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Diaspora degli artisti in guerra. A chiusura della giornata del 19 giugno, incontro tra David Grossman e Margaret Mazzantini
Centro Sperimentale di Cinematografia
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20 Giugno 2024

Alla fine della prima giornata, in un Teatro Blasetti completamente pieno di studenti, spettatori e autori di cinema (Gabriele Muccino, Alba Rohrwacher, Mimmo Calopresti, Francesca Comencini, Francesca Calvelli, Giovanna Gagliardo, tra tanti) si è svolto un lungo ed emozionante dialogo tra Margaret Mazzantini e lo scrittore israeliano David Grossman che ha affrontato di petto anche il drammatico momento di guerra e conflitto tra palestinesi e israeliani. Alla domanda della Mazzantini («Se per un assurdo gioco chiudessi gli occhi, e fossi una giovane donna incinta nei vostri territori, e dovessi decidere dove far nascere mio figlio oggi, se in Israele o in Palestina, direi senza dubbio in Israele, perché mentre per Israele si può immaginare un futuro, per la Palestina proprio non si riesce a vederlo. Perché il problema delle macerie non è sgombrarle, ma quello che è rimasto sotto. Secondo te chi camminerà sopra queste macerie?»), Grossman ha risposto: «Penso che la rappresaglia israeliana che è seguita all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre sia stata sbagliata. Ma è umano reagire: se qualcuno mi dà uno schiaffo per strada io, istintivamente, reagisco dandogliene un altro. Ma dopo questo istinto di vendetta, che è umano, il problema è chiedersi se ha senso continuare questo circolo vizioso in eterno. O se invece non bisogna cercare di usare questa sorta di trauma collettivo, subito da entrambe le parti, per superarlo. Se io fossi il braccio destro di Netanyahu, convocherei tutti i capi palestinesi per cercare un negoziato che ponga fine a questa guerra: è molto più facile attaccare e arrendersi alla vendetta».

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