’interno di un convento, ma riesce a restituire e a riaffermare l’umanità che sopravvive a qualsiasi guerra. «Si osservi anche la perspicacia con cui il regista controlla e restringe il potenziale melodrammatico di Un giorno nella vita […] a beneficio di un’osservazione sfumata e minuziosa delle suore che sfilano davanti alla macchina da presa. Si apprezzi, inoltre, l’insolita curiosità che lo induce a scovare, sotto i panni severi e uniformanti di un ordine religioso, una soggettività e una femminilità non sopite, a dispetto degli esercizi adottati per il conseguimento di un assoluto distacco dai piaceri e dalle tribolazioni mondane» (Morandini).
venerdì 26
ore 17.15
Il bandito (1946)
Regia: Alberto Lattuada; soggetto: A. Lattuada; sceneggiatura: Oreste Biancoli, Mino Caudana, Ettore Maria Margadonna, A. Lattuada, Tullio Pinelli, Piero Tellini; fotografia: Aldo Tonti; scenografia: Luigi Borzone; musica: Felice Lattuada; montaggio: Mario Bonotti; interpreti: Anna Magnani, Amedeo Nazzari, Carla Del Poggio, Carlo Campanini, Eliana Banducci, Mino Doro; origine: Italia; produzione: Lux Film, R.D.L.; durata: 84′
«Le tragedie familiari e l’impossibile reinserimento nella Torino postbellica spingono un reduce (Nazzari) a entrare nella malavita. Molto pessimista e ingiustamente sottovalutato, il film coniuga sapientemente neorealismo e suggestioni noir di marca Usa. […] Peculiare la scelta degli attori che ribaltano coi loro personaggi l’immagine popolare che li ha resi famosi: il brillante e avventuroso Nazzari è l’antieroe disilluso, la “popolana” Magnani è addirittura il boss della banda, e la virginea Carla Del Poggio fa la prostituta. Notevole la fotografia di Aldo Tonti, in difficile equilibrio tra realismo ed espressionismo» (Mereghetti).
Film vietato ai minori di anni 16
ore 19.00
Il brigante Musolino (1952)
Regia: Mario Camerini; soggetto: [Antonio Leonviola], Mario Monicelli, Steno [Stefano Vanzina]; sceneggiatura: Franco Brusati, M. Camerini, Ennio De Concini, Ivo Perilli, Vincenzo Talarico; fotografia: Aldo Tonti; scenografia: Flavio Mogherini; costumi: Dina Di Bari; musica: Enzo Masetti; montaggio: Adriana Novelli; interpreti: Amedeo Nazzari, Silvana Mangano, Umberto Spadaro, Ignazio Balsamo, Guido Celano, Rocco D’Assunta; origine: Italia; produzione: Ponti-De Laurentiis Cinematografica; durata: 94′
«Giovane carbonaio calabrese ama riamato la bella Mara. Condannato per un delitto non commesso, evade e si dà alla macchia. Fino al 1950 la storia di Beppe Musolino non era mai stata portata sullo schermo per l’assonanza del nome con quello del duce. Per la seconda volta all’apice della sua fama (6 film nel 1950!) Nazzari è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico» (Morandini). «Questo si potrebbe definire il film dei ritorni felici: ritorno di Camerini ad una buona vivida realizzazione e ritorno di Nazzari ad una convincente, sobria e completa interpretazione» (Albertazzi).
ore 20.45
Il brigante di Tacca del Lupo (1952)
Regia: Pietro Germi; soggetto: dalla novella omonima di Riccardo Bacchelli; sceneggiatura: Federico Fellini, Tullio Pinelli, P. Germi, Fausto Tozzi; fotografia: Leonida Barboni; scenografia: Carlo Egidi; costumi: Andrea Fantacci; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Rolando Benedetti; interpreti: Amedeo Nazzari, Cosetta Greco, Saro Urzì, Fausto Tozzi, Aldo Bufi Landi, Vincenzo Musolino; origine: Italia; produzione: Rovere Film, Cines, Lux Film; durata: 107′
«Nella Calabria della post-unificazione, un battaglione dei bersaglieri guidato dal capitano Giordani (Nazzari) dà la caccia al celebre brigante Raffa Raffa. […] Rilettura in chiave populista di un episodio della storia italiana che a Germi non interessa per la ricerca di cause o di spiegazioni sociologiche dei fatti, ma come possibilità di raccontare elementi naturalistici con una tecnica all’americana: la storia del Sud filmata come un western» (Mereghetti).
sabato 27
ore 17.00
Frenesia dell’estate (1963)
Regia: Luigi Zampa; soggetto e sceneggiatura: Age [Agenore Incrocci] & [Furio] Scarpelli, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, Mario Monicelli, [Giulio] Scarnicci e [Renzo] Tarabusi; fotografia: Marcello Gatti; scenografia e costumi: Dario Cecchi, Gianfranco Fini (Angelo Litrico per Amedeo Nazzari); musica: Gianni Ferrio; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti: Vittorio Gassman, Sandra Milo, Michèle Mercier, Philipe Noiret, Lea Padovani, Amedeo Nazzari; origine: Italia/Francia; produzione: Ge. Si. Cinematografica, Federiz, C.I.S.A., Les Films Agiman; durata: 100′
Cinque episodi intrecciati tra loro: un capitano dell’esercito perde la testa per un travestito che lavora in un cabaret; Marcello, un indossatore che si finge marchese, cerca di fare ingelosire la propria amante; la giovane Foschina alle prese con la sua complicata vita amorosa; le avventure di un simpatico quanto sfortunato seduttore; la venditrice ambulante Yvonne s’innamora di un ciclista spagnolo del Giro d’Italia. Nel solco della commedia all’italiana degli anni Sessanta, fra infedeltà, contrattempi ed equivoci, il complicato sovrapporsi di storie amorose dei protagonisti. Nazzari interpreta uno dei suoi più riusciti personaggi del dopoguerra; Gassman, con largo anticipo sui tempi, affronta il tema della differenza sessuale con humour e turbamenti non convenzionali.
ore 19.00
Processo alla città (1952)
Regia: Luigi Zampa; soggetto: Ettore Giannini, Francesco Rosi; sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, E. Giannini; collaborazione alla sceneggiatura: Diego Fabbri, L. Zampa, Turi Vasile; fotografia: Enzo Serafin; scenografia: Eraldo da Roma; costumi: Maria De Matteis; musica: Enzo Masetti; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti: Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Paolo Stoppa, Mariella Lotti, Franco Interlenghi, Irene Galter; origine: Italia; produzione: Film Costellazione; durata: 98′
Ai primi del secolo, a Napoli, il giudice Antonio Spicacci emette alcuni mandati di cattura nei confronti di alcune persone coinvolti in due omicidi di stampo camorristico. La matassa è intricatissima, gli indiziati sono numerosi, alcuni insospettabili, e i malviventi godono di protezioni e conoscenze altolocate. Il giudice Spicacci si trova di fronte a un bivio: lasciar perdere l’indagine o andare fino in fondo, a costo di mettere a soqquadro la città? «Non è solo il miglior film di Zampa, anche per merito dell’efficiente sceneggiatura (Suso Cecchi D’Amico, Ettore Giannini, Diego Fabbri, Turi Vasile) e uno dei rari drammi giudiziari riusciti del