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Lionello Massobrio: i film della mia vita
08 Novembre 2016 - 09 Novembre 2016
Suo nonno, prima di morire, gli disse: «La memoria, fijetto mio, è solo la colla che usamo pe’ cercà de rimette assieme i cocci de la vita». La madre Maria Rosada, che era entrata nel mondo del cinema a Parigi traducendo le didascalie dei film muti, a 32 anni dirigeva il Reparto Montaggio a Cinecittà, poi insegnò a tutti gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia l’arte del montaggio. A 18 anni montò il campione d’incassi Domani è un altro giorno di Léonide Moguy. Seguirono L’Italia non è un paese povero di Joris Ivens, Un uomo da bruciare di Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani, L’ape regina di Marco Ferreri. Fu uno dei primi a girare Caroselli e film industriali, quindi diresse Il rapporto, scritto nella swinging London e girato nella Roma sessantottina. Promosse, in seno all’Anac, il boicottaggio della Mostra del Cinema di Venezia, organizzando con Luigi Nono ed Emilio Vedova comizi e manifestazioni di metalmeccanici. Contribuì alla liberazione dell’Angola con il documentario La vittoria è certa. Poi divenne editore… (ma questa è un’altra storia). Oggi continua a girare documentari e a meditare nuove avventure in giro per il mondo.
 
martedì 8
ore 17.30 L’abbandono di Lionello Massobrio (1990, 52′)
«Se ricordo bene siamo nel luglio del 1988, sul litorale tra Ostia e Castel Fusano c’è una trattoriola, sempre molto affollata, circondata da un territorio che, anticipando i tempi, assomiglia a un mondezzaio. Ci lavora una giovane cameriera che si ritiene la sosia di Marilyn Monroe e un bel giorno arriva un cliente che fa il trasportatore di giornali e somiglia pari pari a Robert De Niro. Lui la seduce, la mette incinta e sparisce. Lei maschera il pancione e tira a campare, ma una brutta notte nel magazzino della trattoria è costretta a partorire e, tagliato il cordone ombelicale, avvolge il neonato in una tovaglia e lo deposita in un cassonetto della nettezza urbana. Il bimbo piangerà e sarà salvato, anche lei piangerà ma non sarà salvata» (Massobrio). Film tv con Antonella Ponziani.
Copia proveniente da Rai Teche
 
ore 18.30 La vittoria è certa di Lionello Massobrio (1971, 81′)
«[Lionel] ha conosciuto Agostinho Neto leader carismatico del Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola […], dopodiché parte per il campo base dei guerriglieri angolani insieme a Randi Krokaa, Guelfo Guelfi, Augusta Conchiglia e Stefano de Stefani per realizzare un film che dovrà chiamarsi La vittoria è certa. È l’agosto del settanta. In capo a cinque mesi Augusta, Stefano e poi Guelfo decidono di tornare a casa. Randi e Lionel restano e si trasferiscono in una zona liberata per portare avanti l’impresa di raccontare come crescono e studiano le bambine e i bambini angolani mentre i loro padri imparano a distruggere ponti che attraversano fiumi frequentati da caimani e a colpire con i mortai gli acquartieramenti portoghesi.
Alcuni anni dopo questo film, proiettato nei cinema dell’Angola indipendente […], avrà un notevole successo» (Massobrio).
 
ore 20.15 Il rapporto di Lionello Massobrio (1969, 90′)
«Il rapporto, interpretato da Isabel Ruth e Giulio Brogi, opera prima del promettente Lionel, che vorrebbe essere un rapporto politico su un rapporto amoroso, sarà presentato al Festival di Pesaro e come premio non riceverà mai il visto di censura» (Massobrio). Uno dei film più invisibili e misteriosi del cinema italiano…
Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna
 
mercoledì 9
ore 17.00 Benvenuti, benvenuti tra noi di Lionello Massobrio (55′)
«Una dozzina di anni fa mi fu offerta l’opportunità di insegnare cinema e televisione nella Casa Circondariale di Pisa. Come rifiutare un viaggio nel continente carcerario? Colsi l’occasione al volo e cominciai a lavorare con un gruppo di detenute e detenuti insegnandogli a usare una telecamera e, contrariamente a quanto avviene di solito, a tralasciare i loro tristissimi ricordi e a inventare delle storie a volte grottesche. Il film si chiamò Benvenuti tra noi e fu messo in onda da Rai Tre. Beninteso solo parzialmente perché, a causa della morte per overdose di uno dei protagonisti, non fu possibile completarlo» (Massobrio).
 
a seguire Kurdistan – Partorire la morte di Lionello Massobrio (2001, 29′)
«Allo stato dei fatti sono un vecchiaccio di ottantacinque anni che ogni mattina all’alba apre un occhio e attraverso una metà del lettone, da troppo tempo deserto, si guarda nel grande specchio e si sussurra: “Dai, dai, che altre ventiquattro ore ce la fai”. Non ha eredi perché non ne ha voluti, ha sempre avuto la sensazione che il mondo fosse sovraffollato. Una volta un signore di cui non ricorda il nome gli propose di fare un video su alcune giovani donne kurde che erano state convinte a usare il loro corpo in un modo innaturale e così si ritrovò solo soletto armato solo di una piccola cinepresa nell’aeroporto di Ankara e da lì proseguì attraverso alcuni dei luoghi in cui una kamikaze kurda, mascherata da giovane madre in attesa, si era fatta esplodere nel mezzo di militari turchi» (Massobrio).
 
ore 19.00 Beba di Lionello Massobrio (1993, 85′)
«Con Zoran Stojkovic, Igor Vucic e Beatrice Palme siamo arrivati a Spalato, Split per i croati, sulla sponda orientale dell’Adriatico davanti a Porto Recanati, la data sul passaporto è 2 luglio 1993, è una bellissima giornata e ci troviamo negli uffici dell’Unprofor con i nostri giubbetti antiproiettile regolamentari e i cartellini International Press appesi al collo. Dobbiamo andare a Sarajevo, che è distante poche decine di chilometri, perché stiamo cercando una bambina di cui abbiamo una foto, ma la città è sotto assedio e ci si può arrivare solo in aereo. L’ufficiale inglese che ha timbrato i nostri passaporti sta per restituirmi il mio, ma mi guarda negli occhi e mi chiede sorridendo se mi farebbe piacere avere anche il timbro della loro compagnia, la Maybe Airlines, che vuol dire “forse sì arriva forse no!» (Massobrio).
Copia proveniente da Rai Teche per gentile concessione di Eta Beta
 
a seguire In your life – Nella nostra vita. Io l’acciaio di Lionello Massobrio (9′)
«Insieme a Franco Fortini e Giorgio Arlorio realizza Io l’acciaio un filmino per il padiglione dell’Italsider alla Fiera di Milano su l’onnipresenza di questa lega metallica, dagli aghi ai transatlantici passando per i binari del tram» (Massobrio).
 
ore 20.45 Incontro moderato da Steve Della Casa con Lionello Massobrio, Giorgio Arlorio, Roberto Cicutto
 
a seguire Ottuagenari all’ombra della torre di Lionello Massobrio (2016, 84′)
«Dopo parecchi anni dedicati interamente alla scrittura (primo romanzo Dimenticati, pubblicato nel 2001 da Elvira Sellerio, e ultimo Less, che sta per uscire da Istos Edizioni, ai suoi primi vagiti con una Collana Cento Pagine) per uno dei miei ultimi anniversari ho deciso di regalarmi un film a costo zero che ho realizzato con la collaborazione di Paolo Del Genovese, impugnando a turno una Handycam Sony da turista in gita e che abbiamo intitolato Ottuagenari all’ombra della Torre. Due anni di divertimento per scoprire e conoscere i protagonisti di quest’opera, uno dei quali si chiama Libero, ha passato i cento e tutte le mattine se ne va al bar, pedalando allegramente sulla sua bici, per batter chiacchiera con le signore di passaggio» (Massobrio).
Date di programmazione