Nel centenario della nascita e nel quarantennale della scomparsa, la Cineteca Nazionale rende omaggio a un autentico maestro del cinema italiano, capace, come il solo Billy Wilder, di suscitare il riso e il pianto, volteggiando dalla commedia al dramma con mano leggera: Pietro Germi. Un regista dal tratto inconfondibile, pur nella varietà dei temi trattati, come dichiarò nel 1964: «A me piace cambiare, mi annoio a fare lo stesso film. Un regista è una chitarra, sulla quale si possono suonare diverse arie, allegre o tristi, ma la risonanza sarà sempre quella, a meno che a un certo punto la cassa armonica non si incrini e la chitarra non suoni più. Ma finché la cassa è buona, c'è la possibilità di suonare cose diverse su una stessa chitarra».
“Dal 2 al 6 dicembre al cinema Trevi, la retrospettiva “Signore e signori
Pietro Germi”
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ore 19.00 Scrittori e poeti anglosassoni di Pietro Germi (1947, 10')
Il documentario si apre con immagini di repertorio della loro entrata in Roma (nel giugno 1944), dalle vie Appia e Casilina, attraverso Porta San Giovanni e Porta Maggiore. Seguendo percorsi speculari, i poeti e gli scrittori inglesi e americani arrivavano a Roma, "come vecchi amici…" (così recita il commento), dalle vie Salaria e Cassia, passando da Porta Flaminia. Dopo il prologo, in cui la realtà storica delle immagini di repertorio si dissolve nel passato, in una scena in cui una carrozza attraversa la campagna romana e giunge a Porta Flaminia, il documentario si svolge per nuclei e citazioni di personaggi, luoghi, testi poetici d'intellettuali inglesi e americani che vissero a Roma. Uno spazio privilegiato è riservato, in apertura, alle vicende dei tre grandi romantici inglesi che cantarono ed ebbero ispirazione da Roma: Keats, Shelley e Byron. Sono percorsi e descritti i luoghi cui i tre poeti furono legati: piazza di Spagna, dove abitarono (e dove oggi sorge la Keats and Shelley House), le terme di Caracalla, il Colosseo e il Foro Romano.
Questo cortometraggio è stato preservato trasferendo i negativi originali in nitrato (infiammabili), su matrici di sicurezza e stampando da queste due nuove copie positive. Il materiale di partenza, in particolare il negativo scena, è stato trovato in condizioni di conservazione discrete, anche se leggermente segnato da rimaneggiamenti dovuti a tagli, aggiunte e/o spostamenti, probabilmente per la realizzazione della versione inglese, che è più lunga di cento metri, ma per la quale è stata reperita soltanto la colonna e non le scene in più. Inoltre, rispetto alla colonna italiana, la scena presenta, nel punto dedicato alla campagna romana, una lacuna di circa quindici secondi che non è stato possibile integrare, non avendo finora reperito ulteriori materiali utili. Le lavorazioni sono state eseguite presso il laboratorio Studio Cine di Roma.
a seguire Gioventù perduta di Pietro Germi (1947, 80')
Le indagini di un giovane poliziotto, reduce di guerra, su una banda di rapinatori guidati da un universitario, che ruba e uccide per pagarsi i debiti di gioco e mantenere l'amante. Grazie alla sorella del giovane il poliziotto arriverà alla soluzione del caso. Il film viene inizialmente bloccato dalla censura, ma raccoglie gli apprezzamenti della critica dell'epoca, come dimostrano le parole di Chiarini: «Pietro Germi è al suo secondo film e mostra già una padronanza del linguaggio cinematografico che, per un giovane, possiamo dire davvero eccezionale. Gioventù perduta è girato con una precisione e una sicurezza da far invidia agli uomini di mestiere più scaltriti: ha un ritmo preciso di montaggio, una buona recitazione e un'ottima caratterizzazione nella scelta dei tipi». Con Carla Del Poggio, Massimo Girotti, Jacques Sernas.
ore 21.00 In nome della legge di Pietro Germi (1949, 100')
Un giovane pretore, inviato in un paese della Sicilia, combatte la mafia, ma si scontra con l'omertà della popolazione. La morte di un ragazzo con il quale ha stretto amicizia lo spinge ad andare avanti. «Il film unisce uno schema narrativo "all'americana", di dichiarata ispirazione fordiana, al tentativo di porre le basi ideologiche e linguistiche di un cinema populista e civile» (Mereghetti). In un colpo solo Germi anticipa il cinema di impegno civile e il western all'italiana. Con Massimo Girotti, Charles Vanel, Camillo Mastrocinque, Saro Urzì.
mercoledì 3
ore 17.00 Il cammino della speranza di Pietro Germi (1950, 101')
Un gruppo di minatori siciliani parte per la Francia in cerca di lavoro. Pagano un mediatore per passare il confine, ma l'uomo li denuncia. Opera corale, concepita da Germi coma una ballata popolare, con intenti nobilissimi ed echi melodrammatici. In origine doveva intitolarsi Terroni. «Se In nome della legge era neorealismo romanzesco, Il cammino della speranza è neorealismo epico, una ballata popolare scandite dalle note malinconiche ma non rassegnate di Vitti 'na crozza. È un film tutto italiano, ai limiti del regionalismo, un viaggio morale attraverso il paese, da Sud a Nord. […] Il regista genovese non perde mai di vista gli individui, costruisce tassello dopo tassello un'opera corale in cui però sono frequentissimi i primi piani» (Giacovelli). Orso d'argento al festival di Berlino. Con Raf Vallone, Elena Varzi, Saro Urzì.
ore 19.00 La città si difende di Pietro Germi (1951, 80')
Quattro malviventi occasionali, un operaio disoccupato, un pittore squattrinato, un calciatore ritiratosi per un incidente e un ragazzo di periferia, rubano l'incasso dello stadio durante una partita di calcio. Influenzato dal poliziesco americano del dopoguerra come The Naked City di Dassin, Germi prova anche in un contesto italiano a fare della città la protagonista del film, spazio fisico e mentale che, con le sue leggi ineluttabili, lascia i quattro personaggi senza vie di fuga. La città si difende vinse il premio come miglior film italiano alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1951. Con Gina Lollobrigida, Renato Baldini, Cosetta Greco, Fausto Tozzi, Paul Müller.
ore 21.00 Il brigante di Tacca del Lupo di Pietro Germi (1952, 96')
«Nella Calabria della post-unificazione, un battaglione dei bersaglieri guidato dal capitano Giordani (Nazzari) dà la caccia al celebre brigante Raffa Raffa. […] Rilettura in chiave populista di un episodio della storia italiana che a Germi non interessa per la ricerca di cause o di spiegazioni sociologiche dei fatti, ma come possibilità di raccontare elementi naturalistici con una tecnica all'americana: la storia del Sud filmata come un western» (Mereghetti). Con Amedeo Nazzari, Cosetta Greco, Saro Urzì, Fausto Tozzi, Aldo Bufi Landi, Vincenzo Musolino.
giovedì 4
ore 17.00 La presidentessa di Pietro Germi (1952, 87')
«Espulsa da una cittadina francese come fonte di scandalo, Gobette (Pampanini), avvenente soubrette, si rifugia in casa del magistrato (Pavese) che l'ha allontanata e, scambiata per sua moglie (Ninchi), seduce il ministro della Giustizia (Dapporto) di passaggio che promuove il magistrato a una sede di Parigi. Tratto dalla pièce La présidente (1912) di Maurice Hennequin e Pierre Veber e sceneggiato da Aldo De Benedetti, "è tutt'altro che un film inguardabile ed esanime, solo che [P. Germi] vi si tiene completamente ai bordi e si guarda bene dal metterci i piedi" (M. Sesti). Una prestazione d'opera, insomma, ma governata da un navigato professionista» (Morandini).
ore 19.00 Il ferroviere di Pietro Germi (1956, 113')
«La sera di Natale, Andrea, macchinista delle ferrovie, dopo il lavoro fa una lunga sosta all'osteria, dove beve abbondantemente. Rientrato a casa, trova i familiari, contrariati, ad aspettarlo. La più dispiaciuta è la figlia Giulia, prossima al parto, che si sente male e perde il bambino. Andrea, che aveva spinto Giulia a sposare l'uomo che non era più sicura di amare, rimane sconvolto. Nei giorni successivi, l'investimento accidentale di un suicida e la mancata osservazione di un segnale di blocco, provocano un'inchiesta a suo carico e aggravano la sua condizione psicologica. Nel frattempo, la sua famiglia si disgrega: i due figli maggiori, Giulia e Marcello, dopo l'ennesima lite, decidono di tagliare i ponti con la famiglia» (www.cinematografo.it). «Alta classe cinematografica e serio interesse umano sono i due caratteri distintivi del Ferroviere di Germi. Rari, forse anche nella produzione mondiale, sono i film così formalmente ineccepibili. [...] Ho paura che scegliendosi Germi sia stato un po' indulgente con sé stesso: la compiacenza con cui insiste a tenersi sotto la macchina da presa rasenta già leggermente il narcisismo» (Sacchi). Con Luisa Della Noce, Sylva Koscina, Saro Urzì, Edoardo Nevola.
Sottotitoli in cirillico
ore 21.15 Un maledetto imbroglio di Pietro Germi (1959, 114')
Tratto dal famoso romanzo di Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, abbandona la forte carica sperimentale del romanzo per il puro intreccio poliziesco, ma si mantiene vicino allo spirito dell'opera gaddiana. Protagonista è il commissario Ingravallo, interpretato da Germi, che indaga prima su un furto e poi su un omicidio avvenuti nello stesso stabile e che coinvolgono gli stessi indiziati. Con Claudia Cardinale, Franco Fabrizi, Claudio Gora, Eleonora Rossi Drago, Saro Urzì, Cristina Gaioni, Nino Castelnuovo.
venerdì 5
ore 21.00 L'uomo di paglia di Pietro Germi (1958, 105')
Uomo sposato e con figlia si innamora di una giovane dattilografa, ma non ha il coraggio di separarsi dalla famiglia. «Il successo di Il ferroviere permette […] a Germi di sviluppare […] il suo nuovo tema prediletto: la famiglia, e di scrutare ancora, tra i legami o le rotture, le passioni, i risentimenti, le incomprensioni che si accendono sul fondo grigio di un certo ambiente piccolo-borghese. Ma i suoi personaggi non sono che i riflessi di una società provinciale che si avvia a vivere sempre più appartata dalle grande correnti che percorrono la società europea e il mondo intero» (Lizzani). Con Pietro Germi, Luisa Della Noce, Franca Bettoja, Saro Urzì, Edoardo Nevola.
ore 19.00 Divorzio all'italiana di Pietro Germi (1961, 105')
«Il barone siciliano Ferdinando Cefalù, soprannominato Fefè, si innamora ricambiato di Angela, sua cugina 16enne. L'unico ostacolo al coronamento del loro amore è il fatto che Fefè sia già sposato con Rosalia, una donna brutta quanto petulante. L'arrivo inaspettato del pittore Carmelo Patanè, che in passato era stato il grande amore di Rosalia, concede grandi speranze alla coppia e Fefè cerca in ogni modo di favorire un riavvicinamento tra i due. Fefè ha ideato un piano perfetto: del resto in Italia, l'articolo 587 del Codice Penale concede miti condanne per i delitti d'onore...» (www.cinematografo.it). «Il merito principale di questo film sta per l'appunto nel clima siciliano nel quale è immerso. Anche se le cose sono tenute alcuni toni più su della realtà, si sente che partono dalla verità e per ciò colpiscono nel segno e addirittura commuovono» (Patti). Con Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli, Daniela Rocca, Leopoldo Trieste.
ore 21.00 Signore & signori di Pietro Germi (1966, 120')
Tre storie di amicizie e tradimenti in una bigotta città veneta. «Quanto era bello il cinema italiano quando era bello. Quando Pietro Germi dirigeva Signore e signori, scritto con Age, Scarpelli e Luciano Vincenzoni [e Flaiano]. Quando gli sceneggiatori non si guardavano l'ombelico [...]. Quando i soggettisti prendevano il tram, come disse una volta Cesare Zavattini» (Mancuso). Con Gastone Moschin, Virna Lisa, Nora Ricci, Alberto Lionello, Franco Fabrizi, Gigi Ballista, Moira Orfei, Giulio Questi.
sabato 6
ore 17.00 L'immorale di Pietro Germi (1967, 99')
«Sergio Masini, primo violino d'una grande orchestra sinfonica chiede consiglio a Don Michele, il parroco del suo quartiere a proposito della sua complicata vita sentimentale Infatti egli è regolarmente sposato con Giulia, dalla quale ha avuto tre figli: Roberto, un giovanotto diciassettenne e due bambine: Mita e Luisa; ma il suo animo romantico ed un malinteso senso di pietà l'hanno indotto a avviare altre due relazioni» (www.cinematografo.it). «Un'opera di seria fattura, sotto certi aspetti persino coraggiosa e sotto certi altri schiettamente e intimamente commovente» (Rondi). Con Ugo Tognazzi, Stefania Sandrelli, Gigi Ballista.
ore 19.00 Alfredo Alfredo di Pietro Germi (1972, 108')
Il timido impiegato Alfredo s'innamora di una ragazza possessiva. Riesce a sposarla, ma ben presto ne diviene succube. Conosce un'altra ragazza, più comprensiva, ma la libertà resta una chimera... «Pietro Germi torna a dubitare del genere umano, come nei suoi periodi migliori, ma con un pessimismo da riformista deluso e temporaneamente corrucciato che, per incattivire più di tanto, deve far appello alla misoginia, dato che per lui, in fondo, questo è pur sempre il migliore dei mondi possibile» (Cosulich). Con Dustin Hoffman, Stefania Sandrelli, Carla Gravina, Saro Urzì.
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