“Dal 14 al 19 giugno al cinema Trevi: “Qualcosa di Monica (Vitti)”
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«Il 3 novembre del 1931, più di ottanta anni fa, nasceva a Roma Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti. Monica è ancora fra noi ma la malattia ce la tiene celata da tanti anni. A mantenere viva la sua presenza provvedono i suoi oltre cinquanta film che rappresentano un pezzo di storia importante del cinema italiano. […] Il suo posto è forse definitivamente quello di attrice comica, di grande attrice comica, alla pari con i cosiddetti colonnelli del cinema italiano, quelli che hanno fatto botteghino, che sono stati i protagonisti della straordinaria stagione della commedia all'italiana e cioè Sordi, Gassman, Manfredi, Mastroianni, Tognazzi. Ma per una donna è forse più difficile anche nel cinema avere i riconoscimenti che merita. […] Lei è bella, di una bellezza nuova, eppure sa far ridere. I suoi personaggi somigliano molto a lei, che li riassume: sono donne di questa Italia, donne che cercano di uscire dalla subalternità, pagando prezzi altissimi» (Giancarlo Governi dalla prefazione del libro di Chiara Ricci, Monica Vitti. Recitare è un gioco, AG Book Publishing, Roma, 2016).
martedì 14
ore 16.30 L'eclisse di Michelangelo Antonioni (1962, 125')
Vittoria ha appena lasciato il fidanzato e incontra Piero, un procuratore di borsa cinico e senza scrupoli, con cui comincia una relazione, che si concluderà con un appuntamento disertato. «Vittoria diventa […] la protagonista inquieta ed instabile di una ricerca vana e nostalgica di una condizione di vita autentica che sembra finita da molto tempo» (Ferrero).
ore 19.00 Teresa la ladra, Carlo Di Palma (1973, 122')
«Ispirandosi al bel romanzo di Dacia Maraini Memorie di una ladra uscito l'anno scorso da Bompiani, [...] Di Palma e la Vitti ci danno infatti un film vivo e vivace, che assicura uno spettacolo molto ricco di luoghi, di personaggi e situazioni: un film che svaria dal comico al sentimentale, però tutto incentrato su una figura di donna cui vanno cordiale pietà e indulgente simpatia. [...] L'elemento che meglio riunisce i vari motivi sparsi nel film e li riassume in un segno brillante è tuttavia l'interpretazione di Monica Vitti» (Grazzini).
ore 21.30 Flirt di Roberto Russo (1983, 95')
«Monica e Roberto scrivono insieme la sceneggiatura di Flirt, un film che entrambi hanno fortemente voluto e per il quale hanno lottato moltissimo. Si tratta di una commedia sentimentale dai tratti decisamente surreali, in cui una moglie viene tradita con un'altra donna inesistente e frutto di una schizofrenia del coniuge che, seppur ricoverato in una clinica psichiatrica e sottoposto a cure, non rinsavisce» (Ricci).
mercoledì 15
ore 17.00 Il disco volante, Tinto Brass (1964, 90')
«[Dino De Laurentiis] mi ha proposto di fare Il disco volante. Io ho accettato ad una sola condizione: che Sordi interpretasse tutti e quattro i personaggi. […] Il film si basava su un'idea che circolava a Roma da tempo. Si chiamava Un marziano a Roma, ed era stata scritta da Ennio Flaiano. Il tema vero era la grettezza della piccola borghesia messa di fronte a un fatto, un fenomeno che non riesce a capire, a comprendere» (Brass).
ore 19.00 La Tosca di Luigi Magni (1973, 103')
«Delle tante Tosca viste sullo schermo, quella di Luigi Magni - allestita con impegno produttivo notevole - è la prima che si distacca dalla tradizione togata ed accademica nel tentativo di affrontare la roboante materia sul filo teso dell'ironia, con le battute tronfie e lacrimose di Sardou sostituite con altre non più patetiche e a volte dissacranti, e con le arcate pucciniane messe a tacere per far posto alle marcette che il solito Armando Trovajoli compone per le commedie di Garinei e Giovannini» (Valdata).
ore 21.00 Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi (1982, 117')
Fabio Bonetti è un bancario cinquantenne, sposato e con una figlia. Soddisfatto della sua vita piccolo borghese, rimane sconvolto quando un detective privato gli consegna dei filmati che gli rivelano i retroscena della sua vita tranquilla: la moglie lo tradisce, la figlia adolescente si droga e lui ha una malattia incurabile. Queste rivelazioni, frutto e causa di equivoci, porteranno delle inevitabili conseguenze. Grandi duetti Sordi-Vitti.
giovedì 16
ore 17.00 La notte di Michelangelo Antonioni (1961, 122')
Giovanni, uno scrittore in crisi, e sua moglie Lidia stanno vivendo un periodo difficile, e il loro già precario equilibrio viene turbato dalla malattia di un amico. Dopo essersi recati in visita dal malato, partecipano a una festa di un industriale, lasciandosi andare, ma solo per noia. «Monica interpreta anche qui "l'altra", la novità sentimentale che non è in grado di riscattare dalla solitudine. [...] Ma anche il tedio e la patetica solitudine di un benessere che non è in grado di garantire spiragli di felicità» (Borsatti).
ore 19.15 La ragazza con la pistola di Mario Monicelli (1968, 99')
Assunta lascia la Sicilia per l'Inghilterra per inseguire l'uomo che l'ha sedotta e abbandonata e vendicare il proprio onore. L'incontro con la cultura e la società britannica cambieranno i suoi piani. «Il pregio maggiore di Monicelli è quello di aver costruito una donna, Assunta, con squisita sensibilità, grazie soprattutto a Monica Vitti. Monica, interprete di rara efficacia, ha giocato con questo personaggio con una tale disinvoltura, usando tutte le corde possibili per renderlo vivo, vero, palpitante» (Suso Cecchi D'Amico).
ore 20.45 Incontro moderato da Angela Cristofaro con Gianfranco Pannone, Pino Quartullo, Chiara Ricci
Nel corso dell'incontro sarà presentato il libro di Chiara Ricci Monica Vitti. Recitare è un gioco (Book Publishing, 2016).
a seguire Scusa se è poco di Marco Vicario (1982, 93')
Il film è composto da due episodi tratti da altrettante commedie di Aldo De Benedetti, Gli ultimi cinque minuti e Trenta minuti d'amore. Il filo conduttore che lega i due episodi è la crisi di una coppia di mezza età. Nella prima due coniugi in via di separazione decidono di affittare un appartamento in città, che si rivelerà essere lo stesso. Nel secondo l'autrice di un best seller erotico, insospettabile moglie di un dentista, viene inseguita da un investigatore privato, che cerca di scoprire la sua vera identità. La miopia dei due li porterà a incontrarsi scontrandosi. Accanto a Monica Vitti, protagonista di entrambi gli episodi, si alternano Ugo Tognazzi e Diego Abatantuono.
venerdì 17
ore 17.00 La donna scarlatta di Jean Valère (1969, 82')
Diana e François si incontrano per le strade di Parigi, lei gli confessa di volersi suicidare il venerdì successivo dopo aver ucciso il suo ex amante e direttore commerciale che l'ha truffata. L'uomo cerca di farla desistere ma Diana scompare. I due sono destinati a rincontrarsi. Accanto alla Vitti due grandi personaggi del cinema francese: Maurice Ronet e Robert Hossein.
ore 19.00 Polvere di stelle di Alberto Sordi (1973, 108')
Mimmo Adami e Dea Dani sono una coppia di attori e capocomici di una sgangherata compagnia d'avanspettacolo al limite della fame. È il 1943 e Mimmo e Dea cercano di sopravvivere in teatri di terz'ordine, quando vengono spediti a Bari già liberata dagli alleati. Qui la compagnia conosce un momento di gloria e successo, ma non durerà. «Un viaggio nella nostalgia, un dolceamaro ritorno alle luci della ribalta, un saluto ai compagni di strada persi per via, un capitolo di storia italiana visto attraverso il costume del "varietà", e finalmente il gran gioco fra la memoria e il mito» (Grazzini). Sordi e Vitti nel massimo splendore.
ore 21.00 Scandalo segreto di Monica Vitti (1990, 83')
«È un film che ho scritto insieme a Roberto Russo e a Clerici. […] Quante verità si possono dire a una macchina che ti sta a guardare, quante verità della vita. Allora se uno ti porta in casa un regalo, cioè una macchina da presa, e ti dice: "lasciala lì, lascia che ti segua, che parli di te", pensate quanto sta a vedere, cosa scopre, quanto le potete raccontare. Il mio film è questo e avvengono delle cose che soltanto si possono vedere. È un film fatto con grande passione, credo, con umiltà e con grande amore» (Vitti). Con Elliott Gould e Catherine Spaak.
sabato 18
ore 17.00 Dramma della gelosia di Ettore Scola (1969, 106')
«Una farsa un po' amarognola, con sfumature di "grottesco", in chiave tutta caricaturale. Due uomini, Oreste e Nello, una donna, Adelaide. Oreste, romano, è muratore (e comunista), Nello, toscano, è pizzaiolo (e contestatario). Adelaide è fioraia e, presa da grande amore, porta via Oreste a una moglie più vecchia di lui. Poi Nello, amico di famiglia, porta via Adelaide a Oreste. Alla fine esplode nel terzetto il dramma della gelosia» (Rondi). Grande trio di interpreti: Mastroianni-Vitti-Giannini.
ore 19.00 Mimì Bluette fiore del mio giardino di Carlo Di Palma (1976, 109')
Tratto dal romanzo omonimo di Guido da Verona il film ruota attorno a Mimì, ballerina di origine italiane, amatissima e corteggiata dal pubblico maschile parigino. La donna sta per sposare un aristocratico quando incontra un giovane, di cui si innamora follemente. Dopo tre giorni d'amore insieme, lui scompare misteriosamente. Mimì lo cercherà ovunque, lo seguirà in Africa senza trovarlo. Al suo ritorno a Parigi il pubblico l'acclama come sempre ma lei non è più quella di prima.
ore 21.00 Camera d'albergo, Mario Monicelli (1981, 99') beta
«Si chiamava Camera d'albergo perché s'era pensato a tre ragazzi fissati col cinema, […] tre cinefili che avevano architettato di piazzare di nascosto due o tre macchine da presa in una camera d'albergo, per filmare tutto quello che lì succedeva, dal comico al tragico. Poi ne avrebbero fatto un film, avrebbero rimontato ogni cosa: inquadrature tagliate, occasionali, attori che non dovevano essere attori… quello doveva essere. Ma sul set è andato tutto bene. […] Con Monica è andato tutto ancora una volta benissimo» (Monicelli). Con Vittorio Gassman ed Enrico Montesano.
domenica 19
ore 17.00 La lepre e la tartaruga di Alessandro Blasetti (ep. de Le quattro verità, 1964, 35')
La prima interpretazione comica di Monica Vitti, che così ne parlò: «Fu Michelangelo [Antonioni] stesso a spingermi verso la commedia. Vi ero come predestinata: il mio maestro all'Accademia, Sergio Tofano, me lo ripeteva sempre: "Sei fatta per la commedia!". Lo capì Blasetti, che mi affidò un ruolo in un film a sketches accanto a Rossano Brazzi».
a seguire Il frigorifero di Mario Monicelli (ep. deLe coppie, 1970, 51')
«In Il frigorifero un ciclo economico si è chiuso e la commedia all'italiana comincia a commentare le strategia di risposta alla depressione già in atto: per conseguenza, il valore di scambio del corpo della moglie viene ormai monetizzato in termini precisi. Quando, nella famiglia di sardi emigrati a Torino, l'esangue Gavino Puddo (Enzo Jannacci) perde i soldi dell'ultima rata del frigorifero, fa quel che può per riscattarsi, ma ben presto l'iniziativa passa nelle mani della moglie Adele (Monica Vitti)» (De Franceschi).
ore 19.00 Ti ho sposato per allegria di Luciano Salce (1967, 94')
Giuliana, moglie di un avvocato, è totalmente negata per i lavori domestici, specie in presenza della suocera, ma ciò non mette in crisi il suo matrimonio. «Il film si solleva nella scena del pranzo con la suocera. Qui una splendida caratterista, Italia Marchesini, l'unica interprete passata dalla messinscena teatrale al film, dà umore e ritmo a una serie di gag eseguite dalla Vitti con autentico brio. E si delinea, dietro i guizzi di un dialogo spiritosissimo, il tema vero di Ti ho sposato per allegria: la sacrosanta incapacità di una ragazza d'estrazione popolare a inserirsi negli schemi dell'esistenza borghese» (Kezich). Dalla commedia omonima di Natalia Ginzburg, con Monica Vitti , Giorgio Albertazzi e Maria Grazia Buccella.
ore 21.00 Francesca è mia di Roberto Russo (1986, 92')
Francesca è una donna sola ma ancora bella, che continua ad amare il suo ex marito, Andrea, anche se lui l'ha lasciata per la sua migliore amica. Un giorno la donna incontra Stefano, un giovane che si innamora perdutamente di lei. Pur essendo turbata e indecisa, cede alle attenzioni di Stefano e i due cominciano una relazione. Quando però Francesca decide di lasciarlo, il giovane non lo accetterà.
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