CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia sarà presente al 37° Festival del Cinema Ritrovato (24 giugno/2 luglio) con i seguenti progetti.
Nella sezione Ritrovati e Restaurati, CSC - Cineteca Nazionale presenterà due restauri: “Amori di mezzo secolo” (1954) di Glauco Pellegrini, Pietro Germi, Mario Chiari, Roberto Rossellini, Antonio Pietrangeli, Vinicio Marinucci, in edizione integrale e in anteprima mondiale, realizzato nel 2023 dal CSC - Cineteca Nazionale a partire da un rarissimo positivo d’epoca conservato nei propri archivi (in programma il 25 giugno alle 11.00, al cinema Lumière sala Scorsese, introdotto dalla Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Marta Donzelli e dal Conservatore del CSC – Cineteca Nazionale Alberto Anile), e il leggendario film futurista italiano “Thaïs” (1917) di Anton Giulio Bragaglia e Riccardo Cassano in anteprima nazionale, restauro realizzato nel 2023 dalla Cinémathèque Française in collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale (in programma il 28 giugno alle 18.30, al cinema Lumière sala Mastroianni, con l’accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau, al violino di Silvia Mandolini e l’introduzione di Noémie Jean, Hervé Pichard per La Cinémathèque Française con Marta Donzelli, Alberto Anile e Andrea Meneghelli).
Nell’ambito degli Incontri sul restauro si segnalala presentazione della moderna infrastruttura, di cui si è dotatoil Centro Sperimentale di Cinematografia,per la gestione del patrimonio informativo e la conservazione a lungo termine del patrimonio filmico digitale. L’incontro avrà luogo il 26 giugno, alle 11.00 all’ Auditorium – DAMSLab, alla presenza diAlberto Anile, Stefano Iachetti (Direttore amministrativo del CSC – Cineteca Nazionale), Sergio Bruno (Responsabile area Preservazione e Restauro), Marina Cipriani (referente area coordinamento conservazione digitale banche dati e accesso digitale) Francesca Angelucci (referente Reparto Analisi e catalogazione), Marco Meconi (referente Reparto restauro digitale).
L'enorme impatto del digitale sulla produzione e sulla fruizione cinematografica, e di conseguenza, sugli aspetti di trattamento archivistico e sulle strategie di preservazione e di restauro del film, ha reso necessario un progetto che prevedesse da una parte l’aggiornamento tecnologico del sistema di gestione del patrimonio informativo, ossia una nuova e più efficiente Banca dati, dall'altra la realizzazione di un'infrastruttura software e hardware (MAM-Media Asset Management/MWM-Media WorkFlow Manager) specificamente dedicata alla gestione dei file, alla loro metadatazione e alla loro conservazione a lungo termine.
Inoltre, nella sezione Non solo libri... sotto le stelle si segnala la prima presentazione del volume “Mario Bava. Il mago dei colori” di Gérald Duchaussoy e Romain Vandestichele (CSC /Edizioni Sabinae). I due autori ne discuteranno con Marta Donzelli, Alberto Anile e il giornalista Steve Della Casail 25 giugno alle 19.00 alla Piazzetta Pier Paolo Pasolini. L’ingresso sarà libero fino a esaurimento posti.
Verrà anche presentato, nella sezione Documenti e documentari, un nucleo di film dell’Istituto Missioni Consolata in 9.5mm restaurati in digitale nel laboratorio del CSC - Archivio Nazionale Cinema Impresa: “Seminario Maggiore” con la regia di Alfredo Deagostini (Italia, 15’, 1939, 9.5mm, DCP), “Istantanea di vita in seminario” con la regia di Alfredo Deagostini (Italia,12’, 1940, 9.5mm, DCP), “Viaggio in terra missione. Prima Parte” con la regia di Alfredo Deagostini (Italia, 15’, 1941, 9.5mm, DCP) e “Chierici in montagna, gite dal 1941 al 1949” (Italia, 16’, 1949, 9.5mm, DCP). La presentazione, il 1° luglio alle 16.00 all’Auditorium - DAMSLab, sarà a cura di Elena Testa e Ilaria Magni (CSC Archivio Nazionale Cinema Impresa) con l’accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau.
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AMORI DI MEZZO SECOLO di Glauco Pellegrini, Pietro Germi, Mario Chiari, Roberto Rossellini, Antonio Pietrangeli, Vinicio Marinucci (Italia, 1954, 94’)
Il restauro di Amori di mezzo secolo (G. Pellegrini, P. Germi, M. Chiari, R. Rossellini, A. Pietrangeli, V. Marinucci, 1954) è stato realizzato nel 2023 dal CSC-Cineteca Nazionale nei propri laboratori a partire da un rarissimo positivo d’epoca conservato nei propri archivi.
L’unica edizione disponibile è stata per lungo tempo quella tagliata nel 1978, quando il film fu sottoposto alla censura per la programmazione televisiva. Questa, più lunga di 18 minuti, è presumibilmente la versione integrale del film, e comunque molto prossima a quella arrivata in sala nel 1954.
Mentre rimangono quasi identici gli episodi di Glauco Pellegrini (un amore romantico d’inizio Novecento fra Leonora Ruffo e Franco Interlenghi ostacolati da una zia malvagia) e di Pietro Germi (Maria Pia Casilio che aspetta il marito partito per la Grande Guerra), ritornano gli intermezzi giornalistico/musicali curati da Vinicio Marinucci, che erano stati interamente tolti. Riguadagna diverse scene il buffo megasketch di Mario Chiari, con Alberto Sordi fascista della prima ora, e soprattutto l’episodio finale, una vorticosa girandola di corna ed equivoci con Lea Padovani e Carlo Campanini, che Antonio Pietrangeli aveva ambientato nel mondo parlamentare del 1910. È infine più lunga l’ultima scena dell’episodio più pregiato, ambientato da Rossellini nella Napoli del 1943, sull’agonia dei due amanti Antonella Lualdi e Franco Pastorino colpiti dalle bombe angloamericane.
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THAÏS di Anton Giulio Bragaglia e Riccardo Cassano (Italia, 1917, 37’)
Il restauro è stato realizzato nel 2023 dalla Cinémathèque Française in collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale. Le lavorazioni sono state eseguite presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata (Parigi/Bologna) a partire da una copia d’epoca su supporto nitrato, imbibita, purtroppo incompleta, e da un controtipo stampato dalla Cinémathèque agli inizi degli anni 1970 a cura di Henri Langlois.
Girato nell’autunno 1916 e arrivato nelle sale l’anno successivo, Thaïs è l’unica opera sopravvissuta delle quattro realizzate da Bragaglia nella sua fase giovanile e d’avanguardia, in questo caso insieme al regista Riccardo Cassano. Considerato film di culto del futurismo italiano, Thaïs si è conservato in forma incompleta (circa 740 metri su 1446 dichiarati in censura) e tuttavia narrativamente comprensibile e godibile, grazie a una copia d’epoca con didascalie francesi custodita dalla Cinémathèque Française e ristampata in bianco e nero negli anni Settanta a cura di Henri Langlois. Proiettato raramente e attraverso copie non sempre di buona qualità, il film era a rischio di distruzione: la copia, colorata con il procedimento dell’imbibizione, presentava ormai diversi segni di decomposizione; nel 2021 la Cineteca Nazionale si è quindi rivolta alla Cinémathèque Française per metterlo in salvo, conducendo a una collaborazione per il restauro del film.
Il film ha come protagonista un’eccentrica contessa, interpretata dall’attrice russa Thaïs Galitzky, che vive in una casa ornata da ipnotiche decorazioni geometriche e si diverte a sedurre uomini sposati mandandoli in rovina. Questo suo comportamento induce un’amica a uccidersi per gelosia lanciandosi in una tragica corsa a cavallo. Thaïs, pentita, decide a sua volta di suicidarsi con il gas e si chiude in una stanza, dove, nonostante un estremo ripensamento, rimane intrappolata. Il valore attuale di Thaïs risiede nella narrazione dissonante rispetto ai canoni del tempo, nelle passioni speculari di due protagoniste femminili, ma soprattutto nella raffinatezza dei costumi e nelle scenografie dal gusto eclettico, al tempo stesso secessionista, surreale e astratto, realizzate dal futurista Enrico Prampolini.
Il restauro si è rivolto in particolare all’analisi e al recupero della copia infiammabile d’epoca, ricorrendo, per le parti non più salvabili, al duplicato degli anni Settanta. Il risultato è una nuova versione che, pur incompleta, permette ora di apprezzare i colori superstiti ripristinando per quanto possibile la scrittura cromatica dell’opera.
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