Cinema muto con accompagnamento dal vivo al pianoforte
23 Novembre 2014 - 23 Novembre 2014
«Il ciclo del cinema muto coprì i primi trent’anni abbondanti della storia del cinema, lungo i quali l’entusiasmo pionieristico fu talmente inarrestabile ed esplosivo che le qualità e quantità di talenti, uomini e mezzi coinvolti a livello planetario si possono assimilare a sforzi quasi mitologici quali la costruzione delle piramidi o della muraglia cinese. Il fermento e la fantasia furono così accesi da far sì che si esplorassero tutte le possibilità espressive di questa nuova straordinaria arte culminando con la nascita dei generi. Questa rassegna vuole celebrare l’infanzia dei generi proponendo un capolavoro per ciascuno dei nove che abbiamo individuato. Siamo certi che al Trevi potrà rivelarsi particolarmente intrigante scoprire un’infanzia che è durata oltre trent’anni. Buona visione» (Antonio Coppola).
ore 19.00 La donna di Parigi di Charlie Chaplin (1923, 94′)
«Una ragazza di campagna si trasferisce a Parigi e diventa la mantenuta di un ricco. Quando s’imbatte nel suo primo amore, vorrebbero sposarsi, ma il giovanotto è troppo legato alla madre possessiva, lei non sa distaccarsi, per riconoscenza, dall’uomo che la mantiene. È il primo film di Chaplin senza Chaplin (se si toglie la piccola parte di un facchino) e, per giunta, di taglio drammatico con brevi intermezzi buffi. È anche un suo raro film in cui la protagonista femminile è raccontata con simpatia, ma non idealizzata. È, infine, il primo film nella storia del muto che introduce la psicologia come componente determinante della narrazione, uno dei suoi rari insuccessi commerciali e uno dei suoi film che più influenzarono gli altri cineasti» (Morandini).
Accompagnamento musicale del M° Antonio Coppola
ore 21.00 Prix de beauté di Augusto Genina (1930, 122′)
«Forse non tra le cose più memorabili di un pur efficacissimo Genina, forse non tra le migliori interpretazioni di una pur splendida Louise Brooks, Prix de beauté ovvero Miss Europa è comunque un film importante, oltre che sintomatico, per i motivi che presiedono alle sue origini e confluiscono nei suoi risultati, per la sua composita freschezza, per il documento che riesce a costituire pur nell’evidenza o nella forzatura della finzione. Il film parte da un’idea di Georg Wilhelm Pabst, risalente ai tempi in cui egli sta dirigendo Louise Brooks in Die Büchse der Pandora ovvero Lulù (1928) e in Das Tagebuch einer Verlorenen (1929). Cioè nel personaggio di Frank Wedekind e in una sua versione piccolo-borghese aggiornata agli anni Trenta: immoralismo, pulsioni erotiche e spirito del tempo si fondono, in entrambi i casi, in un cupo ma lucido ritratto di donna che tutto travolge e tutto sublima, compresa se stessa; la nuova pellicola si propone come una sorta di divulgazione di massa di quei temi» (Pellizzari).
Accompagnamento musicale del M° Antonio Coppola