Figlio naturale del commediografo Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, calca i palcoscenici sin da bambino, recitando nella compagnia del padre. Successivamente passa da una compagnia all'altra fino al 1931 quando, con i fratelli Peppino e Titina, ne forma una propria. Nel 1945 la compagnia si scioglie. Artista ineguagliabile che ha contribuito a diffondere il napoletano in quanto lingua e non dialetto, Eduardo ci ha lasciato dei copioni immortali come: Uomo e galantuomo, Chi è più felice di me?, Natale in casa Cupiello, Non ti pago, Napoli milionaria, Filumena Marturano, Questi fantasmi, Le voci dentro, Il sindaco del rione Sanità, Gli esami non finiscono mai. Eduardo predilige il teatro, ma si dedica volentieri anche al cinema sia come attore di molti film, sia come sceneggiatore e regista. Il suo esordio sul set avviene con Il cappello a tre punte di Mario Camerini(1935) mentre la sua prima regia risale al 1939 con In campagna è caduta una stella, di cui fu anche interprete. Amico e collaboratore di Vittorio De Sica, Eduardo è protagonista di uno degli episodi de L'oro di Napoli (1954), mentre dalla sua commedia Filumena Marturano è tratto Matrimonio all'italiana (1964), remake del film diretto da Eduardo nel 1951 con lui e la sorella Titina protagonisti. Nel 1950 dirige e interpreta con Totò Napoli milionaria!, al quale fanno seguiti altri film, fino a Spara forte, più forte... non capisco! (1966), con il quale si chiude la sua carriera di regista cinematografico. Successivamente si dedica sempre più alla televisione riproponendo le sue commedie. La sua ultima interpretazione è nello sceneggiato televisivo Cuore (1984) di Luigi Comencini nel ruolo del vecchio maestro. Nominato senatore a vita nel 1981, Eduardo dichiara: «Io sarò al Senato quello che sono stato sia nella vita, sia nelle commedie. È per quello che ho scritto che mi lusingo abbiano voluto compensarmi con la nomina a senatore. Quindi lo sapevano e lo sanno che io sono per il popolo». Lo scrittore Andrea Camilleri, che ebbe la fortuna di conoscerlo e di lavorare con lui, ricorda questo episodio: «L'immagine che uno aveva di Eduardo era di un uomo corazzato, un uomo che si difendeva anche recitando la parte che si era assegnata lui stesso nella vita. Non so come nel 1960 ero preoccupato perché una delle mie figlie aveva la febbre alta; non pensai all'incidente della bambina di Eduardo e gli dissi che ero un po' preoccupato per mia figlia. Rispose: "Io l'ho persa una figlia". E mi raccontò minutamente come lui aveva vissuto la cosa e si mise a piangere. Non è una cosa che si sopportava facilmente veder piangere Eduardo. È stata una cosa inenarrabile, penosa. Mi dispiace anche di averla rammentata».
“Cinema Trevi 16 e 17 aprile: “Larte di recitare. Il cinema di Eduardo De Filippo”. Parte seconda”
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Il cinema di Eduardo De Filippo, che la Cineteca Nazionale intende omaggiare in diversi appuntamenti, non si riduce a semplice teatro filmato ma a corpi, volti, sguardi, dettagli anche apparentemente insignificanti, capaci però di regalarci un'emozione, dandoci infine l'illusione di veder scorrere la vita di ognuno noi piuttosto che essere muti spettatori passivi di fronte a uno spettacolo che il giorno dopo è presto dimenticato. L'arte di Eduardo De Filippo... come la vita.
giovedì 16
ore 17.00
Ragazze da marito (1952)
Regia: Eduardo De Filippo; soggetto: Steno [Stefano Vanzina], Age & Scarpelli; sceneggiatura: Age & Scarpelli, Steno, E. De Filippo; fotografia: Leonida Barboni; musica: Nino Rota; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Eduardo De Filippo, Titina De Filippo, Peppino De Filippo, Anna Maria Ferrero, Delia Scala, Lianella Carell; origine: italiano; produzione: Produzioni D. Forges Davanzati, Titanus; durata: 90'
Un impiegato modello intrallazza per guadagnare i soldi per le vacanze, ma le sue speculazioni gli costeranno care. In compenso durante le vacanze le sue tre figlie si accaseranno… «Commedia agrodolce dai toni moralistici, che si regge tutta sulla bravura di Eduardo grande attore sia comico che drammatico» (Mereghetti).
ore 19.00
Napoletani a Milano (1953)
Regia: Eduardo De Filippo; soggetto e sceneggiatura: E. De Filippo, Age & Scarpelli; fotografia: Leonida Barboni; musica: Renzo Rossellini; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Eduardo De Filippo, Anna Maria Ferrero, Frank Latimore, Vittorio Sanipoli, Laura Gore, Francesco Penza; origine: Italia; produzione: Virtus Film, Produzioni Volonteri; durata: 100'
Un gruppo di napoletani, guidati da Salvatore, si reca a Milano spacciandosi per i parenti di cinque persone morte nel crollo di una abitazione per chiedere un indennizzo ai padroni della società che stava costruendo a Napoli una fabbrica. «Commedia amara con intenti moralistici che parte dall'apparente accettazione dei luoghi comuni sul razzismo, ma che poi sviluppa in modo originale: […] la sceneggiatura, firmata dal regista con Age & Scarpelli, sa ribaltare le molte ovvietà sul tema senza chiudere gli occhi sulla realtà. Curiosa, e riuscita, la commistione tra attori professionisti e volti presi dalla strada» (Mereghetti).
ore 21.00
Napoli milionaria (1950)
Regia: Eduardo De Filippo; soggetto: dalla commedia omonima di E. De Filippo; sceneggiatura: E. De Filippo, Piero Tellini, Arduino Maiuri; fotografia: Aldo Tonti; musica: Nino Rota; montaggio: Douglas Robertson, Giuliana Attenni; interpreti: Eduardo De Filippo, Leda Gloria, Delia Scala, Totò, Carla Ninchi, Dante Maggio; origine: Italia; produzione: Teatri della Farnesina, E. De Filippo; durata: 102'
Gennaro Iovine torna a casa dopo la guerra e la prigionia e trova una situazione disperata: la moglie che ha fatto i soldi con la borsa nera è odiata da tutti, il figlio è diventato un malavitoso e la figlia una prostituta. La figlia più piccola è malata e ha bisogno di penicillina, che può fornire solo un tizio vittima, in passato, della moglie di Gennaro. «Con l'aiuto di alcuni sceneggiatori professionisti, Eduardo rimette mano al testo teatrale e lo trasforma in una rievocazione più ampia, che illustra dieci anni di vita e storia napoletana, dal '40 al '50, un «diario napoletano di cose accadute nel mondo ieri, oggi... domani?», come recita il sottotitolo. Nello sforzo di farne «autentico cinema e non soltanto teatro filmato», Eduardo elimina dalla commedia alcune scene e ne aggiunge altre. Nel cast rimangono diversi interpreti storici, talvolta in parti differenti che in teatro; Titina De Filippo, per esempio, deve rinunciare al ruolo della signora Jovine perché in cinema ci vuole un volto più fresco: interpreterà un personaggio secondario, donna Adelaide, mentre Amalia, la moglie del buon tranviere, avrà il volto di Leda Gloria. Al film partecipano altri grossi nomi, come Carlo Ninchi nella parte del brigadiere e il regista Mario Soldati nel ruolo del ragionier Spasiani. L'apporto fondamentale alla pellicola lo dà Totò, chiamato a interpretare il personaggio, inesistente nella commedia originale, di Pasquale Miele, «uomo da affittare», capro espiatorio a pagamento di reati e magagne altrui, un antenato del francese Malaussène, protagonista dei romanzi di Pennac» (Alberto Anile).
venerdì 17
ore 17.00
Sogno di una notte di mezza sbornia (1959)
Regia: Eduardo De Filippo; soggetto: dalla commedia L'agonia di Schizzo di Athos Setti, adattata in versione napoletana da E. De Filippo; fotografia: Alvaro Mancori; musica: Franco Langella; interpreti: Eduardo De Filippo, Pupella Maggio, Graziella Marino, Pietro De Vico, Pietro Carloni, Enzo Petito; origine: Italia; produzione: Titanus; durata: 90'
Pasquale si ubriaca e sogna Dante Alighieri che gli suggerisce i numeri del lotto, ma gli predice anche la data della sua morte. Pasquale si gioca i numeri e vince e comincia quindi a pensare che anche la seconda profezia potrebbe avverarsi… Una delle commedie (e dei film) meno note di De Filippo, teatrale anche nell'impostazione («La commedia è recitata sul palcoscenico di un teatro […]. Si tratta quindi di una commedia ripresa cinematograficamente», Segnalazioni Cinematografiche), in cui Eduardo si conferma grande interprete anche sul grande schermo.
ore 19.00
Cinque poveri in automobile (1952)
Regia: Mario Mattoli; soggetto: Cesare Zavattini; sceneggiatura: Aldo De Benedetti, Mario Amendola, Titina De Filippo, Aldo Fabrizi, Ruggero Maccari, Mario Monicelli, Steno [Stefano Vanzina], C. Zavattini; fotografia: Mario Albertelli; musica: Vittorio Mascheroni, Francesco Ferrari; montaggio: Giuliana Attenni; interpreti: Eduardo De Filippo, Aldo Fabrizi, Titina De Filippo, Walter Chiari, Isa Barzizza, Luigi Cimara; origine: Italia; produzione: Documento Film; durata: 101'
Quattro poveri vincono alla lotteria una fuoriserie e decidono, prima di venderla, di usarla un giorno per uno con l'obiettivo di mettersi in mostra, chi di fronte alla figlia o una ragazza, chi di fronte ai colleghi o ai paesani. Il quinto povero, di cui al titolo, è un tizio che si butta sotto la macchina sperando in un risarcimento. Il soggetto fu scritto da Zavattini nel 1934, i molti sceneggiatori cambiarono il finale e diedero al film un tono più leggero, rispetto agli intenti zavattiniani di indagare, alla sua maniera, sui temi del successo e della conseguente perdita di identità.
ore 21.00
Questi fantasmi (1954)
Regia: Eduardo De Filippo; soggetto: dalla commedia omonima di E. De Filippo; sceneggiatura: E. De Filippo, Mario Soldati, Giuseppe Marotta; fotografia: Romolo Garroni; musica: Giovanni Militello; montaggio: Gisa Radicchi Levi; interpreti: Renato Rascel, Maria Frau, Erno Crisa, Franca Valeri, Ugo D'Alessio, Rina Franchetti; origine: Italia; produzione: San Ferdinando Film; durata: 95'
«La sera della presentazione di Questi fantasmi a Milano, Eduardo De Filippo nel discorsetto tenuto prima del film disse simpaticamente bastargli il pensiero che, come risultato di tanti anni di sforzo indefesso e coscienzioso, il pubblico italiano abbia la sicurezza che, ogniqualvolta entra in un teatro dove lavora un De Filippo, troverà sempre almeno uno spettacolo. E anche stavolta trova uno spettacolo. Sfondando gli angusti confini del palcoscenico, Eduardo si è sbizzarrito ad amplificare smisuratamente il quadro della sua spiritica farsa, trasportandoci in uno di quei nobili e immensi palazzi decaduti di Magnanapoli, e l'estro, l'animazione, la fantasia con cui ha saputo condurre e articolare entro il nuovo spazio la statica trama teatrale, senza perdere fiato e mordente, è una prova che la sua regia cinematografica non ha più paura di niente.
Perché qui De Filippo si presenta esclusivamente come regista, abbandonando ad altri il suo personaggio e la sua creazione. Eduardo senza Eduardo! Non credo che occorra ancora raccontare al lettore cosa succede in Questi fantasmi, mezzo ridevole e mezzo patetica storia di un povero diavolo il quale, non potendosi pagare una pigione, accetta di entrare in un grande appartamento che il proprietario non riesce ad affittare perché nel popolino del quartiere corre la credenza che ci siano gli spiriti. E infatti Pasquale Lojacono ce ne trova uno, per fortuna benefico, che gli imbandisce polli arrosto e gli fornisce biglietti da mille, e invece non è altri che un ricco signore, bene in carne e affatto fantasma, il quale escogita quel trucco per potergli insidiare la moglie; perché gli spiriti hanno sempre dato volentieri una mano agli amanti, come Boccaccio spiega nella novella di Gianni Lotteringhi» (Sacchi).
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