“Dal 15 al 18 maggio, al cinema Trevi, la retrospettiva “Franco Interlenghi, volto del neorealismo”
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«"Scoperto da Vittorio De Sica - scrive Gianni Rondolino nel Dizionario del cinema italiano 1945-1969 (Giulio Einaudi, Torino, 1969) - Franco Interlenghi esordì nel cinema interpretando il ruolo di protagonista in Sciuscià (1946, V. De Sica), rivelando ottime doti d'attore, sensibile ed efficace. Ben presto si affermò come uno dei migliori giovani attori italiani dell'immediato dopoguerra, tratteggiando personaggi vigorosi, e sintomatici di una determinata mentalità e coscienza della gioventù moderna". Da Processo alla città (1952, L. Zampa) a I vitelloni (1953, F. Fellini); da Gli innamorati (1955, M. Bolognini) - interpretato al fianco della moglie Antonella Lualdi - a La ragazza del peccato (1958, C. Autant-Lara), fino a Miranda (1985, T. Brass), è tutta una serie di personaggi densi, delineati con vigore e presenza drammatica. La forza di Interlenghi stava nello sguardo: limpido e puro, ma allo stesso tempo coraggioso e intenso, proprio come il cinema che lo aveva lanciato, facendone un divo della porta accanto» (De Stefani).
L'omaggio è curato da Andrea De Stefani con la Cineteca Nazionale
domenica 15
ore 17.00 Incontro moderato da Andrea De Stefani con Antonella Lualdi, Antonellina Interlenghi, Massimo Bonetti, Masolino d'Amico, Enrico Lucherini, Francesco Massaro, Edmondo Mingione, Stefania Parigi
a seguire La notte brava di Mauro Bolognini (1959, 94')
La notte brava dei ragazzi di vita pasoliniani: «Epidermicamente picaresco, elegantemente erotico, raffinatamente manierista» (Morandini). «La notte brava è il terzo film di Bolognini che io e Franco abbiamo interpretato insieme. Per entrambi rappresentò uno spartiacque nelle nostre carriere e un'evoluzione rispetto ai personaggi che avevamo interpretato fino a quel momento. Franco impersonava uno di quei ragazzi di vita cresciuti nelle borgate, pronto a qualunque compromesso. Io, invece - che ero stata lanciata da Dino De Laurentiis come l'ingenua numero uno del cinema italiano - ebbi l'opportunità di interpretare il ruolo di una prostituta, Supplizia. Pasolini, che firmava la sceneggiatura e seguiva costantemente il lavoro sul set, diede una sfumatura poetica a quel mondo e a quei personaggi che conosceva da vicino» (Antonella Lualdi).
ore 20.00 Sciuscià di Vittorio De Sica (1946, 90')
«Sciuscià è un film di ragazzi, di quelli che la guerra ha gettato, con un colpo di coda, a sei, a otto, a dieci anni, nella lotta per l'esistenza: costretti, nell'età in cui si gioca, a vivere da uomini, a mentire, a trafficare, a "sapere". […] I ragazzi di Sciuscià sono tutti bravissimi: diretti, si sente, con simpatia. Bravi come quelli di Ekk, di Vigo, di Borzage» (Risi). «Franco Interlenghi è Pasquale, il più grande dei due piccoli lustrascarpe romani che sognano d i comprarsi un cavallo bianco, ma che la dura esperienza in un riformatorio allontanerà l'uno dall'altro. Con la sua espressione sveglia e già da adulto unita allo sguardo limpido e puro, incarna alla perfezione la gioventù uscita dall'immediato dopoguerra, piena di slanci e di buoni propositi, ma anche facile a lasciarsi traviare dalle difficili circostanze esterne» (Lancia-Poppi).
ore 21.40 Processo alla città di Luigi Zampa (1952, 98')
Ai primi del secolo, a Napoli, il giudice Antonio Spicacci emette alcuni mandati di cattura nei confronti di alcune persone coinvolte in due omicidi di stampo camorristico. La matassa è intricatissima, gli indiziati sono numerosi, alcuni insospettabili, e i malviventi godono di protezioni e conoscenze altolocate. Del delitto viene ingiustamente incolpato Luigi Esposito - interpretato da Franco Interlenghi - il quale perderà la vita in un tentativo di fuga. Questa morte ingiusta, convince il giudice Spicacci a mettere a soqquadro la città purché emergano i veri colpevoli.
martedì 17
ore 17.00 I vinti di Michelangelo Antonioni (1952, 113')
Film composto da tre episodi ambientati rispettivamente in Francia, Italia e Gran Bretagna e incentrati su atti criminali commessi da giovani. L'episodio francese vede protagonisti un gruppo di ragazzi che durante una gita in campagna uccidono uno di loro, pensando che abbia molti soldi con sé. Nell'episodio italiano, un giovane di buona famiglia - interpretato da Franco Interlenghi - si dà al contrabbando più per spirito d'avventura che per bisogno. Nell'episodio inglese un giovane uccide una donna, sicuro di rimanere impunito, ma per eccessivo protagonismo viene arrestato. Il film fece molto scalpore alla presentazione al Festival di Venezia del 1953 e l'episodio italiano, incentrato inizialmente sui giovani neofascisti, venne censurato, rimontato e ridoppiato. «Antonioni esamina l'ambiente, fin quasi a rilevarne un "documento" sociologico, ma non trascura l'elaborazione stilistica: due atteggiamenti che, convivendo nel film, rivelano la costante bipolarità di interessi del regista» (Tinazzi).
ore 19.00 I vitelloni di Federico Fellini (1953, 107')
«Nei Vitelloni, prima rimpatriata a Rimini, in una realtà placentare perfettamente conosciuta, la struttura narrativa subisce una scomposizione importante: la singola storia è frantumata in cinque vicende dallo sviluppo contemporaneo. Ognuno dei cinque amici insegue desideri diversi e si ritrova allo stesso punto di partenza, agli stessi discorsi, agli stessi incontri, agli stessi sogni frustrati» (Brunetta). «Papà mi raccontava spesso che per I vitelloni, Fellini lo chiamò a casa e gli disse: "Siamo stati invitati al Festival di Venezia, però per favore non iniziare a ridere". Di papà, Fellini, amava molto l'allegria» (Antonellina Interlenghi).
ore 21.00 Ulisse di Mario Camerini (1954, 104')
Dopo aver incendiato Troia, l'eroe Ulisse deve tornare a casa, ma l'ira degli dei lo trascina fuori rotta, verso un viaggio pieno di pericoli, di magia e di tentazioni. Quando finalmente riesce a tornare alla sua Itaca, trova la moglie circondata da numerosi ed invadenti aspiranti alla sua mano. Franco Interlenghi interpreta Telemaco, figlio di Ulisse e Penelope, impersonati rispettivamente da Kirk Douglas e Silvana Mangano. «Ulisse riscosse un grande successo in Italia e negli Stati Uniti, fu distribuito in tutto il mondo. Douglas era un vero divo, pretese la villa sull'Appia oltre a una roulotte solo per lui. La Mangano era bellissima. Io, scherzando, fingevo di esserne innamorato. Lei stava al gioco e urlava a De Laurentiis "Dino! Interlenghi mi fa la corte!"» (Franco Interlenghi).
mercoledì 18
ore 17.00La ragazza del peccato di Claude Autant-Lara (1958, 116')
Tratto dal romanzo En cas de malheur di Georges Simenon, il film racconta di una giovane donna che offre il proprio corpo ad un avvocato di mezza età perché la difenda in un processo per rapina. L'uomo se ne innamora perdutamente e vorrebbe lasciare la moglie, ma la ragazza viene uccisa dal giovane amante, interpretato da Franco Interlenghi. «Nel film ero l'amante della Bardot che la uccide con trentotto coltellate. È stato divertentissimo quando dettero il film alla televisione: io ero in vacanza a Cortina e il giorno dopo tutti gli amici a dirmi "ma che sei scemo? Hai ammazzato la Bardot? Tu sei proprio scemo. Quel pezzo di ragazza ce l'hai ammazzata". Lei era bellissima, aveva 24 anni. Con gli amici scherzavamo, mi chiedevano: "A Frà ma quando tu ti butti verso di lei per abbracciarla che te la volevi magnà?" (Franco Interlenghi).
ore 19.00 Gli innamorati di Mauro Bolognini (1955, 95')
«Intrighi d'amore e di gelosie in un quartiere popolare di Roma: un piccolo mondo di bibitari, parrucchieri, ostesse, bulli e "bbone". Insomma, di poveri ma belli. Commedia briosamente giovanile sui giovani, di taglio goldoniano nonostante l'ambientazione romanesca […]. Recitato con garbo, è scaltro e piacevole» (Morandini). «Non so se gli sceneggiatori si sono ispirati alla nostra vera storia d'amore o se noi per fatalità, coincidenza, destino e un insieme di fattori, ci siamo trovati ad interpretare una storia che raccontava molto di noi. All'epoca, io e Franco eravamo davvero "gli innamorati" del cinema italiano. Per il manifesto del film fummo anche ritratti in sella ad una motocicletta da Peynet, l'illustratore francese divenuto celebre per i personaggi degli innamorati» (Antonella Lualdi).
ore 21.00 Miranda di Tinto Brass (1985, 95')
Siamo nei primi anni '50. Miranda gestisce una locanda nella Bassa Padana: suo marito, Gino, è disperso in guerra e la donna aspetta ancora il suo improbabile ritorno. Nel frattempo si diverte a passare da uno spasimante all'altro, provandoli e provocandoli, in un'ardita ed erotica schermaglia. Fra le braccia di Miranda cade anche Carlo, un ricco ex fascista al confino, interpretato da Franco Interlenghi che per la prima volta si cala in un ruolo tanto ambiguo. «Scelsi Franco Interlenghi perché aveva una fisicità che corrispondeva a quella del mio personaggio. Lo trovavo molto calzante rispetto al ruolo. Sul set abbiamo avuto un ottimo rapporto, è stata una bella collaborazione» (Brass).
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