Tre nuovi restauri, un film documentario e due cortometraggi: sono i titoli con cui il CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia si presenta al 39. Torino Film Festival (26 novembre/4 dicembre).
La Cineteca Nazionale, da sempre impegnata, accanto alla valorizzazione dei capolavori riconosciuti del nostro cinema, anche nella riscoperta di opere dimenticate o “rimosse”, è orgogliosa di mostrare in anteprima assoluta il restauro di Number One di Gianni Buffardi. Un instant-movie girato e uscito nel 1973 (soltanto un anno prima il vero Number One, tra i night più in voga di Roma, veniva chiuso per una storiaccia di droga – e non solo), capace di fotografare in tempo reale gli ultimi fuochi di una Dolce vita che si era fatta ormai malavita. Un film maledetto che dietro pseudonimi fittizi cela (ma neanche troppo) alcuni dei nomi più in vista del jet-set degli anni ’70; un documento d’epoca che, a partire da luoghi e fatti reali, imbastisce, tra verità e finzione, un noir che ficca il naso in vicende e personaggi che hanno segnato le cronache (rosa, ma più spesso anche nere) dell’Italia di quegli anni.
Con queste premesse, non stupisce che il film sia sparito immediatamente dalla circolazione: mai un passaggio televisivo, mai un’uscita homevideo, non una riga sui principali dizionari di cinema, più di un sospetto di averlo perso per sempre. Salvo vederlo riemergere miracolosamente da una collezione di negativi ed essere finalmente restaurato dal CSC – Cineteca Nazionale, a partire dai negativi originali 35mm messi a disposizione da RTI-Mediaset in collaborazione con Infinity+. Una “riscoperta” che, dopo l’anteprima al 39. Torino Film Festival, nella sezione Back to Life, arriverà anche sul piccolo schermo grazie a Cine34, il canale televisivo di Mediaset interamente dedicato al cinema italiano, che lo programmerà in quella che già si annuncia come una delle “prime visioni” più attese dai cinefili italiani. E non solo da loro: perché – come spiega Luca Pallanch della Cineteca Nazionale – “i protagonisti di quella oscura vicenda sono tutti scomparsi e, con loro, si è inabissato quell’effimero mondo riunito sotto le luci di una Roma by night, che non aveva nulla da invidiare alle altre metropoli del divertimento (e del vizio). La Roma bene, raccontata poco prima da Carlo Lizzani, e la mala Roma, tinteggiata da Gianni Buffardi, due facce della stessa medaglia da consegnare non solo ai cinefili, ma anche ai detective della storia italiana”.
Il restauro di Number One è stato realizzato nel 2021 dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale a partire dal negativo scena originale 35mm messo a disposizione da RTI-Mediaset in collaborazione con Infinity+. La fase di color correction è stata supervisionata dal direttore della fotografia del film Roberto D’Ettorre Piazzoli. Le lavorazioni sono state effettuate presso il laboratorio Cinema Communications Services di Roma. Il film sarà accompagnato al 39. Torino Film Festival da Roberto D’Ettorre Piazzoli e da Antonello Buffardi, figlio del regista. Prossimamente Number One sarà programmato in prima visione televisiva dal canale Cine34.
Due i titoli provenienti dal CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea: sempre nella sezione Back to Life il work in progress del restauro digitale di Don Bosco di Goffredo Alessandrini (1935), realizzato in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema di Torino, Cineteca di Bologna e George Eastman Museum di Rochester, a partire dal negativo conservato nel Fondo Salesiani depositato da Direzione Generale Opere Don Bosco nel 2016 a Ivrea, che permetterà al pubblico di vedere finalmente il film sua interezza e, al tempo stesso, sarà in grado di coinvolgerlo nello scrupoloso e minuzioso lavoro di ricostruzione realizzato dal laboratorio dell’Archivio; e, nella sezione TFFdoc/NOI, È solo a noi che sta la decisione di Isabella Bruno (1976), conservato e digitalizzato da CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa, film militante e amatoriale insieme, girato da una giovane femminista con la passione per la cinepresa che nel pieno del dibattito pubblico sull’aborto decide di prendere parola in prima persona realizzando un pamphlet contro l’ipocrisia e la violenza di chi si oppone alla libertà di scelta delle donne. Un “piccolo” film, invisibile per più di quarant’anni, di cui è difficile ricostruire la storia in assenza della sua autrice, ma che proprio per questo molto ci dice delle forme di cinema marginali.
Accanto ai titoli “d’archivio”, tre novità firmate dagli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema: fuori concorso, nella sezione L’incanto del reale, sarà presentato il film documentario Sotto lo stesso tempo prodotto dal CSC – Scuola Nazionale di Cinema – Sede Sicilia che racconta un anno di pandemia attraverso gli occhi e le vite di dieci giovani studenti di cinema. Il progetto è scritto, diretto e montato dagli allievi Alice Malingri di Bagnolo, Naomi Kikuchi, Maria Francesca Monsù Scolaro, Matteo Di Giandomenico, Mario Estrada Sanchez, Tito Puglielli, Gianfranco Piazza, Marta Basso, Giuliana Crociata, Calogero Venza.
«Il titolo Sotto lo stesso tempo rivela lo spirito con cui la scuola si è messa in gioco fin dai primi di marzo 2020 non solo per garantire la cosiddetta continuità didattica, ma anche e soprattutto perché l’isolamento diventasse un’opportunità – osserva Costanza Quatriglio, direttrice artistica della sede Sicilia del CSC. – La realizzazione del film è stata un modo per attraversare, per più di un anno, il diario di noi tutti, reso nudo dallo sguardo di un gruppo di ventenni che, scoprendo il cinema, si interrogano su se stessi e sull’immaginario di una contemporaneità bruciante che non assomiglia a nulla che abbiano mai vissuto. Il risultato è uno specchio spietato e bislacco, per certi versi fragilissimo; l’esperienza irripetibile di un film collettivo che nella discontinuità del linguaggio ha cercato di dar valore alle voci di ciascuna e di ciascuno».
Nel concorso Italiana.corti si vedranno invece i lavori di due allievi del CSC – Scuola Nazionale di Cinema: Ai bambini piace nascondersi di Angela Norelli (distribuito da Premiere), che fa ricorso al “found footage” per raccontare un mondo in cui i bambini sono creature tribali antichissime misteriosamente estinte in pochi anni, di cui non restano che fotografie e filmati da tutto il mondo che li immortalano intenti in incomprensibili rituali; e Giochi di Simone Bozzelli (distribuito da The Open Reel che ne cura anche le vendite internazionali): una madre vuole giocare con il figlio che non le parla; un ragazzo vuole scoprire cosa il suo amico ha regalato a una ragazza più magra di lui; un gatto è scomparso. Ma sono – appunto – solo giochi.