CSC-Cineteca Nazionale. Al cinema Trevi (1-6 marzo), “RINASCERE IN VIA VEIO: LA CINES-PITTALUGA DAL 1930 AL 1933”
01 Marzo 2018 - 01 Marzo 2018
OGGI 1° ALLE 20.00 INCONTRO CON DANIELA CURRÒ, ANGELO DRAICCHIO, LUCA MAZZEI
La rassegna, a cura di Luca Mazzei, è promossa da Cineteca Nazionale, Ripley’s Film, Università di Tor Vergata progetto Cinestory “Consolidate The Foundations”.
«È la primavera del 1930 quando la società torinese Anonima Pittaluga, già attiva da tempo nel campo della distribuzione e dell’esercizio e in parte anche in quello della produzione, decide di rimettere in funzione gli studi romani della Cines, siti in via Veio. Alla soddisfazione dei contemporanei per la riapertura di uno stabilimento che in passato aveva fatto la storia del cinema italiano, si associa una non meno rilevante aspettativa di rinnovamento. Primi in Italia ad operare nel campo del sonoro, gli studi si offrono così per tre anni, non solo come luogo di recupero di una tradizione perduta, ma anche come sede di incubazione di una agognata modernità. Con prodotti che variano dalla fiction (soprattutto commedie), ai mediometraggi, agli short (alcuni di ambientazione teatrale, altri più prettamente documentari), fino ai singolari esperimenti delle Riviste Cines (in pratica, un sostituto delle tantissime riviste che impegnavano i palcoscenici dei cinema teatri prima della proiezione del film), o all’omologo, più tardo, Radiogiornale. La retrospettiva cerca di dare conto di questo incredibile periodo, offrendo cinque affacci. Rinascita & Co. mostra come gli studi Cines si auto-presentino, in alcuni primi film della casa, come luogo di rifondazione del cinema italiano stesso. Attorifra varietà, commedia che operetta mette l’accento sul ruolo ricoperto dagli attori del varietà, del teatro brillante e della commedia cantata, in una fetta rilevante della produzione della ditta. Musica e bel canto presenta un campione dei tantissimi film canori o a tema musicale della Cines-Pittaluga. Viaggi in Italia si concentra su alcuni dei tantissimi documentari, e non solo, che la ditta dedica al Belpaese, da essa sempre duplicemente inteso tanto quale scrigno di tradizione quanto come ricettacolo di modernità. Sperimentazioni mette l’accento infine su alcune produzioni cinematografiche Cines maggiormente ispirate a una modernità di carattere intermediale» (Luca Mazzei).
La rassegna a cura di Luca Mazzei, è promossa in collaborazione con Cineteca Nazionale, Ripley’s Film, Università di Tor Vergata progetto Cinestory “Consolidate The Foundations”
giovedì 1
Rinascita & Co.
ore 17.30 Campo Dux – Il Duce tra avanguardisti e balilla allo stadio del Campo Dux[diAlessandro Blasetti] (1930, 14′)
Una cinematografia sonora interamente dedicata alla festa organizzata dal Regime. Le riprese sono effettuate in occasione della settimana del Campo Dux della primavera 1930, al nuovo Stadio di Roma. Probabilmente è uno dei primi short realizzati dalla Cines. Si vede la folla di avanguardisti, di balilla e di giovani italiane in attesa del Duce, si ascolta un estratto del discorso di Mussolini, e si assiste infine al saggio ginnastico organizzato per l’occasione. Secondo una fonte d’epoca fu diretto da Alessandro Blasetti, entrato alla Cines già nel febbraio. Proiettato per la prima volta nella sede dell’ICE a Villa Torlonia il 17 maggio 1930.
a seguire Rivista Cines n. 1 di Carlo Campogalliani (1930, 13′)
Numero speciale dedicato all’inaugurazione degli stabilimenti. Al centro c’è la magnificenza dei nuovi ambienti di lavoro (dalla centrale elettrica in poi), ma anche la bella presenza del personale artistico (vi si vedono Lya Franca, Elio Steiner, Grazia del Rio) e la stessa cerimonia di inaugurazione. Non mancano comunque dei quadretti relativi ai film in lavorazione: da Blasetti che gira una scena di Resurrectio, a Elvira Marchionni che registra il sonoro di Napoli che canta, fino a Carlo Campogalliani che dirige Ettore Petrolini ne Il medico per forza. Fra gli inserti anche i provini per la Cines di Armando Falconi ed Elsa Merlini. Fu distribuito insieme a La canzone dell’amore, come short di apertura nelle serate inaugurali programmate nei cinema italiani dal 7 ottobre 1930 in poi.
a seguire La canzone dell’amore di Gennaro Righelli (1930, 94′)
Una giovane musicista appena diplomatasi al conservatorio (Dria Paola), abbandona i suoi sogni per dedicarsi a crescere il piccolo fratellastro, un bambino in fasce di cui lei non sapeva niente e che le è stato affidato dalla madre morente. Il fidanzato della ragazza (Elio Steiner), suo ex-compagno di conservatorio, credendo che il bimbo sia frutto di una precedente e nascosta relazione della fidanzata, la lascia. Un giorno però il vero padre del bimbo (Camillo Pilotto) si fa avanti e richiede alla ragazza che glielo affidi. Anche l’ex-fidanzato però, capito il suo errore, torna da lei. A lei è d’altronde dedicata la canzone che gli ha dato il successo Solo per te Lucia (composta da C. A. Bixio). Liberamente tratto da una novella di Pirandello, il film fu realizzato anche in versione sonora francese e tedesca. Fu inoltre distribuito in versione internazionale, negli Stati Uniti, in Argentina, Brasile, Uruguay e in Spagna. La prima proiezione pubblica fu al Supercinema di Roma il 7 ottobre 1930.
Per gentile concessione della Ripley’s Film
a seguire Notturno di Mario Almirante (1930, 8′)
In una scenografia evocativa disegnata da Gastone Medin, un Lui (Vittorio De Sica) e una Lei (Lea di Martignano) si incontrano, ballano e fantasticano al ritmo di una musica di Chopin. Partecipa alla fantasia la compagnia di balletto Schumann che danza su una coreografia di Casimira Zalewska. Fu distribuito insieme a La canzonedell’amore, come short di chiusura serata.
ore 20.00 Incontro con Daniela Currò, Angelo Draicchio, Luca Mazzei
ore 20.45 Stella del Cinema di Mario Almirante (1931, 71′)
Una attrice esordiente (Grazie Del Rio) riesce a coronare il sogno della sua vita, trasformandosi d’improvviso in stella del cinema. Ciò crea una situazione di tensione con il fidanzato (Elio Steiner), anche lui aspirante attore cinematografico. Ma il futuro è ben più roseo di quanto sembri. Ambientato, più che banalmente “girato”, negli studi Cines, il film vuole celebrare la vita degli studi di via Veio, qui esibiti in un continuo gioco di metacinema, in tutta la loro caotica modernità.
Per gentile concessione della Ripley’s Film
venerdì 2
Attori fra varietà, commedia ed operetta
ore 17.00 Rivista Cines n. 2 di Carlo Campogalliani (1930, 16′)
Secondo numero della rivista cinematografica della ditta. Nella caleidoscopica e velocissima scaletta, oltre a una visita agli studi della casa stessa del Consiglio dell’Istituto di Cinematografia Educativa e oltre alle esibizioni canore degli avanguardisti, trova spazio anche la prima prova nel cinema sonoro dell’attor giovane Vittorio De Sica.
a seguire Rivista Cines n. 3 di Carlo Campogalliani(1930, 13′)
Fulvio Testi presenta diciassette brevissimi servizi, alcuni realizzati dalla Cines, altri desunti da produzioni Pathé. Fra quelli realizzati dalla ditta romana: Grazia Del Rio che canta Maschere veneziane di Dino Rulli; ma anche l’arrivo, fra gran folla, di Primo Carnera a Roma; i campioni di ciclismo Alfredo Binda e Costante Girardengo intervistati al Velodromo di Roma e una visita agli studi Cines di una delegazione di avanguardisti.
a seguire Rivista Cines n. 4 di Carlo Campogalliani (1931, 13′)
Scherzando sulla novità della rivista cinematografica, Elio Steiner, l’attor giovane di punta della ditta, presenta il suo spettacolo di varietà cinematografico. Numerosi, come sempre, i brani. Fra questi, girati negli studi Cines, spiccano l’interpretazione del tenore Remigioli del tango Corre Caballito di J. C. Ibanez (qui cantato in traduzione italiana) e la prima apparizione cinematografica di Totò, nel film alle prese con una breve macchietta sonora.
a seguire Rivista Cines n. 5 di Carlo Campogalliani (1931, 16′)
Armando Falconi presenta il “suo” numero di rivista. Tra i vari flash: la visita dell’attrice tedesca Mady Christians alla Cines, dove l’amico Constantin David sta girando la versione tedesca di Terra Madre; un lungo brano dello short Canti diRomagna, con il gruppo dei Canterini Romagnoli che interpreta in studio e in costume la canzone Ninna Nanna (musica poi inserita sempre nello stesso TerraMadre); e un altro brano musicale, stavolta desunto da danze ungheresi. Centrali comunque rimangono gli sketch di Falconi, che con studiata esperienza ammicca sornione al pubblico, come se fosse a teatro.
ore 18.15 Rubacuori di Guido Brignone (1931, 67′)
Felicemente sposato e pure in là con gli anni, il banchiere Marchi (Armando Falconi) non è ancora pago di avventure. Un assurdo inghippo causato dall’ultima delle sue audaci conquiste (Grazia Del Rio) e condito di complicazioni pugilistico-sportive, rischia però un giorno di mettere in crisi la sua giovinezza presunta e di rovinare il suo matrimonio. Riuscirà Marchi a ritrovare l’affetto della moglie (Tina Lattanzi)? E che dire delle sue aspirazioni a rimanere per sempre giovane? Primo lungometraggio per il sonoro di Armando Falconi, qui alle prese con una commedia tutta centrata sulle sue gigionerie.
ore 19.30Rivista Cines n.13 di Carlo Campogalliani (1931, 18′)
Presentata da Mario Brizzolari, la rivista, oltre al dietro le quinte di una sequenza di Wally (girata in montagna, sullo Jungfrau), ospita al suo interno anche una esibizione di Viviani, che legge per il pubblico la poesia O’ vico.
a seguire La tavola dei poveri di Alessandro Blasetti (1932, 71′)
A Napoli, un nobile decaduto (Raffaele Viviani) e ormai in bolletta continua, per quanto possibile, a svolgere il suo ruolo di sostegno verso i bisognosi. Un giorno, credendolo ancora in sostanza e comunque fiducioso della sua onestà, un mendicante gli affida una cospicua somma, frutto dei risparmi di una vita. Per un equivoco creatosi con il comitato di beneficenza di cui è referente, quegli stessi soldi vanno però nell’organizzazione di un lauto pranzo per i poveri della città. Per non mancare di parola con il mendicante che gli ha prestato il danaro, venuto a richiedere la somma proprio durante il banchetto, e rovinare con quest’atto anche il futuro matrimonio della figlia (Leda Gloria), il nobile dovrà allora vendere gli ultimi due quadri di valore rimasti in sua proprietà. Dall’omonima commedia in un atto dello stesso Viviani.
ore 21.15 La segretaria privata di Goffredo Alessandrini (1931, 81′)
Appena arrivata in città, la giovane e intraprendente dattilografa Elsa (Elsa Morante) riesce a trovare un impiego in banca. Fondamentale in questo, l’usciere Otello (Sergio Tofano) che la prende subito a benvolere. L’avventura però potrebbe finire male. Contro di lei infatti si mette ben presto il capo del personale, dispettoso personaggio che non sopporta i rifiuti di Elsa alle sue continua avances. Elsa, però, senza saperlo, ha già fatto breccia nel cuore del padrone della banca stessa: il giovane e piacente banchiere Berri, che, per non umiliarla e poterle fare con più agio la corte, si finge addirittura un umile impiegato. Rifacimento a suon di musiche ritmate e balletti e canzoni in italiano del musical tedesco Die Privatsekretärin (1931) di Wilhelm Thiele.
sabato 3
Musica e bel canto
ore 17.00 Napoli che canta di Mario Almirante (1930, 74′)
Un ragazzo e una ragazza (Carlo Tedeschi e Anna Mary), rampolli di altrettante famiglie di industriali, si fidanzano. Nessuno dei due però vuole realmente sposarsi con l’altro: è solo una finta per i genitori. Di famiglia napoletana, il ragazzo prima di sposarsi deve comunque fare, per volontà del padre, il servizio militare in Italia. Lo segue, ma solo per farsi una vacanza per conto suo, anche la fidanzata. Versione sonorizzata, a cura di Guglielmo Zorzi, di un precedente film della Pittaluga, Addio mia bella Napoli.
a seguire La ninna nanna delle dodici mammedi Mario Almirante (1930, 13′)
Dopo essersi rivolto, parlando in macchina, al pubblico del film, Odoardo Spadaro interpreta una canzone. È la Ninna nanna delle dodici mamme, motivo che Spadaro aveva già portato al successo. Un tema che evoca adesso una scenografia, ispirata a parole e musica della canzone stessa, dove si muovono Leda Gloria, Dria Paola, Isa Pola, Anna Vinci, Giorgio Bianchi, Vittorio Gonzi, Pietro Pastore e Marcello Spada. Fra i primissimi film girato in via Veio, fu proiettato in anteprima il 17 maggio 1930 nella sala dell’ICE di via Torlonia.
a seguire Arietta antica di Mario Almirante (1930, 5′)
Quarto short appartiene alla Rassegna teatrale diretta da Mario Almirante. Lya Franca e Gino Sabatini vi interpretano una fantasia su musica del Pasquini, interpretata dall'”Orchestra Cines” diretta dal maestro Giacomozzi e cantata dal tenore Parigi.
ore 19.00 La cantante dell’opera di Nunzio Malasomma (1932, 93′)
Una giovane cantante (Germana Paolieri), fidanzatasi con un facoltoso giovane americano (Alfredo Moretti), per paura di perderlo, gli racconta di essere figlia di nobili veneziani. La ragazza è però figlia di un cameriere (Gianfranco Giachetti), che, scoperto l’inganno della figlia, prima se ne risente, poi la perdona. Dalla novella di Gino Rocca Nel Cappuccio di S. Stae. Girati a Venezia gli esterni.
ore 21.00 Pergolesi di Guido Brignone (1932, 83′)
1736, il giovane musicista Giovan Battista Pergolesi (Elio Steiner) incontra Maria di Tor Delfina (Dria Paola), innamorandosene, riamato, alla follia. All’amore è però contrario il fratello di lei, Raniero (Carlo Lombardi). Per coronare il loro sogno ai due non resta così che la fuga, ma vengono scoperti e Maria, per punizione, verrà chiusa nel castello di famiglia. Del film fu realizzata anche una versione francese Les amours de Pergolèse, sempre per la regia di Brignone, ma con attori francofoni.
domenica 4
Viaggi in Italia
ore 17.00 Campane d’Italia di Mario Serandrei (1932, 16′)
Trittico lirico. In Mattutino “torri, cuspidi, campane e chiese” scelte “fra i maggiori capolavori dell’arte italiana” sono intercalate da visione di paesaggio e di lavoro. In Campane a festa gli stessi monumenti sono inquadrati “nel cielo smagliante del pieno meriggio”. In Ave Maria, “rintocchi lontani e vicini di secolari campane” sono intercalate invece dal “canto quasi liturgico di gondolieri che salutano il giorno morente.
a seguire Assisi di Alessandro Blasetti(1932, 10′)
È il primo di una serie di diciassette documentari realizzati alla Cines fra 1932 e 1933. Fortementevoluto da Cecchi, che firma qui anche il testo della voce fuori campo, fu praticamente “imposto” al regista Blasetti, che nelle intenzioni di Cecchi avrebbe dovuto realizzare poi anche il successivo Tarquinia.
a seguire Terra madre di Alessandro Blasetti (1931,87′)
Il duca Marco (Sandro Salvini), assente da anni dalle terre di origine della sua famiglia, torna nei luoghi della sua infanzia e adolescenza per combinarne la vendita. Coperto di debiti, Marco è infatti preda di una fidanzata arrivista (Isa Pola) e cinica e di un perfido compratore (Carlo Ninchi), speculatore senza scrupoli in combutta con lei. I contadini del posto, che non lo sanno, credono invece che il duca sia tornato per far fruttare al meglio le terre e si illudono. Una maldestra mossa del compratore, che incarica un suo sgherro (Vasco Creti) di dar fuoco al villaggio dei contadini perché abbandonino al più presto le terre, provoca però un moto d’orgoglio nel duca…
ore 19.00 Orvieto di Vincenzo Sorelli (1933, 10′)
Un documentario dedicato alla città di Orvieto. Al centro del film soprattutto il Duomo, osservato tanto dall’esterno, quanto dall’interno, in un caleidoscopico gioco di sguardi cinematografici: la maestosa facciata, la cappella della Madonna di S. Brizio, gli affreschi di Luca Signorelli.
a seguire Tarquinia di Carlo Ludovico Bragaglia (1932, 8′)
Visioni della necropoli di Tarquinia. Gli affreschi delle tombe, gli oggetti trovati al loro interno tratteggiano il quadro di una misteriosa civiltà, quella etrusca, ora scomparsa.
a seguire Moli romane di Stefano Bricarelli (1932, 10′)
Uno sguardo attento ed elegiaco sui monumenti più importanti della Roma imperiale.
a seguire Fori Imperiali di Aldo Vergano (1932, 10′)
I fori romani descritti e mostrati nei loro monumenti più importanti. Al centro spicca però anche il ruolo del Regime di recupero degli stessi. La voce narrante è quella di Gino Cervi.
a seguire Il ventre della città di Francesco Di Cocco (1933, 13′)
L’approvvigionamento dei generi alimentari una grande città. L’afflusso del bestiame dalla campagna al mattatoio, il rifornimento del pesce, la rivendita del vino, l’industria del latte e del grano. Il tutto distribuito fra mercati regionale e mercatini rionali. A differenza della maggior parte degli altri documentari Cines, le immagini stavolta non sono però accompagnate da un commento verbale, ma da musica.
a seguire Miniere di Cogne – Val d’Aosta di Marco Elter (1933, 10′)
Le miniere di montagna di Cogne. La vallata vista dall’imbocco delle miniere, l’ingresso degli operai nei cunicoli, il lavoro di estrazione all’interno, il trasporto del materiale all’esterno. Grande l’attenzione riservata ai volti dei minatori, spesso ritagliati da primi piani e sempre illuminati con cura.
a seguire Cantieri dell’Adriatico di Umberto Barbaro (1932, 10′)
I Cantieri navali di Monfalcone. L’intenso lavoro delle officine e il lavoro delle darsene, dove a poco a poco prendono forma due sommergibili e transatlantici. Di uno di questi, il Conte di Savoia, vediamo prima alcune fasi di lavorazione, rese possibili dall’enorme pontone galleggiante Ursus, poi il varo.
a seguire Zara di Ivo Perilli (1932, 11′)
La città dalmata di Zara, con la sua storia, raccontata attraverso le immagini dei suoi palazzi, delle sue chiese e delle sue mura. Accompagnando lo sguardi della macchina da presa, la voce fuori campo mette in luce l’eredità romana e veneziana delle bellezze della città.
a seguire Littoria di Raffaello Matarazzo (1933, 11′)
La citta di fondazione di Littoria. La palude su cui essa è costruita, il lavoro di bonifica, l’edificazione di vie, palazzi civili e religiosi e delle abitazioni. Uno sguardo elegiaco accompagnato nel suo svolgersi solo da un variegato commento musicale.
a seguire Mussolinia di SardegnadiRaffaelloMatarazzo(1933, 13′)
La fondazione della città di Mussolinia di Sardegna (oggi Arborea) e le bonifiche del Campidano oristanese. Ad attrarre l’attenzione della macchina da presa è prima l’opera ingegneristica – il grande bacino del Tirso, gli impianti idroelettrici, la diga sul fiume Mogoro – poi la città stessa. Ad accompagnare le immagini, un commento musicale, opera del maestro Labroca.
ore 21.00 Aeroporto del littorioGiorgio C. Simonelli(1933, 11′)
Il nuovo spazio, sito tra il Tevere e l’Aniene, dell’aeroporto del Littorio. Le piste di decollo e atterraggio e i servizi aeroportuali, ma anche la scuola piloti, la fabbrica per la costruzione degli aeromobili stessi e l’antistante pista per le auto da corsa.
a seguire L’armata azzurradi Gennaro Righelli(1932, 103′)
Fra Mario (Alfredo Moretti) e Carlo (Ennio Cerlesi), due ufficiali di aviazione di stanza a Roma già amici per la pelle, sorgono delle incomprensioni, dovute soprattutto a un curioso equivoco amoroso incrociato. La cosa non si placa neanche quando alla conclusione di una spettacolare grande manovra aeronautica su Milano, Mario si infortuna. La scelta poi del comando militare di affidare un pericoloso esperimento di volo nella stratosfera a Carlo, e non a Mario, che l’aereo sperimentale ha progettato, rischia di peggiorare ancora più la situazione.
martedì 6
Sperimentazioni
ore 17.00 La scala diGennaro Righelli (1931, 86′)
Una stella del varietà (Maria Jacobini) cede alle lusinghe di un ricco e arrivista avvocato (Carlo Ninchi), sposandolo. Ben presto però il matrimonio si rivela un fallimento. Tanti che, trascurata dal marito, cui pure ha dato una figlia, si lega ad un affascinante straniero (Giorgio Bianchi), finendo per scappare con lui. Ma anche adesso la vita sembra senza prospettive. Ridottasi a recitare in varietà di infimo ordine e disperata per la lontananza della figlia, decide quindi di tornare dal marito, che la riaccetta solo per umiliarla e cacciarla di nuovo. Raggiunta infine dalla notizia che la sua bimba è morta, la donna sembra impazzire… Tratto dall’omonimo dramma di Rosso di San Secondo, il film ne lascia inalterata l’ossatura, cambiando però l’ambientazione, che da popolare diventa qui elegante e mondana. Particolarmente ricercati i movimenti di macchina lunga la scala che dà il nome a soggetto e al film stesso.
a seguire Radiogiornale 2di Giorgio C. Simonelli(1932, 9′)
Un veloce collage di varietà dal mondo, in tutto e per tutto simile alle pagine di fotografie dall’estero commentate, tipiche dei rotocalchi dell’epoca.
a seguire Radiogiornale 4diGiorgio C. Simonelli (1933, 9′)
Si continua la formula già usata nei radiogiornali precedenti. Compreso l’uso di cinematografie dal vero degli anni Dieci, presentate ora allo spettatore in funzione di esilaranti curiosità.
ore 19.00 La notte insonne di Topolinodi Goffredo Alessandrini (1931, 35′)
Singolare esperimento di ibridazione fra cartoon e film live. Alcuni short Disney con protagonista l’omonimo personaggio sono infatti legati fra loro da una storia-cornice, realizzata negli studi Cines dall’allora giovanissimo Alessandrini, usando attori travestiti da personaggi Disney.
a seguire Rivista Cines n. 12 di Mario Serandrei (1931, 13′)
Presentata da Sergio e Rosetta Tofano. A presentare i laconicissimi brani di repertorio (interviste a calciatori della Juventus e della Lazio e ai corridori ciclisti Binda e Guerra, un brano di Pandolfini, che recita in catanese la novena di San Giovanni, la cinematografia di una mannequin e di un uragano ed altro) sono però, oltre agli scambi fra i due, anche dei disegni fatti all’impronta, sul tavolino di un bar, da Tofano. La rivista si chiude con Sergio e Rosetta proiettati d’improvviso sulla navetta di un tobogan.
a seguire Rivista Cines n. 18 diCarlo Campogalliani (1932, 9′)
Presentati da Pino e da Matilde Casagrande, interpreti dell’appena realizzato Il Natale di Bebé (dove figurano come il bambino e sua madre), sfilano davanti agli occhi dello spettatore vari numeri di rivista. Fra questi anche un numero di Sergio e Rosetta Tofano, che, sullo sfondo di una suggestiva scenografia, interpretano un marionettistico quadro del Signor Bonaventura.
ore 20.00 O la borsa o la vita di Carlo Ludovico Bragaglia (1932, 70′)
Un uomo (Sergio Tofano) è convinto di aver perduto a causa di un rovescio in borsa l’ingente somma che un amico (Luigi Almirante) gli aveva consegnato. Disperato, cerca allora in tutti i modi di causare a se stesso una morte “casuale”, in modo da lasciare poi, in cambio della cifra persa in borsa, il dovuto premio assicurativo all’amico. Per quanto però si ingegni a mettersi in situazioni pericolose, nessuno dei suoi arzigogolati suicidi va in porto. Il risveglio dell’uomo in una osteria spiegherà infine il perché. Tratto dalla commedia radiofonica Ladinamo dell’eroismo di Alessandro De Stefani. Il film include anche delle sequenze di aviazione aerea, compiute dall’asso dell’aviazione Mario De Bernardi.