Home > “Al cinema Trevi la rassegna “Tognazzi: di padre in figli” prosegue fino al 15 ottobre. Ecco i film del weekend”
“Al cinema Trevi la rassegna “Tognazzi: di padre in figli” prosegue fino al 15 ottobre. Ecco i film del weekend”
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venerdì 9

ore 17.00 Guido che sfidò le brigate rosse di Giuseppe Ferrara (2006, 106')
«La mattina del 24 gennaio 1979 in via Fracchia a Genova, il sindacalista Guido Rossa esce come ogni giorno per andare al suo lavoro di operaio all'Italsider. Tre mesi prima ha denunciato Francesco Berardi, un suo compagno di lavoro che all'interno della fabbrica ha diffuso volantini delle BR. Berardi è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere dopo essere stato arrestato e processato per direttissima. Ora il brigatista rosso Roberto Dura è appostato davanti al portone insieme a due compagni con la missione di gambizzare Rossa, come stabilito dal comitato esecutivo dei terroristi» (www.cinematografo.it).   Con Massimo Ghini, Gianmarco Tognazzi, Anna Galiena, Elvira Giannini, Mattia Sbragia e Maria Rosaria Omaggio.
 
ore 19.00 Crack di Giulio Base (1991, 95')
«Mentre nella palestra di un quartiere di periferia d'una grande città si allenano alcuni giovanotti entusiasti della boxe assistiti da uno spacciatore di droga, il perfido Volfango, viene scoperto l'ennesimo furto commesso nello spogliatoio. Il giovane Michele, che sembra sia il nuovo campione del gruppo, usa la droga e la fa assaggiare al titubante Francesco, mentre lo strambo Sascia accarezza la piccola tartaruga, che porta sempre con sé. Egli è il fratello di Rodolfo, un ragazzo serio, considerato finora il miglior pugile della palestra, il quale è da tempo fidanzato con Roberta, che però ora, innamoratasi di Michele, con cui ha segretamente rapporti amorosi, per liberarsi di Rodolfo cerca pretesti per litigare con lui, e gli dà un ultimatum: o lei, o la boxe» (www.cinematografo.it   ). «L'impresa soprattutto se si pensa che è un esordio si raccomanda ad una convinta attenzione: secondo quei modi del nuovo realismo che ormai sempre più si diffondono nel cinema italiano». (Rondi). Con Giulio Base, Gianmarco Tognazzi, Pietro Genuardi, Giuseppe Pianviti, Antonella Ponziani e Mario Brega.
 
ore 21.00 Io no di Ricky Tognazzi e Simona Izzo (2003, 89')
«Flavio e Francesco sono fratelli ed hanno caratteri completamente diversi. Il primogenito Flavio è un gran lavoratore sposato con Laura, ha già avuto due figlie e gestisce l'albergo sul mare della famiglia. Il fratello più piccolo, invece, vorrebbe fare il musicista e vive alla giornata tentando di scansare ogni tipo di responsabilità. La sua vita cambia, però, di colpo quando Laura, sua ex fiamma, gli presenta una sua amica, Elisa, insegnante di danza delle bambine ed amante segreta di Flavio. Mentre, scoperta la verità, Laura va via di casa con le bambine, Francesco fugge insieme ad Elisa a Cape Town dove si sposano ed hanno una bambina mentre Flavio intanto divorzia da Laura e comincia ad odiare il fratello per aver distrutto il suo mondo idilliaco. Ma un evento luttuoso finirà con il riavvicinarlo al fratello» (www.cinematografo.it  ). "Io no, prima co-regia della coppia Ricky Tognazzi (6 pellicole da solo tra cui gli ottimi Ultrà e La scorta) e Simona Izzo (brava sceneggiatrice per Ricky e regista di due film) tratta dall'omonimo romanzo di Lorenzo Licalzi, è una pellicola bifronte. Prima parte divertita e divertente raccontata da quattro voci off (Francesco, Flavio, Laura, Elisa). Seconda parte micidiale. Un melodramma troppo strappalacrime per essere vero. Gian Marco Tognazzi vicino alla perfezione. Izzo-Tognazzi escono dalle camere da letto per affrontare grandi temi. È un azzardo, ma come sosteneva Orson Welles bisogna sempre brindare al carattere» (Alò).
 
sabato 10
ore 17.00 Il padre e lo straniero di Ricky Tognazzi (2010, 113')
«Se oggi esiste un film intitolato Il padre e lo straniero per la regia di Ricky Tognazzi è perché nel '97 l'allora giudice De Cataldo, non ancora scrittore famoso di Romanzo Criminale diede alle stampe un romanzo intenso e particolare, fors'anche personale, sull'amicizia di un italiano e un mediorientale, padri di ragazzi disabili in una Roma già criminale. A distanza di quindici anni, e dopo molti libri e successi, quel romanzo diventa film, forse anche per la fortuna del suo autore, ma senza dubbio per l'interesse di Ricky Tognazzi colpito illo tempore dalla forza di quella storia esemplare. [...] Ricky Tognazzi fa un film composto e lineare, certo non sovraccarico, in grado di lasciare tracce anche profonde, lasciando immaginare un romanzo intenso e importante, in grado di toccare tematiche molteplici e forti: il rapporto con la disabilità, la nascita di un "padre", il contatto con l'altro e il diverso, lo sprofondare dei pregiudizi... e poi un ritratto di Roma ancora sorprendente, per quanto questo sia ancora possibile al cinema.. A dar man forte è un cast d'attori capaci di calarsi nei panni di personaggi che si intuisce profondi e in trasformazione. Il Diego di Gassman ci ricorda il Francesco di Bagno Turco - Hamam, per quel tanto di esotismo e capacità di trasformazione radicale in qualcosa d'altro» (Zonta).
 
ore 19.00 Bella addormentata di Marco Bellocchio (2012, 110')
«Sullo sfondo della drammatica vicenda di Eluana Englaro - in coma vegetativo per 17 anni e morta il 9 febbraio 2009, per interruzione dei suoi supporti vitali - si snodano le storie di diversi personaggi collegati emozionalmente al caso. L'approvazione o meno di una legge manda in crisi un senatore, diviso tra la fedeltà al partito o alla sua coscienza; e, aggiunto a questo, la figlia Maria si batte strenuamente per la vita di Eluana protestando di fronte alla clinica in cui è ricoverata. Ma Maria, ironia della sorte, si innamorerà proprio del "nemico" Roberto, schierato dalla parte di chi è a favore della morte della ragazza. Parallelamente, scorre sia la vicenda di una grande attrice che, sostenuta dalla fede, spera vivamente nella guarigione della figlia, da anni in coma irreversibile; sia quella della disperata Rossa, che decisa a morire cerca di superare le obiezioni poste da un giovane medico, di nome Pallido» (www.cinematografo.it   ). «Di fare "scandalo" a Marco Bellocchio non interessa e non è mai interessato, quello che invece conta per lui è fare un buon film. E Bella addormentata è un buon film, anzi è un film magnifico, anche se è diventato oggetto di polemiche feroci ancora prima di essere girato. […] Lo sguardo in Bellocchio è forte, e teso, mai dogmatico: non è lì per dirci cosa dobbiamo credere o cosa dobbiamo fare, i suoi film sono "politici" nella cifra del paradosso, dell'interrogazione, di una certezza che è progetto artistico e non banale ideologia» (Piccino). Con Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Isabelle Huppert, Michele Riondino, Maya Sansa, Gianmarco Tognazzi, Pier Giorgio Bellocchio e Roberto Herlitzka.
 
ore 21.00 Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi (2013, 82')
«Il bel film di Maria Sole Tognazzi, dopo Passato prossimo e L'uomo che ama, volutamente non risponde perché si impegna soprattutto nella costruzione di quel ritratto di donna così insolito nel cinema italiano, studiandolo in ogni dettaglio con una maturità di racconto e di linguaggio pronta a testimoniare un talento ineccepibile ormai da ogni punto di vista nel disegno sempre molto abile dei caratteri, nei ritmi spesso affannati in cui i personaggi vengono coinvolti, nelle immagini splendide (di Arnaldo Catinari) che, evocando quelle cornici di lusso (ho riconosciuto il Crillon a Parigi, l'Adlon a Berlino) riescono a conferir loro il sapore di scenografie preziose, sfondo degno di una storia che però, fra le pieghe, si svolge spesso in cifre amare. Ricrea queste cifre, con finezza e contatto, Margherita Buy nella pienezza dei suoi modi espressivi. Il migliore amico al suo fianco è Stefano Accorsi, con semplicità e con misura. Un duetto che fa molto piacere incontrare di nuovo dopo i successi caldi de Le fate ignoranti e di Saturno contro. Complimenti Maria Sole, ormai sei cresciuta!» (Rondi). Con Gianmarco Tognazzi.
 
domenica 11
ore 17.00 Il federale di Luciano Salce (1961, 100')
Durante l'occupazione tedesca di Roma, ad Arcovazzi, un graduato delle brigate nere, zelante ed ambizioso, viene affidato il compito di catturare il professor Bonafé, un eminente filosofo antifascista, per farne un forzato propagandista della pericolante repubblica sociale. Ma se l'arresto del mitissimo professor Bonafé è un'impresa facile, il viaggio di ritorno a Roma dal natale paesino abruzzese dov'egli s'era rifugiato presenta non poche difficoltà. «Sino ad allora io ero stato soprattutto un comico... Avevo debuttato come comico ai tempi in cui imperavano Totò, i De Rege, Fanfulla, Rascel e Chiari... Chiari era giovane, un bel giovane... Anch'io ero giovane, neppure male... Quindi ero parso sulla scia di Chiari... È con "Il federale" che qualcuno si è convinto che potevo essere realmente un attore, ovvero un comico nel vero senso della parola...» (Ugo Tognazzi). Accanto a Tognazzi un grande Georges Wilson.
 
ore 19.00 Una storia moderna: l'ape regina di Marco Ferreri (1963, 92')
Il matrimonio secondo Ferreri: tomba dell'amore e non solo... Un quarantenne si decide a compiere il grande passo portando all'altare una ragazza molto più giovane, illibata e di buona famiglia. Ma la coppia "scoppia" sotto il peso delle convenzioni. Primo film "italiano" del regista milanese, il quale sovverte l'ordine familiare scatenando la reazione della censura, che manomette il film e cambia il titolo (Una storia moderna: l'ape regina) per circoscrivere l'attacco del regista a una critica della modernità. Con tanto di dichiarazione in apertura, imposta a Ferreri, di difesa dei «solidi e immutabili principi della morale e della religione». Dichiarazione di principio che non resiste all'urto del film, che valse a Marina Vlady il premio a Cannes per la migliore interpretazione femminile. «Il film mi ha consentito di entrare in un mondo cinematografico che amo. Il cinema che avevo fatto fino ad allora si basava su personaggi estremamente popolari, dei film divertenti, facili, che piacevano al pubblico ma che sono, a conti fatti, delle operazioni prefabbricate. In quei film non occorre quasi mai un grande coraggio» (Ugo Tognazzi).
 
ore 21.00 I mostri di Dino Risi (1963, 156')
Dino Risi costruisce in 22 episodi, di durate diverse, un ritratto crudele e graffiante dell'Italia del miracolo economico, tra vecchie e nuove manie, vizi e malcostumi. Tra i bersagli alcuni dei topoi della commedia all'italiana: il consumismo, la coppia, la spiaggia, l'automobile. Tutti gli episodi sono interpretati, insieme o alternativamente, da Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, impegnati in un tour de force di caratterizzazioni comiche. «Un altro film importante che metterei fra i cinque o sei della mia filmografia, che è I mostri, in cui c'è se non altro da ricordare l'episodio finale della boxe che secondo me sono dieci minuti proprio di cinema notevole, in tutti i sensi» (Gassman). «Ma più di Gassman [...] ci è piaciuto stavolta Tognazzi, davvero sempre più bravo e sorprendente, che riesce a ritagliare dallo scarso tessuto del testa qualche caratterizzazione acuta e ben risolta: quel suo pugile suonato, nell'ultimo episodio, vale forse da solo tutto il film».Imperdibile Ricky Tognazzi bambino nell'episodioL'educazione sentimentale
A seguire i ciak dei due episodi inediti Il cerbero domestico e L'attore (quest'ultimo privo di sonoro), che sono stati ritrovati su indicazione di Giuseppe Tornatore e Marco Risi.
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