Fatti e strafatti. I classici del muto piu’ “copiati” accompagnati dal vivo al pianoforte
15 Febbraio 2015 - 15 Febbraio 2015
«Immagino tutti ricordiate Sabrina di Billy Wilder, un capolavoro irripetibile. Nel 1995 ne fu fatta una nuova versione firmata Sydney Pollack con Harrison Ford nella parte che fu di Bogart. Con tutto l’amore che nutro per Pollack, non riuscii a terminarne la visione. Uscii dal cinema con le paturnie chiedendomi che senso ha rifare una cosa che è perfetta. Sarà inesorabilmente una brutta copia. In scultura vi sono molte rappresentazioni della Pietà, ma nessuno ha mai pensato di rifare quella di Michelangelo, mentre nel cinema è normale che i film riusciti siano soggetti a periodici “tagliandi”, che ne sostituiscono alcuni “pezzi”. Questa rassegna intende compiere una ricognizione nello “sfasciacarrozze” della settima arte, rovistando tra i pezzi originali dei più acclamati modelli, quasi tutti “assemblati” durante l’era del Muto e, più che “rifatti” successivamente, “strafatti”. Diciamo che è una rassegna vagamente polemica, ma come sempre spinta dalla più appassionata e divertita curiosità. Buona visione e buon ascolto» (Antonio Coppola).
ore 21.00 La passion de Jeanne d’Arc di Carl Theodor Dreyer (La passione di Giovanna d’Arco, 1928)
«Processo e morto sul rogo di Jeanne d’Arc (1412-31), giovane contadina lorenese, concentrati in una sola giornata (14 febbraio 1431): la Pulzella d’Orléans raccontata come vittima e martire, donna che soffre, opponendo intelligenza, umiltà e la sua solitudine ai giudici di Rouen. Uno dei capolavori del muto, e un vertice nella carriera del danese Dreyer che si serve del primo piano (quasi metà del film) per risolvere l’arduo problema del film storico: col primo piano compensa il tempo con lo spazio e riporta al presente lontani fatti storici: il volto umano come specchio dell’anima e del suo destino. Fondato sulla plasticità dell’inquadratura e sui valori ritmici del montaggio, è in un certo senso il capolavoro dell’espressionismo e, forse, l’unico film espressionista non contaminato da elementi letterari e teatrali. Splendido bianconero di Rudolf Maté» (Morandini).
Accompagnamento musicale del M° Antonio Coppola