Due soldi di speranza. Il cinema di Renato Castellani
12 Settembre 2013 - 17 Settembre 2013
«Diventare regista è stato relativamente facile. Facevo l’aiuto di Blasetti e di Comencini che erano i migliori in Italia. Per di più avevo il vantaggio di essere uno sceneggiatore». Con la consueta modestia che lo contraddistingueva, Renato Castellani (1913-1985) è stato tra i primi a realizzare un cinema che farà scuola: da quello calligrafico (Un colpo di pistola, Zazà) al neorealismo rosa (È primavera, Due soldi di speranza) fino ai grandi progetti televisivi (Vita di Leonardo, Verdiani).
giovedì 12
ore 17.00 Un colpo di pistola di Renato Castellani (1942, 92′)
«Andrea (Giachetti) e Sergio (Centa), due ufficiali della guardia russa, si battono in duello per amore di Mascia (Noris): Sergio spara per primo, ma a vuoto; Andrea rinuncia, riservandosi il colpo per il futuro. […] La struttura a flashback […], il bianco e nero di “grande estro geometrico” […] sono le prove di un esordio di alto livello stilistico, più facile da apprezzare oggi che non negli anni in cui infuriava la battaglia antifascista per un cinema meno raffinato ma più incisivo sulla realtà» (Mereghetti).
ore 19.00 Zazà di Renato Castellani (1943, 104′)
Un ricco ingegnere parigino (Antonio Centa) si innamora di una canzonettista Isa Miranda) che si esibisce in un locale di una città di provincia. A casa l’attendono la famiglia e il lavoro… «Una scrittura vibrante, spiritosa, lucida, colta ed esigente ravviva il domenicale canovaccio, risolve in ironia la sguaiataggine, in sofferenza schietta il melodramma, in sintassi vigile il disordine espressivo» (Palmieri).
ore 21.00 La donna della montagna di Renato Castellani (1945, 96′ )
Gabriella, fidanzata dell’architetto Rodolfo Morigi (Amedeo Nazzari), muore nel tentativo di salire sul Cervino: sconvolto, Rodolfo si chiude in se stesso. Zosi (Marina Berti), figlia di un ricco avvocato, cerca di aiutarlo, ma l’uomo rimane legato al ricordo della tragedia. «Dal romanzo I giganti innamorati di Salvator Gotta, un film […] girato nella zona di Cervinia, che fu interrotto dai drammatici eventi dell’8 settembre 1943 e poi montato, contro il parere del regista, dalla produzione. Splendido bianconero di Massimo Terzano, una bella sequenza di funerale, musiche di Nino Rota» (Morandini).
venerdì 13
ore 17.00 Mio figlio professore di Renato Castellani (1946, 107′)
«Storia di un bidello vedovo che dedica tutta la sua esistenza all’educazione dell’unico figlio che si laurea, diventa professore, poi viene inviato a insegnare in un’altra città. Fabrizi diverte, è genuino e la sua recitazione molto convincente. Film pieno di ritmo con un sapiente studio dell’ambiente e un’apprezzabile gioia del raccontare svelto in una sapiente miscela di comico e patetico» (Morandini).
ore 19.00 È primavera… di Renato Castellani (1950, 92′)
«Amori e bigamie, reali e apparenti, di un fiorentino e un siciliano sbattuti in servizio di leva tra Catania e Milano. Commedia un po’ cinica, scritta da Castellani con Suso Cecchi D’Amico e Zavattini, che fu maltrattata da due critici su tre per delitto di “lesa Sicilia”, ma è anche “un film intelligente che presuppone intelligenti i suoi spettatori” (L. Chiarini)» (Morandini).
ore 21.00 Due soldi di speranza di Renato Castellani (1951, 100′)
Contrastato amore partenopeo fra Carmela (Maria Fiore), figlia del pirotecnico del paese, e Antonio (Vincenzo Musolino), troppo povero per ottenere il favore del padre della ragazza. «Due soldi di speranza esplora il filone populista spostando i criteri del neorealismo – ambientazioni reali, attori non professionisti, sceneggiatura ispirata alla cronaca quotidiana – verso una commedia di costume piena di tenerezza» (Jean Gili).
sabato 14
ore 17.00 Giulietta e Romeo di Renato Castellani(1954, 134′)
«Castellani ha lavorato tre anni al suo film: diciamo subito che nella sfera limitata di un’opera di gusto più che creativa, i suoi risultati sono memorabili. Anche il geniale Orson Welles aveva tentato nel suo Otello di servirsi di autentici muri, ma non ci aveva convinti. Il nostro Castellani ha saccheggiato letteralmente alcune città d’arte italiane, ha tenuto sott’occhio i grandi pittori, s’è servito del colore con arte mirabile» (Bianchi). Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
ore 19.30 Nella città l’inferno di Renato Castellani (1959, 105′)
Una domestica veneta (Giulietta Masina) finisce ingiustamente in prigione. Lì conosce Egle (Anna Magnani) una malvivente incallita. «Melodramma claustrofobico, quasi interamente ambientato in prigione, tratto dal romanzo Roma, via delle Mantellate di Isa Mari, sceneggiato dal regista con Suso Cecchi d’Amico. La Masina e la Magnani formano un duo di grande intensità» (Mereghetti).
ore 21.30 Mare matto di Renato Castellani (1963, 103′)
Un gruppo di uomini di mare si ritrova a Genova. Nell’accogliente pensione di Margherita. Per le ultime ore di baldoria e compagnia sulla terra ferma. Il prossimo viaggio li porterà in Sicilia, dove devono consegnare una partita di vino. Il film prevedeva inizialmente quattordici episodi, drasticamente tagliati dal produttore Cristaldi. «Un episodio che mi fece passare l’amore per il cinema», confessò Castellani. Con Jean-Paul Belmondo e Gina Lollobrigida.
domenica 15
ore 17.00 Il brigante di Renato Castellani (1961, 174′)
Ispirato a un episodio di cronaca realmente accaduto in Calabria alla fine della seconda guerra mondiale, racconta la storia del giovane Michele Rende diventato bandito suo malgrado perché ingiustamente incolpato di aver commesso un omicidio. Tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Berto, Il brigante è «il primo apprezzabile film contadino fatto in Italia» (Micciché). Il restauro della versione lunga originaria de Il brigante di Renato Castellani è stato effettuato a cura della Cineteca Nazionale presso L’Immagine Ritrovata di Bologna nel 2012.
martedì 17
ore 17.00 La vedova di Renato Castellani (ep. di Tre notti d’amore, 1964, 34′)
Una giovane vedova siciliana (Catherine Spaak) è costretta dalla famiglia del marito a rinunciare agli uomini. L’episodio fa parte del film Tre notti d’amore, omaggio alla «bellezza acerba e tentatrice della Spaak, sbarazzina lolita d’importazione, perfetta per l’immaginario degli italiani anni Sessanta»(Mereghetti).
a seguire Una donna d’affari di Renato Castellani (ep. di Controsesso,1964, 47′)
Un musicista (Nino Manfredi) corteggia assiduamente una condiscendente donna d’affari (Dolores Wettach) la quale deve continuamente lasciare il suo spasimante chiamata altrove dagli affari. Un episodio di sesso all’italiana dall’inconfondibile sapore anni Sessanta con un Manfredi in stato di grazia.
ore 19.00 Questi fantasmi di Renato Castellani (1967, 104′)
«Lo spiantato Pasquale Lojacono (Gassman) va ad abitare in un palazzo che si vuole infestato dai fantasmi e crede che i soldi che trova siano “regali” degli spiriti. […] Nuova versione della commedia omonima di Eduardo De Filippo (sceneggiata da Adriano Baracco, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e dal regista), che però modifica il finale rispetto alla pièce teatrale e al film del 1954 […]. La carica vitale di Gassman e il fascino (qui molto “represso”) della Loren rendono ancora godibile la visione» (Mereghetti).
ore 21.00 Una breve stagione di Renato Castellani (1969, 95′)
Costretti a vivere una breve, anzi brevissima, stagione amorosa prima che Johnny (Christopher Jones) venga consegnato alla legge cui ha tentato per sventatezza ed ingenuità di disubbidire, i due giovani bruciano ore struggenti di felicità, di impeti fanciulleschi, di paure. Ottima la sceneggiatura, che muovendosi su diversi piani narrativi conferisce alla storia un’eccezionale tensione, di alta classe l’interpretazione della Degermark.