martedì 11
ore 18.45 Poveri ma belli di Dino Risi (1957, 102')
Due bulli trasteverini litigano per la stessa ragazza, ma poi finiscono per interessarsi alle rispettive sorelle. Uno dei più fulgidi esempi del neorealismo rosa. La critica storse il naso, ma il pubblico affollò le sale. Caso abbastanza raro di successo al box office di un film interpretato da attori sconosciuti, Poveri ma belli è il prototipo del film dialettale, giovanile, proletario nell'estrazione, piccolo-borghese nello spirito.
ore 20.45 Belle, ma povere di Dino Risi (1957, 99')
Romolo e Salvatore sono fidanzati rispettivamente con Anna Maria e Marisa, che vorrebbero sposarsi e convincono i due amici a iscriversi a una scuola serale. Tra la ricerca di un lavoro, il progetto di una rapina per fare dei soldi facili e le piccole gelosie, che sembrano minare i rapporti tra le coppie e tra gli amici, i "poveri ma belli" matureranno la decisione di sposarsi. Seguito di Poveri ma belli.
mercoledì 12
ore 18.45 Poveri milionari di Dino Risi (1959, 92')
Terzo e ultimo capitolo della storia di Romolo e Annamaria, Salvatore e Marisa. Finalmente sposati, decidono di partire per il viaggio di nozze a Firenze. Un contrattempo li costringe a rinunciare. Un incidente fa perdere la memoria a Salvatore: è stato investito dall'automobile di Alice (Sylva Koscina, nella funzione provocatrice che era stata di Marisa Allasio nei due precedenti episodi), la quale per senso di colpa lo fa immediatamente assumere nei grandi magazzini di cui è proprietaria (e dove l'amico Romolo è impiegato come commesso). Essendosene nel frattempo anche innamorata, lo fa nominare direttore generale. La sposina si fa a sua volta assumere e... «Siamo arrivati proprio all'ultima stazione di questo tratto della carriera di Dino Risi. E tutto lo denuncia. Mai come questo momento si rende facile allo storico e all'analista del cinema risiano periodizzare il suo itinerario artistico e professionale» (D'Agostini).
ore 20.30 Amore e chiacchiere di Alessandro Blasetti (1957, 93')
Un ricco industriale si oppone alla costruzione di un ospizio che deturperebbe il panorama ammirabile dalla sua villa, cercando di vincere la resistenza del vicesindaco. Altra commedia di caratteri di Blasetti, «percorsa da una vena di satira politica indirizzata contro le "chiacchiere" dei vecchi, contro la vuota retorica delle molte parole e dei pochi fatti della generazione più anziana. […] Per contro, si avverte una partecipazione piena di affetto ai problemi delle nuove generazioni» (Gori). Per Blasetti è il suo film che «meglio riflette i difetti degli italiani».
giovedì 13
ore 18.45 Lazzarella di Carlo Ludovico Bragaglia (1957, 96')
«Sceneggiato da Riccardo Pazzaglia, primo tassello del trittico in cui alla fine degli anni '50 Bragaglia ricrea la propria sregolatezza sugli universi melodrammatici della casa, fino a riprendervi gli scavi archeologici rosselliniani» (Germani).
ore 20.30 Sandok il Maciste della giungla di Umberto Lenzi (1964, 100')
In India, nel protettorato inglese del Sikkim, alcuni ribelli appartenenti alla setta dell'elefante bianco rapiscono Cinzia, figlia del viceré, insieme al tenente Reginald Millimer. Il governatore escogita un piano per salvare i due giovani e si serve del tenente dei lancieri Dick Ramsey. «Un susseguirsi d'immagini colorate, atte a illustrare un'avventura colonial-militarista» (Tabès). Con Sean Flynn, Alessandra Panaro, Mimmo Palmara, Giacomo Rosso Stuart.
venerdì 14
ore 18.45 Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (1960, 177')
Rocco è un meridionale che insieme ai fratelli e alla madre decide di emigrare a Milano per cambiare vita. In città la famiglia ritrova Vincenzo, in procinto di sposarsi, che introduce Simone nel mondo del pugilato. Rocco lavora in una lavanderia, mentre Ciro entra in fabbrica e Luca, che è ancora un bambino, rimane a casa con la madre... Il romanzo popolare della famiglia Parondi dall'arrivo a Milano, dalla lontana Lucania, alla tragedia finale, passando attraverso passioni e delusioni. "Tragedia realista", scandita attraverso memorabili scene madri, che suscita l'interesse morboso di spettatori e censori. Visconti raggiunge una sintesi perfetta fra dramma sociale ed epica (dei sentimenti), fra aspirazione al Bene e ineluttabilità del Male. L'altra faccia del boom economico, rigorosamente in bianco e nero.
Condividi