Debutta a Parigi, all’interno del festival Toute le mémoire du monde, il restauro di Thaïs, rarissimo film futurista italiano di Anton Giulio Bragaglia.
Girato nell’autunno 1916 e arrivato nelle sale l’anno successivo, Thaïs è l’unica opera sopravvissuta delle quattro realizzate da Bragaglia nella sua fase giovanile e d’avanguardia, in questo caso insieme al regista Riccardo Cassano. Considerato film di culto del futurismo italiano, Thaïs si è conservato in forma incompleta (circa 740 metri su 1446 dichiarati in censura) grazie a una copia d’epoca con didascalie francesi custodita dalla Cinémathèque Française e ristampata in bianco e nero negli anni Settanta a cura di Henri Langlois. Proiettato raramente e attraverso copie non sempre di buona qualità, il film era a rischio di distruzione: la copia, colorata con il procedimento dell’imbibizione, presentava ormai diversi segni di decomposizione; nel 2021 la Cineteca Nazionale si è quindi rivolta alla Cinémathèque Française per metterlo in salvo e acquisirne una copia, conducendo a una collaborazione per il restauro del film.
Il film ha come protagonista un’eccentrica contessa, interpretata dall’attrice russa Thaïs Galitzky, che vive in una casa ornata da ipnotiche decorazioni geometriche e si diverte a sedurre uomini sposati mandandoli in rovina. Questo suo comportamento induce un’amica a uccidersi per gelosia lanciandosi in una tragica corsa a cavallo. Thaïs, pentita, decide a sua volta di suicidarsi con il gas e si chiude in una stanza, dove, nonostante un estremo ripensamento, rimane mortalmente intrappolata.
Il valore attuale di Thaïs risiede nella narrazione dissonante rispetto ai canoni del tempo, nelle passioni speculari di due protagoniste femminili, ma soprattutto nella raffinatezza dei costumi e nelle scenografie dal gusto eclettico, al tempo stesso secessionista, surreale e astratto, realizzate dal futurista Enrico Prampolini.
Il restauro si è rivolto in particolare all’analisi e al recupero della copia infiammabile d’epoca, ricorrendo, per le parti non più salvabili, al duplicato degli anni Settanta. Il risultato è una nuova versione che, pur incompleta, permette ora di apprezzare i colori superstiti ripristinati, per quanto possibile, nella scrittura cromatica dell’opera.
La prima proiezione del film avrà luogo sabato 11 marzo 2023, ore 14, alla Salle Jean Epstein, presentato da Céline Gailleurd, Maria Assunta Pimpinelli e Hervé Pichard, e con l’accompagnamento musicale di Adrien Leconte e Loïc Vergnaux.
Dopo quella parigina, il film avrà entro il 2023 una “prima” italiana.
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