Incontro con Vittorio Storaro. Modera Aldo Piro
21 Aprile 2013 - 21 Aprile 2013
ore 21.00
Incontro moderato da Aldo Piro con Vittorio Storaro
a seguire
Il conformista (1970)
Regia: Bernardo Bertolucci; soggetto: dal romanzo omonimo di Alberto Moravia; sceneggiatura: B. Bertolucci, Franco Arcalli; fotografia: Vittorio Storaro; scenografia: Ferdinando Scarfiotti; costumi: Gitt Magrini; musica: Géorges Delerue; montaggio: Franco Arcalli; interpreti: Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda, Pierre Clémenti, Gastone Moschin, José Quaglio; origine: Italia/Germania/Francia; produzione: Mars Film, Marianne Productions, Maran Film; durata: 113′
Il professor Marcello Clerici viene incaricato dalla polizia segreta fascista di eliminare a Parigi, dove deve recarsi in viaggio di nozze, il suo ex professore di filosofia, Quadri. Si invaghisce della moglie di Quadri e questo rende più difficile e tormentata la sua missione… «Il conformista è un film sul passato; io non ho conosciuto gli anni ’30, quindi l’unica memoria che ne ho viene da tutto il cinema di quell’epoca: Renoir, Sternberg, Ophüls, ecc.» (Bertolucci). «Ha preso il partito di suggerire i sommovimenti dell’epoca attraverso piccoli atti quotidiani, così come ha scelto un’angolatura da feuilleton cinematografico anni ’30 per stigmatizzare i suoi sicari da operetta. Ma, d’un tratto, la sua voce si incrina. Le notazioni vanno crescendo fino al doppio assassinio nella foresta, scena atroce dove il fascismo appare a viso scoperto. Così si trovano riuniti nella stessa condanna un regime e uno stile di vita: il fascismo e la spensierata società che ne ha fatto da precursore» (Gilles Jacob).«Anche se avevo guardato, particolarmente per la prima parte del film, ai dipinti Piazze d’Italia di Giorgio De Chirico, ai ritratti di Tamara de Lempicka, i miei occhi, specialmente per la parte parigina della storia, erano ormai pregni del colore del Pensiero, dell’Azzurro della libertà espressiva. […] La realtà degli ambienti interni in cui vive il protagonista, l’irrealtà degli ambienti esterni che si affacciano da questi interni, tendono solo a mostrare una realtà inesistente, alterano la visione dell’insieme, rappresentano l’occultamento di una parte di verità che egli tenta di vivere, non solo come visione individuale, ma come totale espressione politica del momento» (Storaro).
Ingresso gratuito