Paesaggi umani. I film di Carlo Mazzacurati
14 Marzo 2014 - 18 Marzo 2014
Il 22 gennaio si è spento all’età di 57 anni Carlo Mazzacurati. Regista, sceneggiatore, presidente della Fondazione Cineteca di Bologna, ci ha regalato attraverso i suoi film uno sguardo inedito, appartato, orgogliosamente provinciale, pieno di pietas, come i suoi personaggi estranei al lusso e visceralmente attaccati alla dignità dei gesti concreti, molto simili ai paesaggi e agli ambienti in cui vivono. Ma lasciamo alle parole dello stesso Mazzacurati un autoritratto sincero e privo di retorica, come il suo cinema: «Se penso adesso a un’esistenza senza quello che ho fatto, a una vita cosiddetta normale, credo che sarei impazzito. […] E questo non certo per una forma snobistica verso chi questa vita, buona intendo, la conduce, ma proprio per una incapacità immediata, dolorosa anche, di identificarmi, che poi è anche il problema della verifica di me stesso nei confronti degli altri, dei miei amici ad esempio, che una vita così la conducono. Io non ci sono mai riuscito» (Andrea Filippi, Carlo Mazzacurati, Quaderni del Cinestate, Città di San Gimignano, p. 69).
Negli stessi giorni alla Casa del Cinema saranno proposti i documentari di Mazzacurati e martedì 18 alle 18.30 si svolgerà un incontro alla presenza di amici e colleghi.
venerdì 14
ore 17.00 Notte italiana di Carlo Mazzacurati (1987, 90′)
«In principio dunque sembra esserci il delta del Po, con i suoi ricordi cinematografici e soprattutto le sue caratteristiche fisiche, geologiche, ecologiche (acquitrini e acquazzoni, metano e capitoni). In questo paesaggio si incrociano e si scontrano una serie di personaggi con le loro brave diversità sociali, caratteriali, professionali, morali» (Ferzetti). «Notte italiana è stata un’esperienza straordinaria, irripetibile, il tipo di set che poi rimpiangi per sempre perché non è facilmente destinato a riformarsi un gruppo, un clima, un affetto, un’attenzione dello stesso genere» (Mazzacurati).
ore 19.00 Il prete bello di Carlo Mazzacurati (1989, 91′)
«Il cuore della vicenda è la storia tra due adolescenti, il loro cercarsi, lasciarsi e ritrovarsi, il crescere assieme. L’anno è il 1939, la vigilia della II Guerra Mondiale. Per il mondo intero è la fine di un’epoca, per i due protagonisti la fine di un’età. Il romanzo [di Goffredo Parise, n.d.r.], nonostante sia ambientato negli anni trenta, un periodo che ovviamente non conosco, mi ha suscitato ricordi, memorie. Mi ha fatto tornare in mente persone, gesti, linguaggi che ho conosciuto nella mia infanzia negli anni sessanta» (Mazzacurati). «Mazzacurati, con quest’ultimo film, ha dimostrato di essere un ottimo regista, uno fra i migliori (se non il migliore) fra quelli che, genericamente, potremmo chiamare “nuove leve”» (Salvi).
ore 21.00 Un’altra vita di Carlo Mazzacurati (1992, 95′)
«Un’altra vita […] è la storia “fuori orario” di un tranquillo dentista romano (un convincente Silvio Orlando, espressione della medietà) il quale viene casualmente a contatto con una ragazza russa e attraverso di lei conosce inaspettatamente la comunità degli immigrati cui la donna appartiene […] e un certo sottobosco romano fatto di negozianti che si arricchiscono con attività illecite» (Comuzio). «Un’altra vita nasce da […] un sentimento di dolore, di fatica a vivere legato agli otto anni di permanenza a Roma, di non integrazione, di come sono io, della mia cultura, della mia maturazione faticosa» (Mazzacurati).
sabato 15
ore 17.00 Il toro di Carlo Mazzacurati (1994, 105′)
«Il toro non è, ovviamente, il tentativo di raccontare i paesi dell’est, semmai è il tentativo di raccontare il viaggio di qualcuno, con quello che uno capisce ma anche con quello che rimane oscuro» (Mazzacurati). «È un film delicato, di un realismo sensibile all’appartato, al non “forte”, è solidale, rifiuta il picaresco e la denuncia, ha il gusto della narrazione minuta, on the road per le strade d’Europa» (Fofi). Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia.
ore 19.00 Vesna va veloce di Carlo Mazzacurati (1996, 92′)
«L’idea che volevo cercare di raccontare era come avrebbe visto l’Italia una persona che non ne conosce la cartina geografica. […] E ho voluto anche, all’inizio, tenere dentro un po’ di Est, per dire “veniamo da laggiù”» (Mazzacurati). «Quinto lungometraggio di Carlo Mazzacurati, e il terzo dedicato a un viaggio e a incontri tra est e ovest […], è però il primo a essere tutto al femminile. Tutto visto attraverso gli occhi azzurri di Vesna, e perciò misterioso e attraente anche quando a noi potrebbe sembrare squallido; tutto sospeso, accorato, malinconicamente crepuscolare» (Martini).
ore 21.00 L’estate di Davide di Carlo Mazzacurati (1998, 92′)
Davide vive a Torino con il fratello; questi, sposato e da poco padre, non naviga certo nell’agiatezza. Superato l’esame di maturità, Davide si guadagna qualche soldo come lavamacchine e investe i pochi risparmi in una vacanza, che decide di trascorrere in Polesine, presso gli zii. Qui si innamora di una ragazza, Patrizia, più anziana di lui e meno trasparente di quanto non sembri. «Con L’estate di Davide, Carlo Mazzacurati è tornato nella bassa veneta, in provincia di Rovigo, a pochi chilometri dal mare e dal delta, facendone il cuore geografico-narrativo del film, che però inizia a Torino e lì termina, dopo una tragica trasferta in Puglia» (Piccardi).
Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna
domenica 16
ore 17.00 La lingua del santo di Carlo Mazzacurati (2000, 112′)
«I soliti idioti, così inadeguati per la retorica del florido Nordest, vagano per la campagna a piedi o in bicicletta, tra ville e hippy tardivi, mangiano funghi, uova e salami avvelenati. Bentivoglio e Albanese sono perfetti nel ruolo dei due teneri e malinconici vagabondi nelle notti venete. Una bella e agra commedia sulla fame, sul fallimento, sul paesaggio, sulle streghe volanti, sull’amicizia e sui santi. Intanto le cose cambiano e dentro tutti restano uguali a loro stessi» (Magrelli).
ore 19.00 A cavallo della tigre di Carlo Mazzacurati (2002, 107′)
«Guardia giurata in un’azienda milanese e indebitato, Guido finge, complice la sua compagna Antonella, una rapina da trecentocinquanta milioni che riesce, ma è arrestato. Anni dopo è coinvolto nell’evasione di due carcerati. Finale rocambolesco con un’anomala emigrazione. L’8° lungometraggio del padovano C. Mazzacurati è una scommessa rischiosa, vinta a metà, che parte dal libero rifacimento dell’omonimo bel film (1961) d’insuccesso e desaparecido di Comencini, riscritto con Franco Bernini. È un film scomponibile in 2 parti – la 1ª incline al comico, la 2ª alla favola -, scucito, sconnesso, disorientato che ha come tema e tela di fondo lo spappolamento di una società deformata dalla tabe televisiva» (Morandini).
ore 21.00 L’amore ritrovato di Carlo Mazzacurati (2004, 105′)
La storia d’amore tra Mario (Stefano Accorsi) e Giovanna (Maya Sansa): lui è sposato e lavora in banca, mentre lei è una ragazza di umili origini che lavora come manicure a Livorno ed è nota per essere una ragazza “facile”. S’incontrano per la prima volta in treno negli anni che precedono la seconda guerra mondiale e da quel momento ha inizio una tormentata relazione che, tra abbandoni e riavvicinamenti, andrà avanti fino al 1945.
martedì 18
ore 17.00 La giusta distanza di Carlo Mazzacurati (2007, 111′)
«Il fascino del film sta altrove. Nei paesaggi, in primis: Mazzacurati torna sui luoghi del suo brillantissimo esordio, Notte italiana (1987), e li racconta col senno di poi. È un nord-est abbagliante, magnificamente fotografato da Luca Bigazzi, nel quale si nascondono solitudini, rancori, violenze inespresse. Si parla anche di immigrazione, di lavoro in nero, della voglia di fuggire da un delta inquinato come il fiume che lo forma. La giusta distanza è il ritratto di un paese malato, in cui forse è inutile cercare colpevoli perché nessuno è innocente. Molto bravi i due protagonisti (Valentina Lodovini e Ahmed Hafiene), brillanti cammei di tre talenti quali Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston e Ivano Marescotti» (Crespi).
ore 19.00 La passione di Carlo Mazzacurati (2010, 106′)
Le tragicomiche vicende del regista Gianni Dubois (Silvio Orlando), ex promessa del cinema che finalmente, dopo anni di faticosi contatti con agenti e produttori senza scrupoli, riesce a ottenere la sua grande occasione: dovrà infatti scrivere e girare un film la cui protagonista assoluta sarà una giovane e popolarissima attrice televisiva. « Sì, si ride senza sforzo e, per una volta, senza chiedersi se sia peccato: Mazzacurati mantiene ciò che promette e la giusta distanza dal sacro ha tutte le virtù del profano. In concorso a Venezia non c’entrava quasi nulla, ora in sala entrateci voi: ne vale la pena» (Pontiggia).
Così amavano…
ore 21.00 Incontro moderato da Alfredo Baldicon Italo Moscati
Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro di Italo Moscati Così amavano (così ameremo?) (Rai Eri, 2013)
a seguire Un amore a Roma di Dino Risi (1960, 108′)
Marcello, un giovane con ambizioni letterarie di nobile ma decaduta famiglia romana, si invaghisce di Anna, attricetta incontrata per caso, e ne fa la sua amante. La ragazza, pur amandolo, ha un comportamento molto libero e non disdegna di incontrare altri uomini. Marcello vive un perenne stato di gelosia che gli rende insopportabile la relazione. Dal romanzo di Ercole Patti, con Mylène Demongeot, Peter Baldwin ed Elsa Martinelli.
Ingresso gratuito