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Comincia il 22 febbraio, a Roma, la rassegna “Viaggi in Italia attraverso la Francia”, in collaborazione con l’Institut Français Centre Saint Louis
Centro Sperimentale di Cinematografia
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22 Febbraio 2022

Il sorriso inimitabile di Fernandel e la bonomia burbera e corpulenta di Gino Cervi. La bellezza ipnotizzante di Alain Delon che asseconda i dettami severi di Luchino Visconti. La campagna italiana che si confonde con quella francese. Parigi come Roma o viceversa nei tanti film spionistici ma anche nei polizieschi, nei noir e nelle commedie. Così come i cineasti italiani che si mescolano con quelli francesi nella vincente formula produttiva del film a episodi.

Sono solo alcuni esempi della coproduzione italo-francese che ha il suo ventennio dorato negli anni Cinquanta e Sessanta. Perché tra gli anni Quaranta e Cinquanta, sulle macerie della guerra e sulla volontà della ricostruzione, s’impone un nuovo “paesaggio cinematografico”. Sia il cinema francese sia quello italiano cominciano a raccontare la resistenza al nazifascismo, riscoprendo realtà, volti, scenari, dettagli fino ad allora rimossi dai grandi schermi e che adesso possono rivivere nell’Italia del Neorealismo e di film come Paisà (1946) di Rossellini, e nella Francia partigiana e di film come La bataille du rail (Operazione Apfelkern, 1946) di René Clément.

Da qui alla coproduzione, per ridurre maggiormente le spese, il passo è brevissimo, tanto che è divenuta celebre la battuta che ripetevano alcuni protagonisti di quell’età dell’oro: “Francia-Italia: che meravigliosa storia d’amore!”. Proprio nei mitici anni Sessanta quasi un terzo dei film che uscivano in Francia e in Italia erano coprodotti: solo nel 1963 le coproduzioni ammontavano a ben 103! Film magari italianissimi ma dall’allure francese, dove attori, registi, troupe di entrambi i paesi lavoravano insieme, annullando in un baleno passaporti e confini.

Prendendo a prestito il celebre capolavoro rosselliniano Viaggio in Italia, ma attraverso una soggettiva francese, la Cineteca Nazionale ripesca dai suoi archivi una selezione di classici per raccontare, nella potenza evocativa delle immagini in movimento, chi e che cosa eravamo. A commentare questi appuntamenti mensili ci saranno due generazioni di cineasti o studiosi a confronto, per regalarci sguardi e visioni sempre diverse e assolutamente non scontate: dal giovane al maturo, dall’Italia alla Francia, dal cinema alla realtà.

martedì 22 febbraio

ore 19.30 I vitelloni di Federico Fellini (1953, 108’)

In una città balneare di provincia, Rimini, il rubacuori Fausto (Franco Fabrizi), il timido Moraldo (Franco Interlenghi), il burlone Alberto (Sordi), l’intellettuale Leopoldo (Trieste), il cantante Riccardo (fratello di Fellini) sono dei perdigiorno che non vogliono prendersi alcuna responsabilità. Sandra (Leonora Ruffo), sorella di Moraldo, rimane incinta. Il responsabile è Fausto ed è costretto a sposarla. Mentre i neosposi sono in luna di miele a Roma, gli altri quattro ammazzano la noia al bar, al biliardo o giocando ai cavalli. Ognuno ha il suo “lavoro”: Leopoldo scrive l’ennesima commedia flirtando con la servetta dei vicini, Riccardo lotta col sovrappeso, Alberto redarguisce la sorella Olga che si accompagna a un uomo sposato, e il sensibile Moraldo fa amicizia con un giovanetto che lavora in stazione. Quando torna dal viaggio di nozze, Fausto continua a sedurre le donne, come la moglie del signor Michele, un amico del suocero che gli ha offerto lavoro e scoprirà ben presto le avances del giovanotto. Lo scandalo e il licenziamento che ne consegue provocano tensioni tra la famiglia di Sandra e Fausto. L’ennesimo tradimento di Fausto causa la fuga di Sandra col bambino, e la conseguente ricerca angosciosa e corale della ragazza. La riconciliazione della coppia e l’improvvisa partenza di Moraldo verso un orizzonte metropolitano chiudono la vicenda.

a seguire incontro con Gianfranco Angelucci e Andrea De Sica

giovedì 24 marzo

Le notti bianche di Luchino Visconti (1957, 97’)

Durante una passeggiata notturna, Mario (Marcello Mastroianni) incontra una ragazza disperata (Maria Schell) che se ne sta da sola affacciata a un ponte che dà su un canale. Riesce a conoscerla, nonostante delle iniziali resistenze di lei. I due finiscono d’incontrarsi nelle sere successive e in Mario comincia a nascergli un sentimento sempre più crescente verso Natalia, così si chiama la ragazza. Viene poi a sapere poi la ragione perché la giovane si rechi ogni notte in strada: la donna sta aspettando il ritorno dell'uomo di cui è innamorata, che le aveva promesso di tornare da lei entro un anno, dopo averla abbandonata in circostanze non del tutto chiare. Accetta quindi di consegnare una lettera con una richiesta di appuntamento all’uomo, che nel frattempo è tornato in città. Ma, in un impeto di rabbia, Mario non consegna la lettera ma la strappa. Quando Natalia si reca all’appuntamento, sicura di trovare l’uomo di cui è innamorata e costui non si presenta, si fa prendere da una crisi isterica. Col passare dei giorni, Natalia si convince che l’uomo dei suoi sogni non verrà più e offre a Mario la speranza di amarlo col tempo. Ma durante una passeggiata, la donna finalmente vede l’uomo della sua vita e abbandona Mario senza esitazioni. Mario, rimasto di nuovo solo, torna a vagare per le strade, insieme a un cane randagio.

mercoledi 27 aprile

La notte di Michelangelo Antonioni (1961, 122’)

Il matrimonio tra Giovanni (Marcello Mastroianni) e la moglie Lidia (Jeanne Moreau) è in crisi. Dopo la visita in ospedale a Tommaso, un amico morente, i due partecipano a un party per la presentazione dell’ultimo libro di Giovanni. Lidia, insofferente, vaga per la città, mentre Giovanni l’aspetta a casa. Si recano poi alla festa dell’industriale Gherardini. Costui vorrebbe assumere Giovanni per fargli scrivere un libro sulla sua impresa. Giovanni corteggia la figlia del padrone di casa, Valentina (Monica Vitti). Infastidita dalla vacuità dei comportamenti degli invitati, dopo aver visto il marito baciare Valentina e aver appreso al telefono che Tommaso è morto, Lidia finisce per flirtare con uno sconosciuto, rifiutando però le sue avance più esplicite. A causa di un temporale che interrompe la festa, Lidia e Valentina si trovano a tu per tu. Lidia le dice di non provare alcuna gelosia, perché il loro matrimonio è ormai finito da tempo. All’alba, al parco della villa, Giovanni e Lidia si ritrovano a parlare del loro amore e finiscono disperatamente per fare l’amore.

martedì 24 maggio

Che gioia vivere di René Clément (1961, 117’)

Roma 1921. Dopo il servizio militare, Ulisse (Alain Delon) e Turiddu (Giampiero Littera) non se la sentono di tornare al loro paesello e decidono di rimanere nella grande città. Dopo tre giorni senza mangiare e dormendo per strada, decidono di arruolarsi nei fasci di combattimento, dato che potevano guadagnare sin da subito 150 lire. Il loro primo incarico è quello di trovare dove siano stati stampati i volantini antifascisti che stanno girando per la capitale. A stampare i volantini è la tipografia Olinto & Figli formata appunto da Olinto (Gino Cervi), la moglie Rosa (Rina Morelli), dalla figlia Franca (Barbara Lass) e dal nonno (Carlo Pisacane). È una famiglia di anarchici ma a Ulisse la politica non gli interessa. Si fa assumere come apprendista e s’innamora di Franca. Tra mille traversie Ulisse riuscirà a difendere la famiglia e il suo amore.

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