Saggi di diploma Csc: le nuove vie del documentario
07 Aprile 2016 - 07 Aprile 2016
Per tentare di capire quali fermenti si agitano tra le giovani leve del cinema italiano, in quali direzioni si sta procedendo a livello didattico, quali sogni e aspirazioni sono perseguite nel triennio di studi. E saggiare le potenzialità di un cinema in nuce, dove la creatività si coniuga con l’esperienza e i consigli dei docenti del Csc. Per cominciare, proponiamo quattro documentari realizzati da allievi delle sedi de L’Aquila e di Palermo.
ore 17.00 Compagna solitudine di Davide Vigore (2015, 52′)
Massimo Chiappini, 72 anni, unico erede dell’immensa fortuna della famiglia Borghese, ha sempre cercato la felicità nella molteplicità dei rapporti: ricchi borghesi, nobili, politici, attori, intellettuali, artisti e specialmente le donne, dame e mignotte d’alto bordo. Oggi una malattia ai polmoni lo spegne e lo costringe a chiudersi nella sua casa. La notte la sua insonnia lo fa vagare per le stanze, strade e ponti; al termine della sua vita è ora di fare dei bilanci. Nella sua casa vive la sua pseudo famiglia, Mariangela una ragazza di 30 anni e suo figlio Alex di 11 anni. Tre solitudini che si fanno compagnia. Sullo sfondo Roma, una città affascinante, ma terminale come lo stesso Massimo. Ma un evento tragico come l’ictus di Francesco, il suo migliore amico, gli darà uno slancio.
ore 18.00 Lupen. Romanzo di un ladro reale di Valerio Burli (2015, 60′)
La vera, incredibile, storia della vita e delle vicende di Renato Rinino, ladro gentiluomo savonese che nel 1994 mise a segno, a sua insaputa, un improbabile colpo nell’abitazione londinese di Sua Maestà Carlo, principe di Galles e d’Inghilterra. Il caso gli conferì una temporanea fama internazionale e la possibilità di cambiare “mestiere”, se la vita non fosse giunta prima a reclamare il conto. Il film-documentario indaga chi era veramente Renato Rinino e se oltre al personaggio mitico di “Lupin ligure” è rimasto altro nella memoria popolare. Lo fa tramite la voce dei familiari e degli amici, ritraendo così non solo una persona, ma anche una realtà, in perenne oscillazione tra la disperazione e la risata.
ore 19.00 Moj Brate – Mio fratello di Nazareno M. Nicoletti (2015, 78′)
Il regista Stefano Gabrini attraversa e ripercorre i luoghi e il vissuto di uno dei suoi più intimi amici, l’antropologo, attore e clown Alberto Musacchio, morto suicida nel 2001. Nel 1989 si conoscono sul set del film Il gioco delle ombre, a distanza di 14 anni dalla morte, Stefano ricostruisce la storia della loro intensa amicizia. Partiti insieme per la Bosnia al termine della guerra civile, attraverso laboratori teatrali hanno ricostruito il tessuto umano e identitario di ragazzi e adolescenti dilaniati dall’orrore. E poi il Canada, dove negli ultimi anni della sua vita, Alberto insegnava e studiava. Andato lì come ricercatore di antropologia per l’Università dell’Alberta, è diventato poi archeologo. Ha lasciato scritto che le sue ceneri fossero conservate nella terra di questa natura meravigliosa, che tutti i giorni respirava e viveva per il suo lavoro.
ore 20.45 Incontro con Caterina d’Amico, Roberto Andò, Mario Balsamo, Stefano Gabrini, Giovanni Oppedisano, Gianfranco Pannone
a seguire Come fa il geco con la farfalla di Martina Amato (2015, 42′)
Il film è un progetto intimista che prende le mosse da un profondo senso di curiosità nei confronti di una talentuosa ed enigmatica artista degli anni ’70: Muzzi Loffredo.