579 – Bianco e Nero
Gli alieni, i cavalier, l’arme gli orrori, è il titolo della monografia ospitata nel fascicolo 579 di «Bianco e nero». Questo lo spunto: «Non abbiamo una grande tradizione in generi quali la fantascienza e l’horror, per non parlare del fantasy che oggi è il genere portante dell’audiovisivo mondiale, dal Signore degli anelli al Trono di spade. Eppure sono italiani i capolavori letterari che hanno codificato i viaggi nell’Aldilà (la Divina Commedia) e le avventure cavalleresche (Boiardo, Ariosto, Tasso). Questo numero va a caccia del poco “fantastico” presente nei nostri film e si pone una domanda: perché i registi italiani hanno paura di sognare? […] È un rapporto mancato: il nostro cinema ricicla spesso saghe e personaggi stranieri ma raramente attinge all’Immaginario nazionale, anche nelle sue forme più alte. Dante, Ariosto e altri autori “fantastici” della nostra letteratura appaiono di rado sugli schermi. Fa eccezione Pinocchio, il burattino che lungo il XX secolo si è rivelato lo specchio nel quale gli italiani amano riconoscersi». Trattano i diversi aspetti della questione, dalla televisione al cinema sperimentale e politico, passando per l’intervista a Maurizio Nichetti, Giulio Ferroni, Giuliana Nuvoli, Alberto Pezzotta, Andrea Mariani, Simone Venturini, Valentino Catricalà, Francesco Di Chiara, Claudio Bisoni, Matteo Pollone, Rocco Moccagatta, Domenico Monetti, Luca Mazzei e Cecilia Penati. Nella sezione “Cineteca” vengono presentati in anteprima alcuni brani dell’autobiografia di Giulio Questi che uscirà a breve per i tipi di Rubettino. La sezione “I mestieri del Csc” è dedicata alla sceneggiatura e ospita un’intervista a Franco Bernini, docente della scuola, e interventi di Gino Ventriglia e Andrea Garello. Chiude la rubrica sull’“altra serialità” curata da Massimo Scaglioni, sulle serie tv europee.